Ungheria: tra farsa e tragedia

La libreria “Líra Könyv” di Budapest è stata multata di 12 milioni di fiorini (circa 32mila euro) per la vendita della graphic novel “Heartstopper” di Alice Oseman – che parla del rapporto amoroso tra due studenti maschi delle scuole superiori. La Legge LXXIX del 2021 “sull’adozione di provvedimenti più severi nei confronti degli autori di reati di pedofilia e sulla modifica di alcune leggi per la tutela dei minori” vieta agli enti commerciali di mettere in mostra del materiale inadatto alle “persone minori di diciotto anni”, ovvero prodotti che possano promuovere l’omosessualità, il cambiamento di genere e l’identità di genere diversa dalla nascita.1

Secondo Sára Botond, politico del partito di destra FIDESZ, nonché ex sindaco dell’VIII distretto della città di Budapest e attualmente funzionario responsabile dell’Ufficio governativo della capitale magiara, “i libri [venduti da Líra Könyv] raffigurano atti omosessuali e sono stati comunque inseriti nella categoria “letteratura per bambini” – anche se questa viene classificata come “letteratura per ragazzi” -, e non erano nella confezione chiusa.”

Le autorità di Budapest hanno obbligato il negozio a coprire il materiale, avvertendo che in futuro reagiranno in modo più stretto alle violazioni della legislazione vigente.

Minorenni e leggi sessuofobe e lgbtqiafobiche

La legge LXXIX del 2021 è stata adottata dal Parlamento a maggioranza FIDESZ. Prima e dopo la ratifica venne ampiamente criticata in quanto: ometteva la tutela e la protezione verso le persone pre-adolescenti; vietava la pubblicizzazione di materiale considerato pornografico a minori di 18 anni; metteva sullo stesso piano la pedofilia e la comunità non eterosessuale (LGBTQIA+). Dalle conclusioni di uno studio ungherese condotto da Jäger Anett e Tigyi Zoltánné, “Indagine sui comportamenti sessuali degli studenti delle scuole secondarie”,2 venne fuori che bisognava “[…]ripensare e rivedere il programma di educazione sessuale organizzato nelle scuole [ungheresi], in modo che i giovani, indipendentemente dal genere e dal tipo di scuola, siano dotati di un livello adeguato di conoscenze sulla sessualità. Le scuole religiose non dovrebbero fare eccezione a questa regola, poiché il credo religioso non ha più un effetto protettivo sugli atteggiamenti e sulle attività sessuali dei giovani. Tuttavia, riteniamo importante che questo aspetto dell’educazione non sia incluso solo nei programmi dell’ottava classe, ma anche nei gradi precedenti, tenendo conto dei risultati delle ricerche sulle abitudini sessuali degli adolescenti e sottolineando il rapporto tra ragione ed emozioni. […]”

A ragion veduta, quindi, l’educazione sessuale, i libri e la letteratura riguardanti gli orientamenti e generi sessuali svolgono un ruolo importante nell’accettazione della sessualità tra i minori di 18 anni – specie se si stanno rendendo conto di essere attratti dal proprio sesso o di volerlo cambiare. Questi strumenti culturali, quindi, possono essere un sostegno per coloro che non sono eterosessuali. Ma con una legge dove si penalizza e criminalizza tutto ciò che non è eteronormato, si possono creare delle dinamiche “assurde” all’interno delle istituzioni scolastiche dove lu ragazzu, per esempio, potrebbero chiedere ai docenti cosa siano i generi e orientamenti sessuali – senza ricevere una risposta in quanto il personale scolastico teme, e non a torto, di trasgredire la legge LXXIX del 2021. Questo stato di cose promuove, quindi, uno stato permanente di paura e imbarazzo dove le persone inferiori ai 18 anni, non riescono ad esprimersi come vorrebbero e, di conseguenza, dovrebbero accettare l’eterosessualità come unica forma relazione esistente e pratiche sessuali non sicure. L’ostilità governativa, in tal modo, favorisce una politica conservatrice e reazionaria, dove a pagare pegno saranno le persone femminili, LGBTQIA+, pre-adolescenti e adolescenti etc.

Lgbtqiafobia come distrazione di massa

L’approvazione di una legge del genere serve per sviare l’attenzione mediatica e pubblica da una serie di speculazioni economiche e politiche in corso.

L’allontanamento sempre più marcato di Orban dall’orbita dell’Unione Europea – criticato per come sostenga Putin e strumentalizzi ed usi per fini elettorali la propaganda anti-migranti -, ha fatto sì che l’Ungheria si avvicinasse, economicamente parlando, alla Cina. Se vediamo la questione a livello geografico, vediamo come i cosiddetti paesi del blocco di Visegrad (Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca e, per l’appunto, Ungheria) stringano sempre più rapporti con la Cina.

Stando a quanto riportato nella conferenza stampa del Ministero del Commercio della Repubblica Popolare Cinese (6 Maggio di quest’anno), “i legami commerciali ed economici tra la Cina e l’Europa centrale e orientale sono cresciuti nell’ultimo decennio, nonostante le recenti sfide come la pandemia COVID e il rallentamento dell’economia mondiale. Finora, gli investimenti bidirezionali tra la Cina e i Paesi dell’Europa centrale e Orientale (PECO) hanno raggiunto quasi 20 miliardi di dollari. […] Nel primo trimestre del 2023, gli investimenti diretti della Cina nei Paesi dell’Europa centrale e orientale sono aumentati del 148% rispetto all’anno precedente. […] Dal 2012 il commercio cinese con i Paesi dell’Europa centrale e orientale è cresciuto a un tasso medio annuo dell’8,1%, mentre le importazioni cinesi da questi Paesi sono aumentate in media del 9,2% su base annua, secondo i dati. Il commercio bidirezionale ha raggiunto i 33,3 miliardi di dollari nel primo trimestre, con un aumento dell’1,6% rispetto all’anno precedente, mostrando un inizio costante e positivo. […] Il numero di treni merci Cina-Europa si è attestato a 16mila unità nel 2022, con un aumento del 9% rispetto all’anno precedente. Polonia, Ungheria, Slovacchia e altri Paesi sono diventati destinazioni chiave per i treni merci Cina-Europa. […]”3

Riguardo al discorso ungherese, gli accordi economici tra le classi dirigenti magiare e cinesi si sono evoluti rispetto a quattro anni fa 4: ciò lo si vede dall’onnipresenza di Huawei nel paese magiaro e dall’espansione ferroviaria della linea Belgrado-Budapest – un progetto in cui vi è coinvolto, come vincitore dell’appalto, il miliardario, nonché politico di FIDESZ, Lorinc Meszaros, grande amico di Orban e attualmente maggiore azionista della “Global Opus” (un conglomerato industriale inserito nei settori energetici, alimentari ed edili).

Ma al di là di questi accordi e delle privatizzazioni delle arterie stradali e degli appartamenti di proprietà dei comuni, l’Ungheria sta affrontando una recessione economica che perdura da almeno un anno e mezzo a questa parte.

Per distrarre buona parte dell’opinione pubblica da questi problemi economici e cercando di sedare i vari scioperi (in ultimo quello degli insegnanti dei mesi Maggio-Giugno 2023), Orban e soci si appellano all’identitarismo, precisamente alla “maggioranza eteronormata”. In questo modo, FIDESZ usa la questione LGBTQIA+ come uno spauracchio per estendere e difendere, come detto, la base elettorale – seguendo l’esempio di altri paesi del blocco di Visegrad e della Russia su aborto, leggi anti-trans e via dicendo -, e nasconde a livello mediatico un disastro economico dietro le porte (e di cui la Cina non potrà fare altro che guardare e aspettare un futuro ricambio governativo).

Note

1Questa norma è stata inserita nell’Atto XLVIII del 2008 “sulle condizioni di base e su determinate restrizioni alle attività di pubblicità economica”. Link in ungherese: https://njt.hu/jogszabaly/2021-79-00-00.0 ; link in inglese: https://web.archive.org/web/20220103092634/https://njt.hu/translation/J2021T0079P_00000000_FIN.PDF

2Titolo originale “Szexuális magatartás vizsgálat középiskolások körében”. Link: https://www.researchgate.net/publication/292606821_Szexualis_magatartas_vizsgalat_kozepiskolasok_koreben

3“Economic Watch: China, Central and Eastern Europe see closer economic ties”. Link: http://www.china-ceec.org/eng/jmhz/202305/t20230512_11076446.htm

4Vedere “Fumo d’Ungheria”, Umanità Nova, 9 Giugno 2019. Link: https://umanitanova.org/fumo-dungheria-1/

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