Contro la repressione e l’opportunismo politico, organizziamoci!

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Il nuovo governo italiano, composto da Meloni ed i suoi – con in testa l’ex prefetto Piantedosi -, ha inaugurato una nuova stagione repressiva il cui primo atto è la criminalizzazione di chi invade arbitrariamente “terreni o edifici altrui, pubblici o privati”. Ci riferiamo ovviamente al cosiddetto decreto “Anti-Rave”.
Qualcunu ha starnazzato di ritorno al fascismo – perché gli esponenti di Fratelli d’Italia vengono fuori dagli ambienti del fu MSI-, altru paventano l’apocalisse poliziesca stile 1984.
Eppure la cosa è semplice e disarmante: ci troviamo in una fase di recessione economica, di forte impoverimento lavorativo, con la borghesia media e piccola che strepita perché può diventare povera (e che non può sfangarla con il lavoro in nero come fatto in passato).
Cosa poteva produrre allora il Governo Meloni, se non una norma con cui controllare e prevenire eventuali future proteste di piazza o di strada all’atto che i prezzi dei beni alimentari ed energetici sono in costante aumento?
Sicuramente si arriverà ad una protesta di massa. La nota dolente è che in una fase di impoverimento economico, sociale e culturale come quello che viviamo, potranno venire a galla tanti soggetti, movimenti e gruppi politici (anche istituzionali) che vorranno cavalcare il malcontento.
Questo si tradurrà nella menata della “Presa del Palazzo d’Inverno”, o per essere più chiari, nella “conquista dello scranno” parlamentare.
Ma sappiamo bene che chi sta in parlamento (nazionale o regionale che sia) è l’espressione di blocchi di potere (economici, sociali, culturali e quant’altro).
I parlamenti democratico-borghesi non sono luoghi da cui può partire l’emancipazione dall’oppressione: in essi si decide come perpetuare lo status quo fondato sulle oppressioni di classe, razza, genere e specie.
In una fase come questa, è fondamentale mantenere la lucidità mentale ed agire a livello pratico su basi orizzontali ed emancipatorie, in modo da respingere i rigurgiti riformisti fuori tempo massimo e la repressione tanto cara alla borghesia impoverita ed inviperita – a cui i propri rappresentanti e il proprio braccio armato obbediscono ciecamente.
Mai come adesso è necessario organizzarsi su altre basi, intessendo relazioni ed organizzazioni che siano orizzontali e basate sul mutuo aiuto tra le persone oppresse, al di fuori da qualunque logica di dominio, capitalistica e statale.

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