Olympia, Washington: Il raduno pro-aborto al Campidoglio si trasforma in una marcia contro gli oppositori locali dell’aborto

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Traduzione dell’articolo “Olympia, WA: Pro-Abortion Rally at State Capitol Turns into March on Local Abortion Opponents”

Report da anarchich* nella cosiddetta Olympia, Washington sul recente raduno e sulla marcia per la libertà riproduttiva. Postato originariamente su Puget Sound Anarchists.

Oggi la Corte Suprema ha rovesciato la sentenza Roe contro Wade.
Nemmeno la distruzione totale degli Stati Uniti d’America sarà sufficiente a garantire un’autonomia corporea e una libertà riproduttiva totale e duratura; noi non possiamo sapere cosa ci vorrà per ottenere questa devastazione perché non l’abbiamo ancora raggiunta. Quindi tanto vale tentare il tutto per tutto.
Tenendo conto di ciò, questa sera alcun* anarchic* hanno partecipato a una manifestazione presso il Campidoglio dello Stato di Washington a Olympia. Siamo venut* con basse aspettative (beh, non tutt* erano pessimist*), volantini, striscioni e un ardente desiderio di fare di più. Ci siamo aggirat*, abbiamo chiacchierato e distribuito volantini, mentre ascoltavamo le persone che imploravano di votare o che facevano osservazioni sugli effetti di questa nuova sentenza a Washington e su chi sarà maggiormente criminalizzato da questo nuovo precedente.
Quasi tutt* quell* a cui abbiamo distribuito volantini sono stat* ricettiv* e, sebbene sembrasse che ci fosse un’incertezza generale nella folla su come fare di più o intensificare, c’era sicuramente il desiderio di fare di più che stare in piedi e urlare in una sala del potere vuota.
Il testo del volantino recitava:

NON È STRANO CHE I NOSTRI CORPI – LE NOSTRE STESSE VITE – SIANO OGGETTO DI DIBATTITO, DI VOTAZIONE, TANTO PER COMINCIARE?
Ci viene continuamente detto che dobbiamo votare per proteggere i nostri “diritti”, eppure che tipo di diritti possono essere così facilmente cancellati dalla decisione di un piccolo gruppo di persone?
I Democratici hanno continuamente usato l’accesso all’aborto sicuro e legale come merce di scambio per ottenere voti e milioni di dollari di donazioni, affermando in ogni occasione che codificheranno la Roe v. Wade in legge – non l’hanno fatto quando Obama aveva una supermaggioranza a prova di ostruzionismo alla Camera e al Senato nel 2009 perché non era la sua “massima priorità legislativa”, e anche ora che i Democratici sono alla presidenza e in maggioranza al Senato e alla Camera si rifiutano di muoversi di un centimetro.
L’abrogazione della Roe v. Wade è solo l’inizio. La base su cui viene attaccata è il Diritto alla Privacy, che è anche la base di molte altre decisioni ora in vista della Corte Suprema come Lawrence v. Texas (protegge dalla criminalizzazione dell’omosessualità), Griswold v. Connecticut (protegge dall’acquisto di contraccettivi senza interferenze governative), Loving v. Virginia (legalizza il matrimonio interrazziale), Meyer v. Nebraska (protegge le famiglie che insegnano ai bambini una lingua diversa dall’inglese), Skinner v. Oklahoma (protegge dalla sterilizzazione forzata).
Finché ci sarà un gruppo di persone in grado di prendere decisioni radicali sui nostri corpi e sulle nostre vite, saremo sempre alla mercé di chi ci vuole sottomess*, nascost* in casa o mort*. Saremo sempre a una sola elezione di distanza dalla catastrofe. L’unico modo per non preoccuparci mai più che qualcun altro prenda decisioni sulle nostre vite è, da un lato, prendere il pieno controllo della nostra salute riproduttiva e, dall’altro, prepararci a difendere fisicamente noi stess* e l* altr* da chi cercherebbe di imprigionarci o ucciderci per aver esercitato il controllo sui nostri corpi e sulle nostre vite. Le leggi si piegano solo alla forza.

Mentre la manifestazione si stava concludendo, qualcuno si è messo al megafono e ha letto un elenco di aziende, banche e chiese locali che raccolgono fondi per criminalizzare l’aborto o che finanziano il locale centro di crisi per la gravidanza [1]. Altri tra la folla hanno iniziato a gridare “Marciamo!”. Due striscioni che recitavano “Troie anarchiche per l’aborto” e “Abortire i tribunali” si sono fatti strada e sono scesi in strada. Circa 150 persone si sono messe a seguire, occupando due corsie del traffico. Non c’è stata alcuna discussione sull’etica di scendere in strada o di rimanere sul marciapiede, chi voleva scendere in strada è sceso in strada e chi si sentiva più a suo agio sul marciapiede è rimasto sul marciapiede. Abbiamo sentito alcune persone commentare sorprese: “Aspetta… possiamo fare così?”. (la risposta è senza dubbio sì). Mentre molte persone che partecipano agli eventi liberali sono nostri nemici, molte altre semplicemente non conoscono il mondo delle possibilità e il potere della nostra immaginazione e della nostra rabbia e, una volta aperta la porta, la attraverseranno volentieri.
Abbiamo marciato prima verso la Olympia Federal Savings Bank, un’istituzione nota per il suo odio verso i senzatetto e che finanzia anche il locale centro di crisi per la gravidanza/finta clinica antiabortista (Options Pregnancy Clinic al 135 di Lilly Road NE). Da lì ci siamo spostati alla Harbor Church, che di recente ha ospitato una “Marcia per la vita” per raccogliere fondi contro l’aborto. Infine abbiamo marciato verso la chiesa cattolica di San Michele. A ogni fermata qualcuno ha parlato del ruolo di quell’istituzione nella criminalizzazione dell’aborto. Alla chiesa cattolica qualcuno ha parlato della storia di quella chiesa non solo nel punire l’aborto, ma anche il genocidio degli indigeni, la caccia alle streghe, le crociate e gli abusi sessuali sui bambini.
Alcuni di noi si aspettavano che alcune persone marciassero verso la Olympia Federal Savings Bank e non molto altro. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi dal numero di persone disposte a scendere in strada e a continuare a marciare. Sebbene le lunghe marce possano spesso sembrare poco stimolanti, estenuanti e inutili, ci è sembrato utile ed espansivo mostrare che ci sono più opzioni che votare o urlare a un edificio governativo – le persone e le organizzazioni che vogliono costringerci a partorire hanno nomi e indirizzi.
Tra i canti intonati dalla folla c’erano:
“Abolite i tribunali, non ne abbiamo bisogno. Vogliamo la libertà totale!”.
“I diritti all’aborto sono qui per restare. Distruggete la chiesa e distruggete lo Stato!”.
Anche se non si è trattato di una sommossa, è stato bello spingere un evento di poco conto in una direzione più conflittuale, nella prima di quelle che saranno sicuramente molte notti di conflitto per l’aborto e l’autonomia corporea. Nelle parole di alcuni fottuti francesi, “tutti sono d’accordo – sta per esplodere”. E nelle parole della più grande band anarco-punk mai esistita, “Niente brucia mai da solo – ogni fuoco ha bisogno di un po’ di aiuto”.
[1] In originale Crisis pregnancy centers. Si tratta di finte cliniche o di furgoni da unità di strada che in apparenza offrono servizi medici per chi cerca di accedere all’aborto, ma in realtà tentano di dissuadere le persone dall’avere un aborto, ricorrendo a pratiche di terrorismo psicologico e manipolazione.

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