Una causa mineraria in Guatemala mostra come i tribunali del commercio mettano le grandi imprese al primo posto

di Ana Sandoval (*) 5 Dicembre 2022

Tradotto da Federica per il Gruppo Anarchico Galatea

I resistenti locali chiedono un modello economico diverso, che dia priorità all’acqua e al suolo pulito, alle comunità sane, alla pace, alla dignità e all’autodeterminazione.

Una compagnia mineraria con sede in Nevada ha citato in giudizio il Guatemala per oltre 400 milioni di dollari, la prima causa di questo genere in un paese impoverito del Centro America.

La società si lamenta del fatto che il governo guatemalteco non abbia fatto abbastanza per proteggere i suoi investimenti nel paese. Ma questa è una novità per la mia comunità e per altru che hanno affrontato la violenta repressione della polizia quando abbiamo manifestato in modo non violento contro operazioni minerarie – volte ad avvelenare la nostra salute e l’acqua.

L’azienda, “Kappes, Cassiday & Associates” (KCA), ha presentato la sua causa presso una filiale poco conosciuta della Banca mondiale chiamata “Centro internazionale per la risoluzione delle controversie sugli investimenti” (ICSID).

L’accordo di libero scambio tra America Centrale e Repubblica Dominicana, che il Guatemala ha firmato con gli Stati Uniti nel 2006, consente alle società statunitensi di citare in giudizio i governi in questo foro non solo per la presunta perdita di investimenti della società, ma anche per la presunta perdita di guadagni futuri. Circa l’80 percento dei 400 milioni di dollari che KCA afferma di aver perso si basa su stime di guadagni futuri derivanti da attività di esplorazione che non ha mai condotto.

Il murale recita “Sì alla vita, no alle miniere”. Credits: Iximche Media.

Le cause legali per gli investimenti minano lo stato di diritto.

La mia analisi di questo caso – pubblicata di recente- mostra come i casi di arbitrato sovranazionale come questo, che sono disponibili esclusivamente per le società transnazionali attraverso accordi commerciali e di investimento, ignorino la resistenza e la violenza che le comunità devono affrontare.

L’opzione di citare semplicemente in giudizio i governi fornisce un perverso disincentivo per le aziende nel rispettare la legge e incoraggiare le speculazioni selvagge sulla futura perdita di profitti, anche quando gli investimenti falliscono. Se la causa avrà successo, priverà la popolazione guatemalteca di milioni di dollari in fondi già scarsi e che potrebbero essere utilizzati molto meglio per soddisfare i bisogni primari della popolazione – come i disastri indotti dalla crisi climatica e frenare il flusso dell’emigrazione forzata.

Queste cause non mostrano alcun riguardo per le preoccupazioni delle persone più direttamente colpite dalle operazioni dell’azienda.

Conoscere i fatti

Il nostro movimento “La Puya” ha presentato negli anni ampie prove di come il progetto aurifero di KCA porterebbe all’esaurimento dell’acqua e all’inquinamento, mettendo a rischio la nostra salute. Fin dall’inizio, la miniera ha incontrato una dura opposizione da parte delle nostre comunità che vivono vicino al progetto, appena a nord di Città del Guatemala. Da allora, le nostre comunità hanno mantenuto per oltre 10 anni un accampamento di protesta 24 ore su 24 sulla strada che porta alla miniera.

Le conseguenze sono state minacce, violenze mirate, persecuzioni legali, repressione della polizia e atti di intimidazione. Il progetto, infatti, ha potuto funzionare solo dopo che la dura repressione della polizia nei confronti del movimento ha sgomberato a più riprese il blocco, permettendo il passaggio delle attrezzature, arrivando anche a ferire le persone. Tuttavia, la miniera d’oro ha funzionato solo per due anni, fino a quando i tribunali hanno sospeso il progetto alla fine del 2015 senza averci consultato adeguatamente.

In risposta ai reclami di KCA, il governo guatemalteco ha sostenuto che la società ha fatto affidamento sui favori del governo nell’ottenere la licenza ambientale. Cita le comunicazioni tra il presidente della KCA Daniel Kappes e l’allora direttore generale delle miniere Selvyn Morales nel 2011, in cui Kappes ha scritto: “Mi sentirei molto più a mio agio se lei partecipasse e potesse aiutarci nel processo di acquisizione dei permessi in modo da poterli ottenere prima che la politica si intrometta troppo pesantemente.” Poco dopo questo scambio, Morales ha lasciato il governo per lavorare per una società di servizi minerari, che KCA ha subito contrattato.

Il Guatemala ha costruito gran parte della sua difesa legale sulla documentazione, gli argomenti e gli studi che abbiamo sviluppato durante anni di lotta con il supporto di tecnici, avvocati e organizzazioni alleate. Ad esempio, la difesa legale del Guatemala indica lo studio di impatto ambientale svolto da KCA come incompleto e viziato e persino il governo riconosce che non si doveva approvare. Inoltre, sottolinea la violazione delle norme ambientali da parte dell’azienda e il mancato ottenimento della licenza edilizia per la costruzione della miniera.

Gli avvocati del governo hanno persino invitato i membri della comunità a testimoniare davanti al tribunale arbitrale.

L’industria mineraria pensava di poter schiacciare l’opposizione locale. Ma il governo non è molto meglio.

La difesa del governo legittima effettivamente le ragioni della nostra lotta decennale. Tuttavia, sebbene utilizzi le nostre argomentazioni e prove per cercare di evitare di pagare l’azienda, non si è ancora mostrato disposto a rispettare il nostro diritto di decidere su un progetto che tocca così profondamente la nostra terra e le nostre vite.

Nel Giugno di quest’anno è iniziato il processo di consultazione ordinato dalla Corte Costituzionale sotto la direzione del Ministero dell’Energia e delle Miniere (MEM). Finora il governo ha mostrato scarso interesse nel coinvolgere le comunità più direttamente colpite e che vivono nelle immediate vicinanze della miniera.

Le azioni del ministero sono in contrasto con le stesse argomentazioni del governo presentate al tribunale arbitrale – in cui sottolinea il malcontento locale per il progetto. Critica KCA per aver raggiunto solo il 6% di credibilità tra la popolazione a partire dal 2014, quando è entrato in funzione, secondo un sondaggio commissionato da KCA.

Il governo guatemalteco sostiene nel procedimento arbitrale che, invece di cercare di consultare le nostre comunità, la società ha tentato di corrompere le persone chiave per ottenere un punto d’appoggio a livello locale: “Hanno effettuato pagamenti diretti ai leader municipali e comunitari” e “hanno pagato delle persone per partecipare a sessioni di rafforzamento delle capacità”, dice il governo.

Inoltre, le autorità guatemalteche criticano l’affermazione di KCA nell’aver “consultato” le comunità attraverso dei colloqui con i consigli pubblici a livello comunale e di villaggio e che non possono essere considerati rappresentativi delle popolazioni indigene.

Tuttavia, il Ministero dell’Energia e delle Miniere sta ora ripetendo alcune tattiche simili per escludere dalla consultazione le popolazioni indigene più vicine alla miniera, concentrandosi sulle comunità situate più lontano dal sito. Così come ha fatto KCA in precedenza, il governo sta favorendo la partecipazione delle agenzie pubbliche e dei consigli municipali, [escludendo] le persone direttamente interessate.


Striscioni che celebrano il decimo anniversario, nel Marzo 2022, della Resistenza pacifica di La Puya. Credito: Iximche Media.

L’arbitrato incoraggia sia gli Stati che le aziende nel mettere da parte l’opposizione. Abbiamo bisogno di un nuovo modello.

Ciò dimostra ulteriormente l’assurdità del sistema arbitrale sovranazionale: aziende e governi possono discutere di ciò che vogliono nelle procedure arbitrali, indipendentemente dai fatti sul campo.

KCA ha agito impunemente per ottenere i permessi e non ha mai dimostrato alcuna intenzione di rispettare la legge guatemalteca. Il governo, da parte sua, ha fatto affidamento sulle argomentazioni delle comunità per costruire la propria difesa e ora sembra voltare nuovamente le spalle ai residenti locali.

Nel frattempo, sono le nostre comunità e il popolo guatemalteco in generale che pagheranno un prezzo enorme se il tribunale arbitrale ordina al Guatemala di pagare a KCA anche solo una parte della sua richiesta o se la consultazione viene manipolata per riavviare il suo progetto.

Il Guatemala non ha bisogno di progetti minerari o accordi internazionali che difendano l’impunità e l’avidità delle multinazionali. Piuttosto, dobbiamo combattere la falsa idea che il Guatemala si svilupperà attraverso l’estrazione di risorse naturali, influendo negativamente sul tessuto sociale delle comunità e contribuendo al nostro maggiore impoverimento.

La “Resistenza Pacifica La Puya”, insieme ad altre comunità organizzate in Guatemala, ha ribadito per più di 10 anni che ciò di cui c’è bisogno è un modello economico diverso, che dia priorità all’acqua e al suolo pulito, a comunità sane, alla pace, dignità e autodeterminazione.

(*) Ana Sandoval è un membro della “Resistenza Pacifica La Puya” in Guatemala.

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