di Julia Dauksza, Anastasiia Morozova (FRONTSTORY.PL), Paweł Reszka (Polityka)
Originale in polacco
https://frontstory.pl/zobaczyc-minsk-i-umrzec-jak-bialoruskie-firmy-handluja-migrantami/
Prefazione
Il presente articolo è apparso per la prima volta sul sito polacco “Frontstory” il 9 dicembre 2021. Una traduzione in inglese si trova sul sito Vsquare.org, pubblicata il 13 dicembre 2021.
Ove possibile e con i nostri limiti, abbiamo attinto all’articolo in lingua polacca per sopperire ad alcune mancanze della traduzione inglese.
L’articolo riporta in maniera dettagliata la genesi della nuova rotta originatasi lo scorso anno al confine tra Bielorussia e Polonia, a partire dal ritrovamento di alcuni documenti all’interno della foresta primaria confinante con i due paesi.
Ricordiamo ancora bene le immagini e le notizie circolate lo scorso anno: il governo bielorusso ha avallato, tramite i suoi funzionari nei paesi del Medio Oriente, la creazione di una nuova rotta migratoria.
Con il senno di poi, si può dire che la crisi migratoria così generata al confine bielorusso-polacco va inquadrata come un primo atto all’interno della tensione tra Unione Europea da una parte e Russia e suoi alleati dall’altra.
In tal senso il regime di Lukashenko ha creato delle agenzie turistiche ad hoc per creare una tensione continua al confine.
Lukashenko ha tentato, e tenta tutt’ora, di raccogliere migliaia di persone non europee sul territorio bielorusso, al modico prezzo di €1000 tra viaggio e alloggio, per poi accompagnarle al confine ed utilizzarle come massa critica nei confronti delle autorità polacche.
Inutile dire che le persone migranti vengono “rimbalzate” da una parte all’altra del confine (cosiddetti pushback), lasciandole in una sorta di “limbo” dove la morte è sempre dietro l’angolo – con i polacchi che le respingono da una parte ed i bielorussi che impediscono loro di tornare indietro. Sono molte le persone ritrovate morte all’interno della foresta che fa da confine naturale tra Bielorussia e Polonia.
Quelle che riescono a passare il confine ed entrare in territorio Schengen non hanno comunque una sorte migliore, dato che vengono rinchiuse in campi di detenzione in Polonia o Germania.
In un’epoca storica dove le persone migranti sono utilizzate come mezzi di propaganda elettorale – chi li vuole accogliere e chi li vuole respingere -, è più che necessario ribadire come i confini non sono altro che mezzi istituzionali e borghesi nel dividere e controllare le persone, difendendo così i privilegi (di classe, genere e razza) vigenti.
Le aziende legate al regime di Alexander Lukashenko fanno soldi con il traffico di migranti dal Medio Oriente. I giornalisti di FRONTSTORY.PL hanno trovato una di queste aziende.
Abbiamo conosciuto i meccanismi e le persone che stanno dietro al contrabbando.
Abbiamo ottenuto prove dirette dei legami del regime bielorusso con il traffico di migranti attraverso la Polonia.
Uno dei personaggi chiave che, dalla parte bielorussa, guadagnano soldi dal contrabbando di persone rifugiate è Majid Al-Qaysi, un uomo di 60 anni strettamente legato con il governo bielorusso. È un uomo d’affari, console onorario della Bielorussia a Baghdad, sostenitore di Lukashenko e [a stretto contatto] con i ministri. Ufficialmente, Al-Qaysi è comproprietario o gestore di una rete di aziende turistiche che offrono ai visitatori del Medio Oriente vacanze nella capitale bielorussa, visite ai musei e partecipazione a battute di caccia.
Questo è il sito ufficiale delle sue attività. I giornalisti di “frontstory.pl” hanno concordato che il progetto che conduce riguarda il contrabbando di migranti verso l’Occidente. I suoi clienti non visitano Minsk, non fanno shopping, non vanno all’acquapark o a caccia di alci. Invece, quelli guidati dalle società di Al-Qaysi pagano profumatamente i contrabbandieri per attraversare illegalmente il confine. I servizi turistici sono ormai una copertura per il contrabbando di persone. Siamo venuti a conoscenza dello schema del flusso di denaro in questa attività – attraverso degli intermediari, [i soldi] dei migranti arrivano ai conti delle aziende statali bielorusse. Siamo riusciti a raggiungere anche le vittime di Al-Qaysi.
Correre alla macchina
Questa storia inizia in Polonia, non lontano dal confine con la Bielorussia. Negli ultimi giorni di Ottobre (2021, ndt), un naturalista locale trova un fascio di documenti su un sentiero della foresta di Białowieża. La posizione non è casuale. Le carte si trovano a un centinaio di metri dalla strada che porta da Białowieża a Hajnówka [1]
Il percorso è molto trafficato e le auto dei contrabbandieri si fermano qui ogni giorno. I corrieri si organizzano per raccogliere le persone migranti nei boschi, nel caso in cui riescano ad attraversare illegalmente il confine, evitando le pattuglie militari e di polizia. Le auto li portano poi attraverso la Polonia, fino in Germania.
La polizia polacca è ben consapevole di ciò che sta accadendo e sorveglia la strada; così le persone migranti si nascondono nella foresta. Emergono quando viene dato un segnale e corrono verso le auto una volta che queste appaiono. I documenti, 16 fogli A4, sono stati probabilmente lasciati cadere da qualcuno che si stava dirigendo di fretta dal proprio nascondiglio all’auto.
L’uomo che trova i documenti li consegna ai volontari del Gruppo Granica (che aiuta i migranti dispersi nella natura polacca). Da lì finiscono nelle mani dei giornalisti di FRONTSTORY.PL.
Non c’è dubbio che i documenti siano strettamente legati a quanto sta accadendo al confine. Non sono completi, ma dalla loro analisi [viene dimostrata] la descrizione del meccanismo del traffico di esseri umani.
Come facciamo a saperlo? I documenti contengono, per esempio, dati di diverse decine di persone che hanno utilizzato i servizi di una società bielorussa per spostarsi dal Libano e dalla Siria in Europa. Tra questi, gli elenchi dei passeggeri delle compagnie aeree siriane, le prenotazioni dei voli da Beirut e Damasco a Minsk, l’elenco degli ospiti degli alberghi. Esiste anche un contratto tra un intermediario arabo e un bureau bielorusso che offre a 58 ospiti mediorientali una vacanza nella capitale bielorussa.
Se si tratta di un viaggio semplice, da dove provengono i documenti [trovati] sul tratto polacco della rotta dei contrabbandieri? Dove sono le persone che sono entrate in Bielorussia da Beirut e Damasco? Hanno visitato davvero i musei di Minsk o hanno pagato qualcuno per farli entrare di nascosto in Europa?
Abbiamo seguito una traccia di sedici fogli A4. Cosa abbiamo trovato?
Un assaggio di dittatura…
Iniziamo con l’azienda i cui dati compaiono nei documenti. Si tratta del Gruppo Belir, che ha sede nel centro di Minsk. Il suo proprietario è Majid Al-Qaysi, un uomo d’affari e diplomatico che fa parte delle delegazioni bielorusse in colloqui di alto livello. Rappresenta gli interessi bielorussi a Baghdad e le compagnie aeree irachene in Bielorussia. A Minsk, dove vive da 22 anni, lui e la sua famiglia possiedono diverse aziende e immobili costosi – queste informazioni siamo riuscite a trovarle con l’aiuto del progetto indipendente bielorusso Right Point.
Tra i documenti c’è l’accordo di Ottobre del Gruppo Belir con il 32enne siriano Bassel Kass Al-Kweider per le battute di caccia in Bielorussia con la partecipazione di ospiti stranieri. Una di queste si sarebbe svolta nei pressi del resort Bielyi Łoś; un’altra nella tenuta di caccia di Neman. Entrambe sono di proprietà della fabbrica di tabacco Niemen (“Grodzieńska Fabryka Tytoniowa “Niemen””), con sede a Grodno.
A caccia con il patrocinio della fabbrica Niemen? Può sembrare innocente.
Nel frattempo, l’azienda è soggetta a sanzioni statunitensi ed è sotto la tutela speciale di Alexander Lukashenko. È il più grande produttore di sigarette della Bielorussia; i suoi prodotti sono distribuiti illegalmente in tutta Europa e la cerchia ristretta del dittatore trae profitto dal contrabbando. Alexei Alexin, l’oligarca di fiducia di Lukashenko, è considerato il supervisore dell’operazione – ha il commercio esclusivo per la merce di Niemen. [2]
Da Damasco alla linea Stalin
I documenti mostrano che per la partecipazione alla spedizione di caccia, ogni partecipante doveva pagare al Gruppo Belir l’equivalente di circa 430 dollari (1.100 rubli bielorussi) e il numero di partecipanti alla caccia non poteva essere inferiore a 58 persone. Ciò significa che la società Belir avrebbe potuto ricevere circa 25.000 dollari per ogni viaggio.
Il listino prezzi dei trofei è riportato in appendice al contratto. Se uno dei partecipanti avesse sparato a un daino, avrebbe dovuto pagare una sovrattassa di circa 2,3 mila dollari (6100 rubli bielorussi). Per un cervo 5 mila dollari.
LISTINO PREZZI DELLA CACCIA
Costo per persona: 230,00 rubli bielorussi (circa 90 dollari USA, 368 zloty polacchi)
Il prezzo include:
- Gita nei terreni di Biały Łoś AETK (località agro-eco-turistica) + visita alla sala dei trofei
- Utilizzo del poligono di tiro
- Escursione in fuoristrada alle voliere di una fattoria di caccia
- Cena a base di prede cacciate dagli ospiti (+ luccio alla griglia)
- Tè di gruppo
Spese di caccia
Nome | Costo in BYN |
Caccia al daino europeo (con un palco massimo di 5 punti)
(Con più di 5 punti) |
6,100.00 Rubli bielorussi
1,100.00 Rubli bielorussi (per ogni punto) |
Cervo rosso-maschio adulto (con un palco fino a 5 punti)
Con più di cinque punti |
12,700.00 Rubli bielorussi
2,200.00 Rubli bielorussi (per ogni punto) |
Giovani cervi (fino a un anno di età) | 900.00 Rubli bielorussi |
Cervo – cervo di prima scelta | 2,000.00 Rubli bielorussi |
Caccia agli animali in un recinto | 220.00 Rubli bielorussi |
Uso di un fucile | 237.00 Rubli bielorussi |
Munizioni 30/06 | 23.00 Rubli bielorussi |
Il listino prezzi, poco appariscente, è una parte fondamentale dell’accordo. La formula della commissione di trofeo è conveniente: conferisce credibilità al deposito di qualsiasi importo [monetario] sui conti della società. La possibilità di verificare che i turisti abbiano effettivamente cacciato qualcosa è limitato. Invece, sulla base del listino prezzi, è possibile generare qualsiasi trasferimento comodo dal centro Biełyj Łoś verso la società statale Niemen.
Da altri allegati al contratto, apprendiamo che il gruppo mediorientale avrebbe trascorso 14 notti all’Hotel Białoruś di Minsk (dal 18 ottobre al 1° novembre di quest’anno). I viaggiatori avevano diritto a una colazione giornaliera.
Secondo il programma, i turisti dovevano trascorrere tre giorni di caccia. I giorni rimanenti dovevano essere riempiti con altre attrazioni: visitare le fortificazioni della Linea Stalin vicino a Minsk, il Museo dell’Antica Cultura Bielorussa o il Museo della Grande Guerra Patriottica. Gli organizzatori non hanno dimenticato di programmare una visita al parco acquatico o un giro di shopping.
Come abbiamo appurato, il programma del tour è una farsa. I partecipanti sono stati trasportati direttamente al confine tra Polonia e Bielorussia poco dopo l’arrivo a Minsk.
L’azienda di famiglia del diplomatico
Il [Gruppo] Belir esiste dal 2015. Fino a tre anni fa si trovava di fronte la prestigiosa ubicazione del palazzo presidenziale.
Oggi la pagina Facebook Visit Belarus e l’account Instagram gestiti da Belir sono inattivi. Si può scoprire su questi [siti], che la società organizza anche viaggi non turistici in Bielorussia per l’assistenza medica e visti per studenti.
Il contratto per la battuta di caccia è stato firmato a nome della Belir dalla sua direttrice, Olga Wiktorowna Oskirko, che non solo dirige la società, ma possiede anche il 40% delle azioni (le altre appartengono a Aimen Al Bakri e Majid Al-Qaysi).
Ricordiamo che quest’ultimo comproprietario è il console onorario della Bielorussia a Baghdad dal 2018.
Come ospite del ministro
Al-Qaysi è un cittadino iracheno che da anni risiede a Minsk e mantiene buoni rapporti con alti funzionari del regime di Lukashenko. Quanto [sono] buoni [questi rapporti]? Innanzitutto egli rappresenta formalmente gli interessi del regime in Iraq.
Qualche mese fa, si è presentato a Baghdad per i colloqui tra i viceministri degli Esteri di Iraq e Bielorussia come membro della delegazione bielorussa; e quando il rettore dell’Università di Baghdad si è recato a Minsk, Al-Qaysi lo ha accompagnato nell’edificio del Ministero degli Esteri e ha partecipato a un incontro con il viceministro.
Perché il consolato in Iraq, anche se onorario, è importante? La Bielorussia non ha una rappresentanza ufficiale in Iraq. I suoi interessi sono formalmente rappresentati dall’ambasciatore in Turchia. Quando [quest’ultimo] presentò le sue credenziali a Baghdad nel 2020, visitò il quartier generale di Al-Qaysi.
L’altro incarico onorario della Bielorussia è a Irbil, la capitale della regione autonoma del Kurdistan iracheno.
Le attività di entrambi hanno suscitato polemiche durante la crisi migratoria. Il motivo? “Procedure di visto semplificate” per le persone rifugiate. Il 6 novembre la Bielorussia chiuse ufficialmente entrambi i consolati su richiesta del Ministero degli Esteri iracheno. Da un comunicato dell’agenzia di stampa irachena INA: “(…) Questo passo è volto a proteggere i cittadini iracheni dalle reti di contrabbando di esseri umani attraverso il territorio della Russia e della Polonia”.
❗️SICAK GELİŞME
Irak Dışişleri Bakanlığı’nın Belarus Konsolosluğunu kapatma kararının ardından Hewler’deki Belasur Fahri Konsolosluğu önünde bulunan Belarus Bayrağı indirildi!
Belarus-Polonya sınırında yüzlerce Kürt göçmenin bekleyişi ise devam ediyor! pic.twitter.com/IFenqXIkTo
— Rojnews Türkçe (@RojnewsTR) November 6, 2021
(traduzione) “In seguito alla decisione del Ministero degli Affari Esteri iracheno di chiudere il Consolato bielorusso, la bandiera della Bielorussia è stata abbassata davanti al Consolato onorario di Irbil! Centinaia di immigrati curdi continuano ad aspettare al confine tra Bielorussia e Polonia”.
Ne consegue che il comproprietario del Gruppo Belir, responsabile della presunta caccia, ha forti legami con il Ministero degli Esteri bielorusso. Inoltre, le sue attività in Medio Oriente sono state collegate al traffico di persone verso l’Europa.
Abbiamo chiesto a un portavoce del MAE iracheno informazioni sulla chiusura del consolato, ma non abbiamo ricevuto risposta.
Il signor Majid cambia cappello
Il console sessantenne è un personaggio colorito. Non si sottrae alle apparizioni in pubblico. Ha rilasciato dichiarazioni ai media fin dall’inizio della crisi dei migranti.
Giugno (2021, ndt), aeroporto di Minsk. Diversi giornalisti stanno preparando un reportage sulle persone migranti provenienti dal Medio Oriente che si dirigono direttamente dagli aerei al confine. Al-Qaysi si avvicina a loro, si presenta come console onorario, ma parla alla telecamera come rappresentante della compagnia aerea Fly Baghdad: “Noi, Fly Baghdad, non abbiamo fatto entrare un solo curdo. Faccio da filtro. Non li faccio entrare perché so che sono clandestini. Non invitiamo i curdi.”
Ciò significa che Al-Qaysi usa diversi cappelli:
- console bielorusso a Baghdad – le cui attività sono state sospese dal Ministero degli Affari Esteri iracheno, senza alcuna motivazione specifica;
- è proprietario di un’agenzia di viaggi di Minsk, che organizza “cacce” per i turisti arabi durante il culmine della crisi migratoria;
- è un rappresentante ufficiale di una compagnia aerea che vola dal Medio Oriente all’Europa orientale.
Al-Qaysi è coinvolto negli sforzi di propaganda del regime (i media governativi bielorussi ritraggono la crisi come uno scontro tra sfortunati rifugiati e spietati servizi dell’Unione). Un esempio? In agosto, un giovane iracheno muore al confine tra Lituania e Bielorussia. Il regime avvia un’indagine falsa e spettacolarizzata sul caso, ordinando di trovare i parenti della vittima. Il giorno dopo, la famiglia del defunto è già a Minsk. All’aeroporto sono accompagnati da Al-Qaysi.
Al-Qaysi è un convinto sostenitore di Lukashenko. Nell’agosto 2020, quando la milizia e l’OMON reprimono violentemente le manifestazioni in Bielorussia, rilascia un’intervista al canale televisivo di propaganda STV.
Gente, che altro volete?
[Nella sua intervista televisiva, Al-Qaysi] ha elogiato la Bielorussia per essere un Paese pacifico e pieno di gente di buona volontà, rivolgendo un elogio personale ad Alexander Lukashenko: “Rispetto molto il presidente. Vorrei che ce ne fosse uno [come lui] nel nostro Paese [Iraq]. (…) So che quando vado a letto nessuno mi ruberà la casa. Cosa vuole di più la gente?”
In materia di case, Al-Qaysi può considerarsi un’autorità. Il console e i suoi parenti hanno accumulato una notevole fortuna in Bielorussia. Al-Qaysi e Olga Oskirko ( [quest’ultima]comproprietaria e direttrice di Belir) sono partner non solo negli affari. Entrambi hanno vissuto per anni nella stessa proprietà a Minsk e Oskirko rappresenta il loro figlio minorenne sul mercato immobiliare.
Quando il figlio del console aveva solo quattro anni, è diventato proprietario di una casa di cinque piani e di un terreno in un sobborgo di Minsk. La stessa Oskirko possiede una villa in un sobborgo della capitale. Il console Al-Qaysi possiede due grandi appartamenti e azioni di diverse società.
Le società formano un’intricata rete di azionisti e supervisori, collegati ad Al-Qaysi o alla sua partner Olga Oskirko.
Il Gruppo Belir lo conosciamo già. Oltre a ciò, il console possiede azioni della società turistica Ekstratur (parte della quale appartiene a Oskirko) e della società Geit Inwest.
Gli aerei volano, i rifugiati [li] assaltano
Torniamo all’aeroporto di Minsk, dove Al-Qaysi si è presentato come agente della compagnia aerea Fly Baghdad. Controlliamo: è proprio lui l’agente capo. Per un breve periodo, perché ha celebrato il lancio del suo primo volo a Minsk, accompagnato da funzionari bielorussi, a Maggio. Lo stesso mese in cui i rifugiati provenienti dal Medio Oriente hanno iniziato a comparire ai confini orientali dell’Unione [Europea].
Tre mesi dopo, il governo iracheno ha sospeso tutti i collegamenti regolari per Minsk. Fly Baghdad era riuscita ad effettuare fino a quel momento 22 voli da e per Minsk, con aerei in grado di trasportare quasi 200 passeggeri. Allo stesso tempo, più di 40 corse su quella rotta erano state effettuate da Iraqi Airways (Al-Qaisi l’ha rappresentata a Minsk e a Mosca prima di collaborare con Fly Baghdad). Durante questo periodo – da maggio ad agosto – almeno 4.000 persone si sono recate al confine tra Lituania e Bielorussia.
Note dei traduttori
[1] Hajnówka si trova nel voivodato di Podlachia, al confine con la Bielorussia. Nell’intero territorio vi è presente la Prima Brigata “Władysław Liniarski” delle Forze di Difesa Territoriale (FDT) polacco. Come gruppo militare delle FDT ad Hajnówka vi è il 14° Battaglione di Fanteria Leggera. Nel Novembre del 2021 il 14° Battaglione, insieme all’11° (di stanza a Białystok) è stato utilizzato per contenere e reprimere le persone migranti al confine con la Bielorussia.
“Kryzys na granicy. Dwa bataliony Wojsk Obrony Terytorialnej postawione w stan gotowości”, 8 Novembre 2021.
Link: https://natemat.pl/383201,kryzys-na-granicy-z-bialorusia-dwa-bataliony-wot-wezwane-do-koszar
[2] Il “Progetto di investigazione sulla corruzione e il crimine organizzato” (in inglese “Organized Crime and Corruption Reporting Project”) ha riportato in un suo articolo come il contrabbando di tabacco sia aumentato a dismisura da quando Alexin gestisce la Niemen. La protezione governativa di Lukashenko verso Alexin favorisce entrambi gli attori in questione.
Fonte: “Soon After Taking Over Belarus’ Tobacco Industry, Oligarch Donated Luxury Cars to Lukashenko Regime”, 29 Novembre 2021.
Link: https://www.occrp.org/en/investigations/soon-after-taking-over-belarus-tobacco-industry-oligarch-donated-luxury-cars-to-lukashenko-regime