Morti e crimini contro le persone migranti, mentre l’INM depressurizza la frontiera meridionale del Messico

Famiglia di migranti presso la stazione autobus di Tuxtla Gutiérrez

Originale: Muerte y delitos contra migrantes, mientras el INM despresuriza la frontera sur de México

Tradotto da Fabio per il Gruppo Anarchico Galatea

Sono dodici le persone migranti morte la scorsa settimana e in diversi momenti non casuali. Secondo i difensori dei diritti umani, i fatti rappresentano una politica violenta e inumana dello Stato messicano.

Giovedì 28 Settembre, un autocarro ribaltabile si rovescia all’altezza del chilometro 125 della strada Malpaso-La Herradura, in Chiapas. Dentro il veicolo viaggiavano stipate cinquantadue persone, due delle quali sono morte e ventisette (tra cui sei minori) sono state trasportate [presso l’ospedale di] Tuxtla Gutierrez.

Ventiquattro di queste persone sono originarie del Guatemala, una dell’Ecuador, una del Venezuela; solo di una non si è arrivata a conoscere la nazionalità.

All’alba del 1 Ottobre, un secondo ribaltamento ha portato alla morte di dieci donne su ventisette persone di origine cubana che viaggiavano in un camion con rimorchio. L’incidente è accaduto al chilometro 134 della strada Pijijiapan-Tonala, Chiapas, dove questi avvenimenti sono ricorrenti.

Le diciassette persone restanti hanno riportato delle ferite gravi: sedici di queste sono state portate all’ospedale di Pijijiapan e una è stata trasferita all’ospedale di Huixtla. L’azienda sanitaria mantiene il riserbo sulle condizioni delle persone ricoverate.

Lo Stato deve fare una indagine veloce, esaustiva e imparziale sulle cause e sulle responsabilità di questo incidente e prestare attenzione alle vittime e ai loro familiari”, ha dichiarato il Colectivo de Monitoreo – Frontera Sur.

Composto da diverse organizzazioni presenti in Chiapas, il Colectivo ha ribadito che i fatti non sono isolati ma sono una conseguenza diretta della politica che respinge, contiene e detiene i flussi migratori.

È preoccupante che queste politiche generino un contesto di violenza, precarietà e rischi per migliaia di persone che, per diverse ragioni, hanno dovuto lasciare il proprio paese”, denuncia il Colectivo. [“Queste condizioni] costringono le persone a percorrere vie incerte e clandestine, oltre ad esporle all’abuso, all’estorsione e alla morte.”

[Il Colectivo] ha chiesto il rispetto del diritto all’identità e dignità delle persone morte, facilitare l’identificazione e la consegna dei corpi ai familiari, così come il trasporto e la sepoltura: “che si ripari il danno integrale alle vittime e le famiglie”.

I difensori che appartengono al Colectivo esigono giustizia, ricordando che sono passati due anni dall’incidente del tratto Chiapa de Corzo-Tuxla nel quale morirono cinquantacinque persone e centoquattordici risultarono ferite – e le famiglie dei morti e feriti non ebbero mai alcun rimborso per i danni.

Il contenimento si espande in Chiapas

Lo scorso 26 Settembre, l’Instituto Nacional de Migracion (INM) ha fatto sapere che il commissario Francisco Garduño Yáñez ha “desprezzurizzato” 8.152 persone che aspettavano il loro turno nella Comisión Mexicana de Ayuda a Refugiados (Comar) a Tapachula, Chiapas.

Significa che hanno usato centottantanove autobus e settantatre van tra Tuxtla Gutiérrez, Huixtla, San Cristóbal y Palenque (Chiapas), Villa Hermosa, Tabasco e Acayucan (Veracruz) per trasportare tutte queste persone.

Questi trasferimenti non sono nuovi: sono cominciati poco dopo l’incendio del centro di accoglienza migranti INM a Ciudad Juárez (Chihuahua).

I trasferimenti si fanno dal ponte d’ingresso a Suchiate fino a Tuxtla e recentemente in altri Stati della repubblica”, spiega ad “Avispa Midia” Karen Martinez del Servicio Jesuita a Refugiados.

Oaxaca è uno degli altri Stati che si sta saturando perché gli autobus portano persone anche lì. Ma l’INM non riporta delle informazioni chiare e non indica quante persone sono state trasportate in totale. Non c’è nemmeno un controllo”, dice Martinez.

Le organizzazioni del Colectivo de Monitoreo – Frontera Sur hanno documentato l’uscita di almeno dieci autobus al giorno da Suchiate e Tapachula – dove viaggiavano quaranta persone in media.

Dalle testimonianze delle persone migranti e richiedenti asilo arrivate a Tuxtla Gutiérrez tramite la rotta del Golfo, il trasferimento viene concesso in cambio della rinuncia formale dei loro diritti di regolarizzare il proprio stato o accedere alla protezione internazionale.

Ma se le persone cercano di andare via da Tuxla Gutiérrez – e vogliono dirigersi a Ciudad de México -, vengono intercettate in uno dei cinque posti di blocco del tratto Chiapas-Veracruz, del quale fa parte anche la Fiscalia General de la Republica (FGR), e riportate indietro nella capitale del Chiapas.

Yannet Gil Ardon fondatrice dell’ostello “Una ayuda para ti mujer migrante” ha raccontato che anche le persone migranti detenute nel nord del Messico vengono portate a Tuxtla Gutiérrez: “L’INM li porta via dai terminal degli autobus e gli sequestra o distrugge i documenti officiali”.

La nazionalità più presente è quella venezuelana e quasi sempre sono dei nuclei familiari”, dice la difensora ad “Avispa Midia”. Inoltre ella ha dichiarato che stanno aumentando i casi di persone sparite: “Arrivano dei soggetti nei terminal degli autobus, offrendo aiuto alle persone migranti. Le prendono e non si sa più niente di loro”.

Fermare i numeri

Dall’incendio nel centro di accoglienza di Ciudad Juárez, Chihuahua, (dove morirono quaranta persone), le modalità dell’INM cambiarono superficialmente. Venne annunciata la chiusura di trenta centri di accoglienza provvisori per persone migranti a causa di un analisi della Comisión Nacional de los Derechos Humanos (CNDH) sulle condizioni delle strutture.

Lo studio realizzato non tenne conto, però, delle principali vittime delle violazioni dei diritti umani in questi spazi – e che per anni vennero documentate da giornalisti e difensori dei diritti umani.

Da Luglio di quest’anno, le statistiche dell’Unidad de Política Migratoria – dipendente dalla Secretaría de Gobernación (Segob) -, non sono state aggiornate; fino a quel mese, erano state riportate, come “entrate irregolari”, circa 317.334 persone: 93.732 donne e 223.602 uomini.

Almeno 140.671 erano arrivate dall’America del Sud – e superava di molto quelle che arrivavano dal Centroamerica (102.106 ingressi). La nazionalità che riportava il maggior numero di entrate irregolari era quella venezuelana (87.063), seguita dall’Honduras(50.655), dal Guatemala (35.426) e dall’Ecuador (30.252).

Questo report menzionava che 117.076 persone erano state detenute in Chiapas nella prima metà dell’anno, in numero maggiore a Tapachula (58.447), Suchiate (11.541), Huixtla (11.223), Arriaga (8.859), Huehuetán (7.151) e Palenque (4.718).

Nel frattempo, la Comisión Mexicana de Ayuda a Refugiados ha pubblicato che fino ad Agosto si sono registrati 99.881 richiedenti – 33.127 in più rispetto allo stesso periodo del 2022. In questo momento le persone provenienti da Haiti, Honduras, Cuba, El Salvador, Venezuela, Guatemala, Brasile e Cile sono in cima alla lista.

Senza dubbio i numeri non mostrano la realtà della quantità di persone che aspettano di essere ricevute nei differenti municipi del Chiapas. Alcuni testimoni riportano che non possono prenotare sulla piattaforma digitale perché la geolocalizzazione richiede che siano nel nord del paese, dove, per quanti sforzi facciano, non possono dirigersi.

Questa voce è stata pubblicata in Articoli e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.