Traduzione dall’originale Over one million workers could strike on 1 February
I leader sindacali parlano di una giornata di sciopero unitaria. Ma gli attivisti devono lottare perché sia il trampolino di lancio per una maggiore resistenza, non soltanto una protesta di un giorno.
I leader sindacali si stanno muovendo per indire una giornata di sciopero unitaria che potrebbe coinvolgere oltre un milione di lavoratori mercoledì 1° Febbraio. Il piano è un altro segno di quanto le cose stiano cambiando – e del potenziale di lotte efficaci per trasformare la politica britannica.
Una giornata di sciopero unitaria può diventare un punto di riferimento per l’intera classe operaia, indipendentemente dal fatto che abbia votato o meno per lo sciopero o che [lavoratori e lavoratrici] siano iscritti/e o meno in un sindacato. Ogni attivista dovrebbe spingere per questa iniziativa e costruirla nella maniera più ampia possibile con picchetti di massa, marce e proteste militanti.
Ma la visione dei leader sindacali è ancora molto lenta e limitata. Lasciata a se stessa, sarà in gran parte passiva e sarà la fine di un processo piuttosto che un inizio.
La scorsa settimana [12-18 Dicembre 2022] i vertici di circa 20 sindacati si sono incontrati per discutere della possibilità di un’azione congiunta. Tra i presenti c’erano rappresentanti dei sindacati CWU, PCS, NEU, NASUWT, Unison, GMB, Aslef e FBU.
La maggior parte di essi mirava a uno sciopero di un giorno il 1° Febbraio. Tuttavia, molti sono in attesa dei risultati delle votazioni. Il voto del NEU, che coinvolge centinaia di migliaia di insegnanti, si chiude il 13 Gennaio. È appena in tempo per dare i 14 giorni di preavviso richiesti dalle leggi antisindacali per il 1° Febbraio [ – sempre] se i funzionari sindacali si muovono rapidamente. Il voto del sindacato degli insegnanti NASUWT in Inghilterra e Galles termina il 9 Gennaio.
Ma, ad esempio, le votazioni per il sindacato dei vigili del fuoco FBU si protraggono fino al 30 Gennaio, quindi non saranno convocati il 1° Febbraio.
La scorsa settimana i leader sindacali hanno concordato di riunirsi nuovamente il 10 Gennaio per prendere una decisione definitiva. La data è oggetto di discussione. Questa settimana (quella del 19-25 Dicembre 2022, ndt) il leader dell’UCU Jo Grady ha dichiarato agli iscritti del sindacato: “È possibile che l’azione coordinata del TUC venga indetta nella prima settimana di Febbraio (a partire dal 6 Febbraio)”.
Un membro dell’esecutivo sindacale di alto livello, a conoscenza di quanto accaduto, ha dichiarato a Socialist Worker: “Tutti si rendono conto che stanno per arrivare decisioni importanti. Ci saranno accordi nel settore ferroviario e postale, e gli infermieri riusciranno a spuntarla?
“Alcuni di coloro che sono fuori da un po’ di tempo sentono che avrebbero bisogno di un po’ più di sostegno per superare la soglia e ottenere qualcosa. Ma la maggior parte dei leader sindacali è anche desiderosa di ottenere attenzione per la propria azione specifica, quindi non è convinta dell’idea che lo sciopero unitario sia la via principale da seguire”.
È in atto un vero e proprio cambiamento. Centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici sono già stati/e coinvolti/e in scioperi quest’anno. L’Ufficio per le statistiche nazionali ha dichiarato il 13 Dicembre che a Ottobre sono state “perse” 417.000 giornate lavorative a causa degli scioperi. È il dato più alto dal Novembre 2011, quando 2,5 milioni di lavoratori del settore pubblico hanno scioperato per gli attacchi alle pensioni.
Tra Giugno e Ottobre di quest’anno, ci sono state più di 1,1 milioni di giornate di sciopero, il numero più alto in un periodo di cinque mesi dall’inizio del 1990. E queste cifre sottovalutano sempre il numero effettivo di lavoratori e lavoratrici coinvolti/e, perché si basano sui rapporti dei datori di lavoro.
Ma ciò che colpisce è quanto poco i leader sindacali si siano mossi per adeguarsi alle nuove possibilità. Nessun leader sindacale, sia di destra che di sinistra, ha lanciato un appello per un’azione concreta a sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici del Servizio sanitario nazionale.
Il sindacato degli infermieri RCN ha organizzato scioperi in vaste aree dell’Inghilterra e del Galles per la prima volta da oltre un secolo. Ma questo fatto straordinario, e la profondità della crisi sociale che riflette, non ha suscitato quasi alcuno scalpore tra i segretari generali.
Non ci sono stati appelli ufficiali a livello nazionale per una reale solidarietà nei picchetti, né manifestazioni o raduni di sostegno. Perché i leader sindacali non hanno spinto per azioni sul posto di lavoro – almeno durante le pause – a sostegno degli infermieri ed infermiere e dei lavoratori e lavoratrici delle ambulanze? Perché non spingersi oltre e incoraggiare i lavoratori e le lavoratrici a recarsi ai picchetti del RCN, della GMB, dell’Unison e dell’Unite NHS?
La risposta è: il timore dei leader sindacali è che qualsiasi cosa possa essere vista come una violazione delle leggi antisindacali. Ci sono state alcune imponenti manifestazioni di sostegno e picchetti, ma solo grazie all’iniziativa di sindacalisti e attivisti locali.
L’editorialista del “Financial Times” Sarah O’Connor ha scritto questa settimana: “Arrivati alla fine dell’anno, è difficile sostenere che il 2022 sia stato un anno positivo per i lavoratori. I salari globali sono scesi in termini reali quest’anno per la prima volta dall’inizio degli studi comparabili.
“Nel Regno Unito, secondo le previsioni ufficiali, un decennio di crescita stagnante dei salari prima della pandemia sarà seguito dal più forte calo del tenore di vita delle famiglie in sei decenni. A me non sembra una spirale salari-prezzi. Sembra un attacco contro le condizioni di vita”.
Abbiamo bisogno di vittorie. Tutti dovrebbero spingere affinché il 1° Febbraio diventi una realtà e che sia un trampolino di lancio per l’escalation di scioperi a oltranza necessari a garantire il successo.
Tony Cliff, fondatore del Partito Socialista dei Lavoratori, ha scritto che uno sciopero di massa “accentua tutta la forza della classe” ma anche “tutte le sue debolezze – l’influenza della burocrazia, l’immaturità ideologica”.
Lottiamo per un grande sciopero il 1° Febbraio e perché sia un passaggio decisivo ad un livello di lotta più alto.