Guerrafondai colonizzatori

La società tedesca “Rheinmetall”, azienda tedesca leader nella produzione di armi e materiali bellici, aprirà uno stabilimento di veicoli blindati in Ucraina occidentale entro le prossime 12 settimane. Fin dall’inizio di questo 2023, la società di armi e veicoli bellici tedesca aveva dichiarato al quotidiano “Rheinische Post” di voler aprire una fabbrica di carri armati da 200 milioni di euro sul territorio ucraino – la cui produzione dovrebbe aggirarsi sui 400 carri armati all’anno. L’amministratore delegato di “Rheinmetall” Armin Papperger, in un’intervista rilasciata alla CNN, dichiara che: “[Gli ucraini] devono aiutarsi da soli. Se devono sempre aspettare [che] gli europei o gli americani [li] aiutino nei prossimi 10 o 20 anni… beh questo non sarà possibile.”

Il futuro impianto di veicoli blindati in territorio ucraino verrà gestito insieme a “Ukroboronprom”, una società pubblica controllata dal governo di Zelensky e che riunisce diverse imprese nazionali operanti nell’industria della difesa.

Al momento”, dichiara Papperger sempre nell’intervista alla CNN, “ci sono molte fabbriche che producono beni militari [in Ucraina]. Questa è solo un’altra – e la possiamo proteggere [dagli attacchi russi].

La settimana scorsa la Germania ha dichiarato di voler spendere il 2% del prodotto interno lordo per la difesa a partire dal 2024, in linea con l’obiettivo fissato dalla NATO per tutti gli Stati membri. Per proteggersi da qualsiasi attacco esterno, Papperger afferma che come minimo la NATO dovrebbe aumentare l’obiettivo al 3% del PIL, aggiungendo che l’Europa non sarebbe pronta a difendersi adeguatamente in un conflitto armato con la Russia: “il continente deve investire di più e abbiamo bisogno di alcuni anni per riempire le scorte [di munizioni] perché, al momento, le scorte sono vuote.”

Sempre quanto detto da Papperger, l’azienda di armi prevede di concludere con il governo tedesco un accordo sulla produzione e vendita di munizioni del valore di miliardi di euro; una parte di questo materiale verrà destinato all’Ucraina.

La presenza in Ucraina di un’industria bellica che ha fatturato 6,4 miliardi di euro nel 2022 1 (con un aumento del 13% rispetto al 2021), delinea come il governo ucraino sia a corto di materiale bellico e, al contempo, cerca di attirare investitori stranieri – nonostante il territorio sia completamente devastato dalle bombe russe.
Uno stato di cose del genere, per la borghesia manifatturiera e finanziaria occidentale, è una manna dal cielo: potranno produrre e rifornire armi alle Forze armate dell’Ucraina e stringere sempre più il cappio dei prestiti tramite il Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale.
La colonizzazione e spartizione futura di un’Ucraina post-bellica è bella e servita.

Nota

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