Proteste e scioperi nelle prigioni dell’Alabama – 3

Dalle ultime notizie arrivate oggi, 20 Ottobre, i detenuti nelle carceri dell’Alabama hanno concluso temporaneamente lo sciopero del lavoro che si protraeva da circa tre settimane.
Diyawn Caldwell, presidente di “Both Sides of the Wall” e organizzatrice delle manifestazioni fuori dalle carceri, ha dichiarato che se il governo dell’Alabama non soddisferà le loro richieste, lo sciopero riprenderà. La fiducia verso le istituzioni è ad un livello molto basso; come abbiamo tradotto nelle precedenti parti, la situazione carceraria dell’Alabama, tra marginalizzazione, stupri, violenze fisiche e sfruttamento lavorativo, è una vera e propria polveriera pronta a scoppiare nuovamente.
Per il momento concluderemo con questo post la questione carceraria in Alabama, pronti a riprenderla in caso che vi siano degli aggiornamenti.

Terza settimana di sciopero nelle carceri dell’Alabama, tra morti, omicidi e pestaggi di detenuti da parte del personale

Traduzione dall’originale “Alabama prison strike in third week amid reports of deaths, murder and staff beating of inmate

Lo sciopero dei detenuti del sistema carcerario dell’Alabama è giunto alla sua terza settimana. I detenuti non pagati forniscono la maggior parte della manodopera all’interno delle carceri; le interruzioni del lavoro hanno avuto, quindi, un impatto sulle lavanderie e servizi di ristorazione, oltre che su altri compiti essenziali. Sebbene il Dipartimento di Correzione dell’Alabama (ADOC) si sia affrettato a dichiarare che le interruzioni del lavoro fossero in gran parte terminate, i detenuti di cinque delle 14 carceri dello Stato continuano a scioperare.

Secondo quanto riferito, gli scioperi sono proseguiti questa settimana negli istituti correzionali di St. Clair, Staton, Donaldson, Fountain e Bibb, che ospitano circa 7.000 detenuti ciascuno. Le visite del fine settimana sono state annullate in queste strutture.

Lo sciopero è iniziato il 26 settembre con la richiesta di abrogazione retroattivadelle leggi sulle condanne per reati comuni, di riformare la politica sulla libertà vigilata e sui reati capitali commessi da minori e di creare una commissione di controllo per indagare su eventuali condanne ingiuste. Nel giro di poche ore, lo sciopero è stato adottato in tutti i penitenziari dello Stato.

Venerdì scorso (7 Ottobre, ndt), l’ADOC ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava: “La situazione generale delle interruzioni del lavoro dei detenuti presso il Dipartimento di Correzione dell’Alabama (ADOC) sta migliorando in tutto lo Stato. Tutte le strutture femminili continuano a funzionare normalmente e la maggior parte delle strutture maschili sta tornando a funzionare normalmente, compreso il regolare servizio pasti e le visite nel fine settimana.”

Fin dall’inizio, lo Stato ha risposto con mancanza di rispetto ed omissioni. Cinque giorni dopo l’inizio dello sciopero, il governatore repubblicano Kay Ivey ha dichiarato alla stampa che l’ADOC aveva la situazione “sotto controllo”. Le foto e i video dall’interno delle carceri dipingono un ritratto molto più preoccupante.

I filmati dei cellulari ottenuti dal Marshall Project rivelano che la spazzatura si accumula nei corridoi e i detenuti hanno dichiarato di ricevere solo due pasti al giorno, entrambi freddi e non nutrienti. Sui social media sono circolate foto di panini alla mortadella e di una fetta di pane e formaggio ciascuno. I detenuti con esigenze alimentari particolari sono stati lasciati a se stessi senza alcuna considerazione.

Nella prima settimana di sciopero, diversi detenuti hanno presentato una mozione d’urgenza per intervenire nella causa intentata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ) contro l’ADOC e lo Stato dell’Alabama del Dicembre 2020

La mozione sostiene che la mancanza di sostentamento è “sistematica e intenzionale”, una punizione crudele e insolita rivelata [persino] dalla causa [intentata dal DOJ]. I querelanti sostengono che il programma dei pasti e le porzioni [attuali] siano atti di ritorsione, citando un promemoria del Donaldson Correctional Facility di Bessemer che afferma che “le riduzioni dei pasti continueranno fino alla fine dello sciopero del lavoro”.

“I pasti includono fette di pane condite con una sorta di melma, hot dog non cotti e porzioni minuscole di frutta in scatola”, ha dichiarato Clifford Harvey, avvocato dei querelanti.

Harvey stima che questi pasti forniscano circa 800 calorie al giorno; un uomo adulto medio ha bisogno di circa 2.500 calorie al giorno.

Durante le precedenti interruzioni del lavoro, l’ADOC ha portato nelle carceri delle persone provenienti da programmi di rilascio – in modo che essi lavorassero per fornire i pasti. Molti di questi detenuti hanno raccontato di essere stati minacciati di isolamento o di trasferimento in una struttura di sicurezza superiore in caso di rifiuto.

Nel penitenziario di Limestone, vicino a Huntsville, un detenuto che era stato portato a preparare i pasti durante lo sciopero, è stato filmato mentre affermava che un tenente gli avesseintimato di andare “a qualunque costo.”

“Mi hanno costretto a venire qui da Decatur, mettendo a rischio la mia vita, lavorando contro i detenuti, la mia stessa gente”, ha detto Doyle Lebron Gregory in un video.

Gregory afferma che almeno due detenuti del penitenziario di Decatur sono stati rinchiusi per essersi rifiutati di partecipare. Robert Earl Council, il detenuto e attivista che ha filmato le dichiarazioni di Gregory, sostiene che gli agenti di custodia lo abbiano picchiato e messo in isolamento per aver girato il video.

Lo Stato che afferma di avere le carceri “sotto controllo” è una barzelletta oscena. Dall’inizio dello sciopero, nove detenuti sono morti, tre solo il 6 Ottobre. Infatti, un detenuto di Donaldson è stato accoltellato a morte meno di 24 ore dopo che Ivey aveva detto ai giornalisti che “tutto è operativo”.

Un video girato da un detenuto con un cellulare sembra mostrare l’accoltellamento. L’ADOC non ha confermato né smentito l’autenticità del video; ha solo confermato l’accoltellamento mortale del trentenne Denarieya Smith. I detenuti di Donaldson sono responsabili di quattro dei nove decessi dall’inizio dello sciopero.

Carla Crowder, direttrice esecutiva del gruppo di difesa “Alabama Appleseed”, ha dichiarato al Montgomery Advertiser che le parole di Ivey sono “prive di senso” e “non ancorate nella realtà”.

“Quello che abbiamo visto in quel video è oltraggioso”, ha detto Crowder, “ma è stato oltraggioso nell’ADOC per tanto tempo, e non si è mai fermato. Non è insolito avere più omicidi o [morti per] overdose di droga in una settimana, o video che circolano dove le guardie dormono e la droga circola apertamente nei dormitori. È la nuova normalità”.

All’indomani dell’omicidio di Smith, i funzionari dell’ADOC si sono rifiutati di fornire i dati ai giornalisti, ma hanno affermato che la prigione era dotata di personale sicuro. I rapporti dell’ADOC smentiscono queste affermazioni: secondo i rapporti trimestrali del 20 Settembre, l’intero sistema carcerario impiega solo 1.895 persone. Solo Donaldson imprigiona quasi 1.500 persone. In tutto lo Stato, l’ADOC imprigiona oltre 26.000 uomini e donne in un sistema penitenziario progettato per ospitarne poco più di 15.000.

Diyawn Caldwell di “Both Sides of the Wall” afferma che “il numero di morti è aumentato in modo significativo” da quando il Dipartimento di Giustizia ha fatto causa allo Stato, secondo il Marshall Project. “Il personale è insufficiente. Gli agenti portano le droghe che uccidono le persone. Le condizioni sono barbare. Ci sono persone che si suicidano. Nessuno ottiene la libertà vigilata. Che altro possiamo fare?”

I querelanti, nella mozione di intervento, affermano che le condizioni “sono peggiorate notevolmente” in questo lasso di tempo.

L’ADOC riferisce di un tasso di riduzione del personale in costante aumento. Ha perso 495 membri del personale tra il Settembre 2021 e il Settembre 2022 e ha oltre 500 posti vacanti. Allo stesso tempo, il tasso di rifiuto della libertà vigilata è aumentato drasticamente, raddoppiando tra il 2017 e il 2021. Nel 2017, la commissione per la libertà vigilata ha negato il 46% delle domande. Nel 2021, ha negato l’84% delle domande [- numeri che sono aumentati] dopo che il Dipartimento di Giustizia, nella sua causa [contro lo Stato dell’Alabama] ha citato il fattore del sovraffollamento.

La carenza di personale non è l’unico problema delle carceri dell’Alabama. I farmaci, in particolare gli oppioidi da prescrizione, entrano nelle carceri anche durante i periodi di lockdown. I detenuti hanno denunciato numerosi abusi.

Nel 2014, il “Southern Poverty Law Center” ha rappresentato diversi detenuti malati di mente che hanno denunciato di essere stati penalizzati e maltrattati a causa delle loro malattie. Ai denuncianti sono stati negati i servizi professionali durante le crisi acute, sono stati sanzionati per aver mostrato i sintomi delle loro malattie e, in alcuni casi, sono stati incoraggiati a suicidarsi.

La denuncia offre un’illustrazione particolarmente brutale: “Dopo che un detenuto aveva richiesto ripetutamente assistenza per la propria salute mentale,si era tagliato con uno dei rasoi. Un agente penitenziario gli ha detto: “Se muori, muori.””

Il detenuto aveva ricevuto i rasoi da un agente penitenziario.

Nel 2017, il giudice distrettuale statunitense Myron Thompson si è pronunciato contro l’ADOC in quella causa [intentata dai detenuti con malattie mentali]. Ha sottolineato i diversi deficit dell’ADOC nel trattare i detenuti con problemi mentali e ha evidenziato il sovraffollamento e la carenza di personale con particolare preoccupazione.

Thompson ha scritto nella sua sentenza che “la gravità e l’urgenza” dei reclami richiedevano che “il soccorso fosse sia immediato che a lungo termine”.

L’unico soccorso immediato è arrivato quando un detenuto si è suicidato due settimane dopo aver testimoniato nel processo. L’ADOC ha apportato alcune modifiche alle sue linee guida per la sorveglianza dei suicidi; ma la carenza di personale è peggiorata insieme al sovraffollamento. I detenuti hanno continuato a denunciare abusi da parte del personale.

Proprio la settimana scorsa, un video [proveniente dal] carcere di Elmore e che ritraeva l’agente di custodia Ell White picchiare un detenuto nel bel mezzo di una crisi mentale, è diventato virale sui social media ed è stato diffuso in tutto il mondo.

Il detenuto, Jimmy Norman, 44 anni, ha assunto un avvocato e vuole intentare una causa. Il pestaggio è avvenuto a Settembre; l’ADOC ha messo White in congedo la scorsa settimana quando il video è stato reso pubblico.

White è stato coinvolto nell’uccisione, nel 2017, di Billy Smith, un detenuto del carcere di Elmore che era stato picchiato e legato dagli agenti di custodia dopo un alterco con altri detenuti. Tenuto a faccia in giù sul pavimento, Smith ha vomitato e ha iniziato a soffocare.

White era uno degli agenti di custodia incaricati di trasportare Smith in un altro carcere per ricevere cure mediche. Smith non rispondeva quando è stato fatto scendere dal furgone di trasporto e in seguito è stato dichiarato morto. Gli infermieri che hanno visitato Smith hanno riferito di aver sentito dell’acqua nei polmoni; dopo le indagini, White ha ammesso di aver versato dell’acqua su Smith, presumibilmente per risvegliarlo, un dettaglio che aveva omesso nel rapporto originale.

White non ricevette alcuna azione disciplinare nonostante l’indagine interna dell’ADOC lo ritenesse responsabile nel pestaggio e nella morte di Smith. In seguito è stato citato in numerose denunce per uso eccessivo della forza da parte degli agenti di custodia a Elmore – dove l’ “Equal Justice Initiative” (EJI) afferma che la violenza contro i detenuti è “endemica”. In un periodo di sei mesi, l’EJI ha scoperto più di una dozzina di denunce di detenuti immobilizzati, spogliati e picchiati dagli agenti.

L’incarico di White dimostra che lo Stato non si riformerà da solo; anche ora si sta facendo beffe della causa intentata dal Dipartimento di Giustizia.

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