Russia: dalla chiamata alle armi al funerale

 

Traduzione dall’originale “От повестки до похоронки”

Un anno di mobilitazione ha causato la morte di migliaia di coscritti. Quanto tempo sono riusciti a rimanere in vita e quanti ne sono morti. Lo raccontiamo insieme al Conflict Intelligence Team.

Esattamente un anno fa (21 Settembre 2022, ndt), Vladimir Putin aveva annunciato l’inizio della “mobilitazione parziale”. Secondo lui, più di 300.000 russi erano stati convocati e mandati in guerra. Molti di loro sono ancora oggi nelle zone di combattimento – senza le ferie promesse da Putin. Alcuni non torneranno mai a casa: un anno di mobilitazione ha causato la morte di migliaia di uomini russi. Il “Conflict Intelligence Team” (CIT) e i volontari di “Storie Importanti” hanno compilato e analizzato l’elenco dei mobilitati morti in modo da capire quanti coscritti vivono al fronte e quando e dove si sono verificate le perdite più ingenti.

Ecco cosa abbiamo scoperto:
– un mobilitato su cinque non viveva più di due mesi dopo la convocazione militare;
– l’età media tra i mobilitati morti sono tra i 19 e i 62 anni;
– il bombardamento della Scuola Tecnica Professionale di Makeyevka è, [attualmente,] la più grande e singola perdita per l’esercito russo – ma non per i soldati mobilitati;
– quasi ogni regione (46 oblast’, ndt) del Paese ha seppelito almeno un uomo mobilitato.

Un mobilitato su cinque non vive nemmeno due mesi

Dall’inizio della mobilitazione [parziale] fino ad oggi, le autorità russe non hanno mai comunicato il numero di militari morti nella guerra in Ucraina. Ogni giorno appaiono nuovi necrologi in tutto il Paese, da Mosca alla Chukotka. Un cuoco di un collegio psico-neurologico, un insegnante di scuola rurale, un autista di trattori – tutti con un destino simile: dalla chiamata alle armi al funerale in meno di un anno.

Come noi pensavamo…

Sulla base delle fonti aperte, “Storie Importanti” e il “Conflict Intelligence Team” (CIT) sono riusciti a compilare un elenco di quasi 3mila coscritti morti tra il 21 Settembre 2022 e il 1 Settembre 2023. Questo numero non riflette le perdite effettive del personale mobilitato: la lista dei morti si basa solo sui dati che possono essere rintracciati nelle fonti aperte – pubblicazioni dei media, rapporti dei funzionari o dei parenti dei morti. Grazie al conteggio rigoroso, questa stima è strettamente conservativa: CIT e “Storie importanti” non hanno incluso coloro che “si sono presentati volontariamente all’ufficio militare per ritirare la convocazione.”

Si conosce la data di morte di circa 1.900 mobilitati. Per calcolare la “speranza di vita in guerra” di quei coscritti morti e mobilitati in altre date sconosciute (quindi antecedenti al 22 Settembre 2022, ndt), CIT e “Storie Importanti” sono partiti dal 22 Settembre 2022.

Vadim Bulatov, 23 anni, della regione di Chelyabinsk, è morto l’8 Ottobre, nove giorni dopo la mobilitazione. “Il 4 ha chiamato, dicendo che si stavano ritirando vicino a Kherson. Capisci… è morto in prima linea. Non c’è stato addestramento: uno, due, tre – e già era”, ha raccontato il fratello. Stessa sorte è toccato ad un suo connazionale mobilitato, Nikita Perlin. “Era il tutore di suo nonno; ha detto che non avrebbe usato questo come scusa. Il funerale è avvenuto il giorno del suo compleanno”, ha raccontato la moglie di Perlin. Prima della guerra, costruiva case e bagni e realizzava gratuitamente cabine per i canili. Ha lasciato due figli.

Nello stesso giorno, altri tre uomini mobilitati della regione di Chelyabinsk sono morti. Quasi senza addestramento, sono stati inviati nella zona di Kherson, dove la controffensiva ucraina era molto attiva. Un mese dopo, la Russia si è ritirata da Kherson. I soldati mobilitati morti sono stati ricordati dai loro parenti; le autorità russe, invece, li hanno abbandonati – in quanto hanno profuso il loro impegno nel tenere la riva destra del Dnepr.

Morti così rapide non sono rare: almeno 130 persone sono morte nel primo mese dopo la mobilitazione. Un mobilitato su cinque non vive nemmeno due mesi. In media, sono morti dopo 4,5 mesi di guerra.

Percentuale dei mobilitati morti entro il periodo di tempo specificato (Settembre 2022-Settembre 2023)
Fonte: Calcoli effettuati da “Storie Importanti” e CIT, basati sulle segnalazioni pubbliche dei mobilitati morti – 2023

L’aspettativa di vita che va dalla mobilitazione all’invio al fronte è influenzata dall’intensità dei combattimenti, affermano gli analisti del CIT. “I [periodi] più intensi, in termini di vittime, sono stati l’autunno 2022 e la primavera 2023. Questi hanno contribuito in modo significativo all’aspettativa di vita media dei mobilitati al fronte”, spiega CIT, “Alcuni erano già finiti nel tritacarne [dei combattimenti] in autunno, nei pressi di Svatovo e Kremennaya, dove [i vertici militari russi] dovevano chiudere con urgenza lo sfondamento [dell’AFU]. Per evitare che il fronte collassasse, [gli uomini mobilitati], inizialmente, riempivano velocemente i “buchi” fino a saturare la zona di battaglia. Il tempo trascorso dalla convocazione alla tomba è stato di pochi giorni.”

Sono pochi i caduti [di questo periodo] che erano sopravvissuti per 11 mesi al fronte.

Nella nostra lista ci sono quattro persone (forse ci sono altri morti di questo tipo, ma non sono entrati nel nostro elenco in quanto le notizie funebri appaiono con un certo ritardo). Ad esempio, Vyacheslav Moiseyev, 24 anni, di Perm Krai, era vivo fino al 25 Agosto 2023. Era stato ucciso all’inizio della mobilitazione, tre mesi dopo la nascita di suo figlio.

Mobilitazione dei trentenni

Igor Dadanov, 33 anni, della Buryatia, era morto in Ucraina esattamente cinque mesi dopo la mobilitazione. Lo stesso giorno, suo fratello Dmitry era morto in guerra. Quattro bambini erano rimasti orfani. Questa è l’età tipica di un uomo mobilitato morto: in media avevano 33 anni. La mobilitazione colpisce gli uomini di età superiore ai 30 anni: più della metà dei morti aveva tra i 30 e i 45 anni.

Rapporto tra la percentuale dei mobilitati morti e le loro età indicate. Fonte: Calcoli effettuati da “Storie Importanti” e CIT, basati sulle segnalazioni pubbliche dei mobilitati morti – 2023

Ci sono delle eccezioni: uno dei morti del nostro elenco aveva solo 19 anni. Anton Getman della regione di Rostov, era stato mobilitato tre mesi dopo aver completato il servizio obbligatorio ed era morto nel Novembre 2022. Getman era apparso in un servizio di “Pervyj kanal”1 dove gli era stato chiesto di presentarsi come un volontario, sostengono i blog locali. Complessivamente, un mobilitato morto ogni dieci aveva meno di 25 anni.

Le commissioni militari sono interessate, in particolare, ai giovani sotto i 35 anni, in buona forma fisica e che hanno servito recentemente l’esercito, ha spiegato CIT. Tuttavia, le persone di questa età potrebbero non essere così disposte a presentarsi alla convocazione e, anzi, sono pronte a nascondersi: “Sono più informati sulle brutalità che avvengono al fronte e comprendono lo stato [effettivo] dell’esercito russo. Per le commissioni militari era stato più facile reclutare le persone anziane: chi ha prestato servizio negli anni Duemila non metteva in relazione il servizio obbligatorio nell’esercito con quello che c’è adesso – pensano che tutto sia cambiato.”

Il mobilitato più anziano morto e presente nella nostra lista è il maggiore Nikolai Isakov, 62 anni della regione di Tver. Ha trascorso quasi otto mesi in guerra ed è morto all’inizio di Giugno in territorio russo, nel distretto di Shebekinsky della regione di Belgorod. In quel periodo, la Legione “Libertà alla Russia” e il Corpo Volontario Russo (formazioni in cui i russi combattono a fianco dell’Ucraina) avevano riferito dei combattimenti nelle zone di confine. Il Corpo Volontario Russo aveva affermato di aver preso il controllo del villaggio di Novaya Tavolzhanka a Belgorod.

Non solo Makeyevka: dove sono morti i mobilitati

Molte persone sono state trasformate in carne da macello. Molti di loro sono stati fatti a pezzi”, ha raccontato a “Storie importanti” la moglie di uno dei mobilitati sopravvissuti all’attacco dell’AFU al campo russo di Makeyevka (avvenuto il 1 Gennaio). Centotrentanove coscritti provenienti dalla regione di Samara erano stati uccisi quella notte – secondo i dati del nostro elenco -, ed erano morti anche dei volontari.

Si tratta di un numero una volta e mezzo superiore a quello dichiarato dal Ministero della Difesa russo. [L’istituzione russa] aveva ammesso la morte di sole 89 persone e aveva attribuito la responsabilità dell’incidente agli stessi coscritti: questi, secondo il Ministero, avevano violato il “divieto” di usare i telefoni cellulari, rendendo la base individuabile all’AFU. La tragedia poteva essere evitata, dicono gli esperti di CIT: “Non permettere che tutto il personale si riunisca in un solo luogo, non collocare un’unità militare in una località dove la gente del posto si arrenderà immediatamente, non immagazzinare le munizioni vicino ai dormitori militari. Se le truppe mobilitate fossero vissute in un luogo all’aperto, ad esempio in una tendopoli, ci sarebbero state meno vittime.”

Il bombardamento della scuola professionale di Makeyevka è, al momento, la più grande perdita di vite umane dell’esercito russo – e pubblicamente nota durante le fasi guerreggianti, anche se non è l’unica per i mobilitati.

Ad appena un mese dall’inizio della mobilitazione, il 24 Ottobre 2022 era stato un altro giorno nero per i coscritti russi. Erano morte 47 persone mobilitate – presenti nel nostro elenco. Almeno 18 di loro erano stati mobilitati dalla sola regione di Volgograd. Tutti avevano prestato servizio nel 255° reggimento ed erano morti insieme quando il loro convoglio venne colpito vicino a Novaya Kakhovka, nella regione di Kherson. Tra i morti, ad esempio, ci sono Denis Osadchenko, 24 anni, e Gennady Smirnov, 53 anni. Secondo i coscritti sopravvissuti, la tragedia poteva essere evitata: il comando aveva costretto le persone a salire su dei mezzi sovraffollati, senza coordinare la marcia e mandando avanti la colonna senza copertura e in un percorso pericoloso.

Un altro gruppo di mobilitati provenienti da altre regioni (Sverdlovsk, Chelyabinsk e Tomsk), sono morti il 24 Ottobre. Due di loro provenivano da Chervonopopovka e alcuni dei morti erano stati assegnati alla stessa brigata. “È molto probabile che tutti i morti del 24 Ottobre, provenienti dalle regioni di Sverdlovsk, Chelyabinsk e Tomsk, siano morti insieme. Molto probabilmente erano arrivati [da poco] nel campo, come a Makeyevka, ma non possiamo ancora confermarlo”, dicono gli esperti del CIT. Come scrive il canale telegram Possiamo spiegare, almeno cinque mobilitati morti – provenienti dalla regione di Sverdlovsk -, erano stati probabilmente uccisi alla Casa della Cultura di Chervonopopovka – dove si trovavano le truppe russe. Secondo i nostri dati, almeno 29 coscritti erano morti nell’area di Chervonopopovka durante questo anno di guerra. Alcune truppe mobilitate avevano subito gravi perdite in autunno e in inverno nell’area di Kupyansk-Svatovo-Kreminna della regione di Luhansk. Questa sezione del fronte è strategicamente importante per entrambe le parti in conflitto. La leadership militare russa ha cercato di tenere questo territorio a spese delle truppe coscritte – spesso impreparate e non addestrate. Secondo i nostri dati, dall’inizio della mobilitazione fino all’anno trascorso sono morti più di 250 coscritti.

Erano i primi mesi dell’inizio della mobilitazione. [L‘esercito russo] aveva bisogno di fermare l’offensiva dell’AFU vicino a Svatovo e Kremennaya. Le persone mobilitate erano state mandate”, ha spiegato il CIT. “Sono arrivati molti videomessaggi dei coscritti dove si lamentavano di essere stati gettati in prima linea e senza addestramento. Intere sezioni del fronte sono state completamente occupate dai mobilitati. Questi sono stati disposti all’improvviso nelle diverse linee di battaglia, senza nessun coordinamento e strategia: sono stati semplicemente buttati dentro, in modo che qualcuno con i fucili automatici si sedesse nelle trincee e l’AFU non sarebbe passata da lì senza combattere.”

Dall’inizio della mobilitazione, nell’area di Donetsk sono state uccise circa 100 persone (senza contare le 139 vittime della scuola professionale di Makeyevka). “Le ingenti perdite in quella zona sono il risultato dell’offensiva invernale-primaverile di Gerasimov che, con l’aiuto degli uomini mobilitati voleva fare pressione sulla direzione di Donetsk e prendere Avdeevka. Ha mandato i coscritti in avanti, facendoli passare attraverso le brigate di fanteria motorizzata della Repubblica Popolare di Donetsk (RPD). Ci sono stati molti videomessaggi dei mobilitati dove si lamentavano del fatto che il comando della RPD li avesse trattati come sacrificabili, dicendogli apertamente: “Siete carne [da cannone] per noi”.

Nella primavera e nell’estate del 2023, almeno 40 mobilitati sono morti nelle battaglie vicino a Bakhmut. Questi si lamentavano del mancato supporto dell’aviazione e dell’artiglieria, le comunicazioni non operative e i comandanti che usavano i coscritti come carne da cannone. “Nell’area di Bakhmut, molte persone mobilitate sono morte a Maggio, quando l’esercito russo stava cercando di concludere [la conquista della città]. Questa è un’ulteriore conferma di come non fossero coinvolti soltanto i wagneriani nella conquista dell’area, hanno detto gli esperti di CIT.

Più di 30 uomini mobilitati sono morti vicino a Vuhledar. “Vediamo due picchi nel numero di morti a Vuhledar: l’assalto al villaggio di Pavlovka a Novembre, dove morirono i mobilitati provenienti dalle regioni del Distretto Federale dell’Estremo Oriente, e l’assalto a Vuhledar a Febbraio, dove ci furono molti morti”, ha commentato il CIT.

Altri 24 membri della lista sono stati uccisi nei pressi di Makeyevka, nel distretto di Svatovsky della regione di Luhansk: tra questi, otto coscritti provenivano dalla regione di Voronezh. “In televisione mostrano che tutto è bello. Ma in realtà sono i mobilitati ad esser gettati in prima linea qui, nella regione di Luhansk”,ha detto a Verstka una persona coscritta, sopravvissuta alla mobilitazione dopo il bombardamento avvenuto a Novembre sulla linea del fronte vicino a Makeyevka – situazione che avrebbe potuto “uccidere centinaia di persone.”

Da quando è stata annunciata la mobilitazione [parziale], è cambiato poco per i coscritti: come prima, anche adesso vengono usati [nei punti più caldi]”, afferma il CIT. “Vi è un cattivo atteggiamento dei comandanti, un sistema di combattimento non sviluppato, nessun supporto di artiglieria: i problemi sistematici dei mobilitati sono rimasti al loro posto. Coloro che hanno affrontato i combattimenti e sono sopravvissuti, sono diventati più esperti. Ma la stanchezza accumulata sta aumentando. All’inizio gli era stato detto: “Presterete servizio per sei mesi e poi tornerete a casa, nessuno vi manderà in prima linea” – e loro pensavano: “Ora andremo velocemente al fronte, prenderemo delle medaglie, dei soldi e torneremo a casa.” Ora molti mobilitati si lamentano di aver prestato servizio per 11 mesi e non essere mai tornati a casa. Una volta iniziata la mobilitazione, non possono più tornare indietro. Vediamo, quindi, un livello crescente di procedimenti penali riguardante l’abbandono dell’unità senza autorizzazione. Perché non li mandano in licenza? Perchè temono che se si mandassero 100 uomini in licenza solo la metà di loro ritornerà.”

Dove vanno la maggior parte delle bare

La foto con una bara di zinco coperta da una bandiera russa e il numero di telefono di un’impresa di pompe funebri per nuovi “ordini di sepoltura”: ecco come si presenta il necrologio di Stepan Zhigulev, 50 anni, mobilitato di Revda, nella regione di Sverdlovsk. Zhigulev è morto il 12 Febbraio e la sua famiglia ha atteso il suo corpo per oltre un mese. È stato sepolto il 29 Marzo a Revda in una nuova sezione del cimitero cittadino, dove di solito vengono sepolti i wagneriani. Anche un altro mobilitato di Revda, Oleg Zverev, 36 anni, è stato sepolto lì. Secondo la vedova di Zverev, l’ufficio del sindaco della città le ha offerto di seppellire il marito “nella terra selvaggia” e non nel Vicolo della Gloria, dove erano sepolti altri caduti di guerra, perché non c’era spazio per nuove tombe.

Nella regione di Sverdlovsk vi è il maggior numero di funerali. Più di 200 uomini locali mobilitati sono morti nel primo anno di guerra. In termini di numero di morti per popolazione maschile in età di leva, la regione di Sverdlovsk risulta al settimo posto.

A seguire abbiamo un centinaio di uomini mobilitati tumulati in Buryatia (la regione è al secondo posto dopo la Chukotka, sempre in termini di numero di morti per popolazione maschile in età di leva), Tatarstan, Bashkortostan, Samara (quinto posto) e la regione di Volgograd (sesto posto).

Solo a Volgograd, dove erano stati mobilitati i morti del bombardamento di Novaya Kakhovka, sono arrivate quest’anno non meno di 48 bare. Più di 33 erano state sepolte a Samara – in particolare dopo l’incidente di Makeyevka, dove giornalmente vi erano state delle tumulazioni -, e altrettante a Togliatti, sempre nella stessa regione. “In Buryatia, in effetti, sembra che siano stati mobilitati più uomini di quanto fosse dovuto”, suggerisce il CIT. Questo perché il tasso di vittime tra i mobilitati di quella regione era significativamente più alto rispetto ad altre regioni, specie se si tiene conto della loro popolazione”.

Tuttavia, la mobilitazione può essere definita una tragedia nazionale: quasi ogni regione del Paese ha già seppellito almeno una persona mobilitata.

Editore: Alesya Marokhovskaya

Storie Importanti” desidera ringraziare i volontari di CIT per il loro aiuto nella raccolta e nella verifica dei dati.

Se siete a conoscenza di informazioni su persone mobilitate decedute, potete condividerle con noi su istories.ds@gmail.com

 

Nota del Gruppo Anarchico Galatea

1“Pervyj kanal” è la principale emittente televisiva pubblica della Russia, nonché quella con la più vasta area di copertura. Secondo una pubblicazione dello stesso governo russo, quest’ultimo controlla il 51% delle quote azionarie.

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