Cina: le prime crepe nella stabilità del paese?

-Un’economia in affanno
Nel mese di Ottobre l’inflazione al consumo in Cina si è attestata al 2,1%, in calo rispetto al 2,8% di Settembre.

Questo dato di Ottobre ha segnato il tasso d’inflazione più basso da Maggio del 2022; come spiegato dagli analisi della Nomura Holdings 1a differenza del resto del mondo, la Cina ha avuto una bassa inflazione a causa della debolezza della domanda interna – dovuta alla “Strategia Zero-Covid” (ZCS) -, al crollo dei mercati immobiliari e ad alcune altre politiche settoriali. Prevediamo che l’inflazione CPI (prezzi al consumo,ndt) scenderà ulteriormente all’1,8% annuo a Novembre, a causa delle chiusure e del calo della crescita delle esportazioni, che potrebbe comprimere i prezzi interni.

Questi blocchi, come riportato nel “World Economic Outlook” del Fondo Monetario Internazionale dell’11 Ottobre 2022 “previsti dalla politica di zero COVID hanno avuto ripercussioni sull’economia, soprattutto nel secondo trimestre del 2022. Inoltre, il settore immobiliare, che rappresenta circa un quinto dell’attività economica cinese, si sta rapidamente indebolendo. Date le dimensioni dell’economia cinese e la sua importanza per le catene di approvvigionamento globali, questo peserà molto sul commercio e sull’attività globale. […] Le revisioni riflettono il declassamento della crescita in Cina, al 3,2% nel 2022 (la crescita più bassa in oltre quattro decenni, escludendo la crisi iniziale del COVID-19 nel 2020). I focolai di COVID-19 e le serrate in diverse località, oltre al peggioramento della crisi del mercato immobiliare, hanno frenato l’attività economica in Cina, anche se si prevede un aumento della crescita al 4,4% nel 2023. […] Peggioramento dei problemi immobiliari della Cina – La crescita della Cina si è indebolita in modo significativo dall’inizio del 2022 ed è stata soggetta a revisioni al ribasso dopo le serrate di Aprile 2022 a Shanghai e altrove e a causa del previsto rallentamento del commercio globale. I rischi al ribasso per la ripresa della crescita cinese dominano lo scenario [mondiale], con segnali di un significativo rallentamento del settore immobiliare, storicamente un motore di crescita per l’economia cinese. Il calo delle vendite di immobili impedisce ai costruttori di accedere a una fonte di liquidità necessaria per portare a termine i progetti in corso, mettendo sotto pressione i loro flussi di cassa e aumentando la possibilità di ulteriori inadempienze sul debito. Preoccupati per il ritardo nella consegna delle unità abitative, migliaia di acquirenti chiedono una moratoria sui pagamenti dei mutui, che porterebbe ad una morosità e aggraverebbe il rischio di prestiti in sofferenza per le banche, oltre alla stretta di liquidità che i costruttori devono affrontare. L’incertezza sul settore immobiliare potrebbe avere un impatto anche sui consumi e sulle finanze degli enti locali. Un’ulteriore intensificazione degli anelli di retroazione negativa tra le vendite di alloggi e lo stress dei costruttori rischia di provocare una rettifica immobiliare più ampia e prolungata. Sarebbe un duro colpo, visto che il settore immobiliare rappresenta circa un quinto del PIL cinese. Inoltre, le potenziali perdite del settore bancario potrebbero indurre più ampie ricadute macro-finanziarie che peserebbero sulla crescita cinese a medio termine.”2

La domanda in Cina è stata duramente colpita dalla crisi del mercato immobiliare in corso e dai ripetuti focolai e blocchi di Covid, che hanno pesato sulla fiducia degli acquirenti interni e sugli investitori esterni – timorosi per l’elevata inflazione globale e la recessione dietro l’angolo.

Per Bruce Pang, capo economista della “Jones Lang LaSalle Inc.” 3, la Cina può “iniziare a impegnarsi in una feroce battaglia con i rischi incombenti della deflazione data dalla domanda interna debole e dall’indebolimento della domanda di esportazione”.

In linea teorica, per uscire da questo tipo di pantano il governo cinese dovrebbe riaprire i mercati e, contemporaneamente, stimolare la domanda nelle principali regioni produttrici e commerciali del paese. Ma secondo le analisi della Nomura, una riapertura della Cina per il prossimo anno potrebbe essere una ripetizione di quest’anno con i funzionari cinesi che applicheranno i blocchi qualora i casi di Covid salissero alle stelle.
Di conseguenza i problemi delle basse domande interne ed esterne si confermeranno, peggiorando una situazione sociale già di per sé esplosiva.

-Il paese alle prese con la rabbia della popolazione
Come riportato dalle maggiori testate internazionali, la scorsa settimana la Repubblica Popolare Cinese è stata attraversata da una ondata di proteste ed in alcuni casi di vere e proprie rivolte, dovute, sembrerebbe, all’insofferenza della popolazione nei confronti delle rigidissime politiche di lockdown imposte dallo Stato alla popolazione.

In particolare, due sono gli episodi che stanno circolando in questo momento, con relativi video: il primo riguarda l’incendio che ha interessato un palazzo ad Urumqi, capitale della regione dello Xinjiang, tristemente nota per le politiche di segregazione etnica adottate dallo Stato cinese nei confronti della popolazione uigura, di religione musulmana; il secondo riguarda invece le proteste scoppiate a Pechino, città cuore del potere centrale cinese.

Ad Urumqi sembra che circa 4 milioni di persone abbiano vissuto in regime di strettissimo lockdown – in particolare quelle rimaste in isolamento nelle proprie case per più di tre mesi. L’incendio e il divieto per gli/le abitanti del palazzo di potersi mettere in salvo sono state l’ultima goccia che ha portato migliaia di manifestanti per strada a protestare. Proteste che in questo momento sembrerebbero essere state vincenti in quanto viene riportato che alcune delle disposizioni più rigide del protocollo anti-contagio sono state, per il momento, sospese.

A ciò si aggiunge la rivolta degli operai impiegati alla Foxconn nella città di Zhengzhou, azienda produttrice degli iPhone per conto di Apple, nota alle cronache per le durissime condizioni di lavoro che avevano scatenato un’ondata di suicidi tra lavoratori e lavoratrici – e di cui l’azienda, una decina di anni fa, non aveva trovato niente di meglio che sbarrare le finestre ed installare delle reti anti-suicidio.

Tra i motivi della rabbia abbiamo: le paghe da fame, l’impossibilità di reperire cibo, la costante sorveglianza elettronica messa in atto all’interno degli stabilimenti e la trasformazione dei dormitori comuni in veri e propri lazzaretti – dove le persone ammalate di Covid-19 hanno dormito insieme ai non contagiati, scatenando ulteriori focolai.

Quando la borghesia parla di salute, anche quando si dichiara socialista come nel caso cinese, ha in mente una cosa ben precisa: la salute del proprio portafoglio a discapito della vita di centinaia di migliaia di persone – considerate quest’ultime materia prima facilmente rimpiazzabile, specie in un territorio popoloso come quello cinese.

Considerando il livello di deflazione, il mercato dei prodotti informatici ed elettronici, in particolare, è in crisi: nel periodo Gennaio-Ottobre 2022 i profitti ottenuti si aggiravano intorno ai 6 miliardi di yuan (804 milioni di euro) – con un calo del 2,9% rispetto allo scorso anno. 4

Per risollevare il crollo della domanda, varie aziende hanno richiesto l’aiuto delle autorità cinesi per incentivi e sovvenzioni. Tra queste vi troviamo la citata Foxconn che, reclutando crumiri e frenando l’esodo dei lavoratori e delle lavoratrici, ha promesso dei bonus monetari (Tabella 1) ottenibili solo sotto determinate condizioni lavorative.

Tabella 1.
Prevenire le malattie e preservare la produzione – Proteggere insieme la casa
Nuovi incentivi”
Con il forte sostegno del governo, l’impianto Integrated Digital Product Business Groups (IDPBG) di Zhengzhou ha compiuto progressi costanti nella prevenzione delle epidemie e sta ripristinando la produzione e la vita in modo ordinato. Per ringraziare i nostri colleghi per la loro perseveranza e protezione, continueremo a collaborare con i requisiti governativi [inerenti alla] prevenzione delle epidemie e con gli accordi di produzione dell’azienda per vincere insieme la battaglia. La nuova politica di incentivi per Novembre è la seguente:
Destinatari: Tutti i dipendenti dello stabilimento iDPBG di Zhengzhou che hanno una presenza normale.
Periodo di applicazione: 1 Novembre 2022 – 30 Novembre 2022

Progetto

Attuale norma

Nuovo incentivo

Sovvenzione per la partecipazione

100 yuan al giorno

(13 euro)

400 yuan al giorno

(53 euro)

Bonus di presenza completo La partecipazione cumulativa durante il periodo [che va dal] 26 Ottobre all’11 Novembre è ammissibile. I premi a tempo pieno sono disponibili sui seguenti criteri: ① Cessazione della politica di incentivazione a tempo pieno originale. La presenza durante il periodo 26-31 Ottobre sarà calcolata in base ai giorni (120 yuan al giorno (16 euro), massimo 600 yuan (80 euro))

②Il seguente nuovo standard sarà applicato dall’1 Novembre al 30 Novembre.

Frequenza cumulativa

Frequenza cumulativa

Dai 7 ai 10 giorni

Tra i 10 e i 13 giorni

Superiore ai 13 giorni

Tra i 15 e i 20 giorni

Tra i 20 e i 25 giorni

Superiore ai 25 giorni

600 yuan

(80 euro)

1100 yuan

(147 euro)

1500 yuan

(201 euro)

3000 yuan

(402 euro)

4000 yuan

(536 euro)

5000 yuan

(670 euro)

15.000+ [yuan] (2011 euro) di bonus totale per la partecipazione completa a Novembre

Condizioni di pagamento:
Nessun congedo/ assenteismo/ trasferimento/ uscita anticipata o tardiva superiore ai 30 minuti e non meno di 8 ore di frequenza giornaliera
(Frequenza normale durante l’allattamento)
I premi a tempo pieno devono raggiungere il numero corrispondente di giorni di frequenza cumulativa sulla base del rispetto delle condizioni di frequenza sopra indicate.
La busta paga di cui sopra viene pagata nel mese in corso ed è pagabile in base al servizio.

Le scene che circolano su internet mostrano giovani operai incazzati distruggere le telecamere di sorveglianza e scontrarsi con i reparti antisommossa. Intanto, sembra che la rivolta darà i suoi frutti, giacché il danno economico a Foxconn si è fatto sentire: sembra che verranno prodotti 6 milioni di Iphone 14 in meno e che Apple abbia già perso 1 miliardo di dollari di ricavato.

Una cronistoria degli eventi
Secondo quanto riportato sul sito China Labour Bullettin, la situazione era critica già a metà Ottobre. Di seguito una cronologia degli eventi

13 Ottobre
Iniziano a salire i casi di Covid-19 nella città di Zhengzhou, provincia di Henan, e Foxconn, fornitore di Apple, implementa un sistema di gestione a ciclo chiuso per mantenere la produzione di Iphone durante il periodo di punta. Ai lavoratori non è permesso lasciare la fabbrica e devono rimanere nei dormitori quando non sono di turno, anche per i pasti, e devono fare test PCR più volte.

24-27 Ottobre
Cambiano le politiche sui test PCR e l’isolamento, e crescono i casi di Covid-19 all’interno della fabbrica. A causa della mancanza di sufficienti siti di isolamento, i lavoratori positivi e negativi vengono tenuti insieme, e nella fabbrica cominciano ad esaurirsi i beni primari. I lavoratori danno l’allarme facendo circolare le loro storie online. Foxconn ribadisce che la produzione è normale.

28-31 Ottobre
Molti lavoratori vogliono lasciare il sistema a ciclo chiuso, ma ci sono restrizioni ai trasporti pubblici a causa della politica Zero Covid. Pertanto, nel corso dei giorni, migliaia di lavoratori eludono la security della fabbrica e fuggono a piedi. Vengono aiutati dai cittadini delle zone periferiche della città

1 Novembre
Foxconn emette un avviso per “riprendere gradualmente una produzione ordinaria”, e ai lavoratori viene offerto un bonus di presenza di 400 yuan al giorno, più oltre 15000 yuan per coloro che hanno una presenza totale per tutto il mese di Novembre (vedi Tabella 1).

7 Novembre
Apple annuncia che le spedizioni dell’iPhone 14 saranno ritardate e le scorte saranno inferiori come conseguenza diretta della situazione alla Foxconn di Zhengzhou. Nella sua dichiarazione, Apple promette di “garantire la salute dei dipendenti e la sicurezza della produzione”.

17 Novembre
Il governo della provincia di Henan compie sforzi di reclutamento per conto di Foxconn per alleviare la carenza di manodopera, e al 17 Novembre Foxconn ha ricevuto oltre 100.000 domande di assunzione.

23 Novembre
I lavoratori iniziano a protestare nella fabbrica Foxconn. I filmati mostrano gli operai che affrontano la polizia che indossa dispositivi di protezione individuale bianchi e la polizia che risponde con gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e altri mezzi di repressione fisica. Alcuni lavoratori vengono feriti e la polizia effettua arresti.
Secondo i racconti postati dai lavoratori online, i lavoratori hanno protestato sia per la paga che per la sicurezza all’interno della fabbrica. Per prima cosa, i lavoratori hanno affermato che dopo un test PCR positivo, non venivano tolti dalla produzione o isolati, con il risultato che positivi e negativi erano a contatto nel sistema chiuso della produzione. Inoltre, i nuovi lavoratori che avevano accettato per via dei bonus, hanno scoperto che la situazione dei pagamenti era differente da quella promessa durante il reclutamento.

24 Novembre
Le proteste continuano, e Foxconn promette di dare ai lavoratori appena reclutati che scelgono di lasciare la fabbrica un sussidio di 10000 yuan.

Note

1 Azienda giapponese che fornisce servizi finanziari di investimento per privati, clienti istituzionali e governativi.

3Società di servizi immobiliari commerciali internazionali che fornisce anche servizi di gestione degli investimenti in tutto il mondo, inclusi servizi a investitori istituzionali e al dettaglio e a persone facoltose, nonché prodotti tecnologici.

4“I profitti nazionali delle imprese industriali sopra le dimensioni designate sono diminuiti del 3,0% tra Gennaio-Ottobre 2022”. Link (in cinese): http://www.stats.gov.cn/tjsj/zxfb/202211/t20221125_1890633.html

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