Catania: il degrado e il decoro della civiltà

Il 17 Marzo, la polizia locale e i servizi sociali del Comune di Catania, supportati dall’azienda di raccolta dei rifiuti solidi urbani “Dusty”, fanno un “blitz” contro le persone senza tetto di Corso Sicilia e Piazza della Repubblica.

L’azione perpetrata, si legge in certi articoli del mainstream locale, è stata per “riportare a condizioni di vivibilità accettabili” le zone fatte oggetto della pulizia.
Per Andrea Barresi, assessore all’Ambiente, Servizi Demografici e Polizia Locale e presente durante questo “blitz”, “non possiamo permettere tutto ciò e abbiamo ripristinato il decoro della zona. Abbiamo trovato di tutto: da materassi a ingombranti e stiamo bonificando le aree occupate. Interverremmo ogni volta che vedremo occupazioni del genere perché non saranno permesse né tollerate e abbiamo risposto alle esigenze dei cittadini che chiedevano sicurezza e di poter fruire della piazza.

Le parole di Barresi trovano il plauso di Pietro Ivan Maravigna che, oltre a riportare nel gruppo facebook pubblico “La vergogna di Corso Sicilia” le foto dello sgombero e della pulizia dell’area, immortala, con tanto di video, il ritrovamento di una cassaforte all’interno di una tenda di una persona senzatetto.

Il centro cittadino catanese è, da più di settant’anni anni, oggetto di mire borghesi: prima edilizie con lo sventramento di San Berillo e, successivamente, di espletamento dei servizi (immobiliare, finanziario e ristorativo-turistico).
A differenza di ciò che è successo il 12 Febbraio di quest’anno [1], l’atto legale e di “pulizia” fatto da Barresi conferma un tipo di pensiero comune e collettivo che gravita tra il perbenismo e la voglia di riprendere gli affari della zona.

Immobile ti amo…
Secondo i dati del Secondo Semestre del 2021 dell’“Osservatorio del Mercato Immobiliare” (OMI) dell’Agenzia delle Entrate, nella zona in cui ricadono le abitazioni civili di Corso Sicilia e Piazza della Repubblica [2], il valore di vendita è tra un minimo di 1200 ed un massimo di 1800 euro/m²; di locazione mensile, invece, tra un minimo di 4 ed un massimo di 6 euro/m².

Se questi che abbiamo visto sono i dati delle abitazioni civili, per gli immobili a destinazione commerciale dello stesso periodo trattato dall’Agenzia delle Entrate troviamo:
1) per la vendita
-conservazione ottimale: minimo 2400 euro/m²; massimo 4200 euro/m²;
-conservazione normale: minimo 1200 euro/m²; massimo 2400 euro/m².
2) per la locazione mensile
-conservazione ottimale: minimo 15,7 euro/m²; massimo 27,8 euro/m²;
-conservazione normale: minimo 8euro/m²; massimo 16euro/m².

I dati esposti dall’OMI sono indicativi e servono come supporto (e non sostitutivo) nello stimare il valore dell’immobile.
In tal modo i proprietari e le agenzie che seguono le contrattazioni, riescono a fare dei calcoli dei prezzi medi – derivanti dall’andamento del mercato specifico, dalla zona in cui sorge la struttura e dalla destinazione ad uso finale -, rendendole così appetibili all’acquirente o all’affittuario.

Guardando i dati dell’aggregatore di annunci immobiliari “Caasa” – in cui si trovano quasi tutti i principali portali immobiliari italiani -, i prezzi medi degli appartamenti del centro storico cittadino catanese in vendita sono di 1200 euro/m², mentre quelli per l’affitto mensile sono di 8,5/m². Per i locali commerciali della citata zona, invece, la vendita si aggira intorno ai 1300 euro/m², l’affitto mensile a 11,8 euro/m².

Dal sito di Immobiliare.it, i prezzi di locazione mensile per i soli appartamenti delle zone di Corso Sicilia e Piazza della Repubblica sono stati altalenanti negli ultimi mesi, raggiungendo un punto basso nel periodo di Dicembre 2021-Gennaio 2022. Solo a partire da Febbraio vi è stato un rialzo a 8,11 euro/m² al mese. [3]

Vedendo i dati esposti,ci si accorge indicativamente del tentativo di speculazione al rialzo sugli immobili da affittare.
Una speculazione del genere è comprensibile se, oltre ad uffici e istituti finanziari presenti in Corso Sicilia e Piazza della Repubblica, vi sono supermercati della Grande Distribuzione Organizzata (Lidl, Decò e Penny).
La presenza di persone povere e senza un tetto equivale ad un abbassamento del valore di mercato. E per evitare tale danno, i proprietari di immobili spingono per allontanarli in qualsiasi modo.

…morto di fame ti odio!

A partire dagli anni sessanta del ventesimo secolo, alcuni quartieri delle grosse città mondiali divennero delle zone o territori in cui investire attraverso la trasformazione e l’abitabilità di una determinata classe sociale.
In particolare, le zone centrali delle città avevano una popolazione più povera, spesso disoccupata o sottoccupata, a cui si aggiungeva una pesante ghettizzazione (specie razziale, nei casi statunitensi, inglesi e francesi).

Il centro cittadino catanese, in particolare le due arterie prese in considerazione dallo sgombero, ha vissuto un momento tragico negli anni ‘50 quando, in nome di un risanamento da macerie e malattie (come la tubercolosi), venne costituito l’ “Istituto Immobiliare di Catania” al cui interno vi erano personaggi legati alla Democrazia Cristiana, la Società Generale Immobiliare della famiglia romana dei Rebecchini e il Banco di Sicilia.

L’investimento speculativo edilizio venne fatto passare in sordina da giornali locali come “La Sicilia” e, anzi, presentato come un’opportunità di modernizzazione della città.

I vecchi abitanti del quartiere vennero letteralmente deportati in quel che era la periferia della città (San Leone), sostituiti da una classe sociale medio-borghese quando vennero costruiti i palazzi di Corso Sicilia, Piazza della Repubblica, (parte del) Corso dei Martiri, Via Sturzo e Via Teocrito.

La sostituzione e, contemporaneamente, la creazione di un nuovo assetto economico e politico cittadino-regionale, ha fatto sì che quelle persone povere, magari nullatenenti e senza fissa dimora, venissero viste come elementi di disturbo agli affari e agli interessi della piccola e grande borghesia.

Lo sgombero della baraccopoli di Corso dei Martiri del 2013 [4] avvenne in un momento in cui vi era un interesse particolare per la riqualificazione di quei “buchi” risalenti allo sventramento di 60 anni prima. Gli abitanti vennero intercettati da quelle associazioni di assistenza col patrocinio del Comune.

Nonostante i progetti presentati negli ultimi dieci anni si siano arenati di fronte a problemi politici o giudiziari-amministrativi, i “buchi” di Corso dei Martiri sono rimasti. Parte delle persone che vennero sfollate da quella situazione sono rimasti lì nelle vicinanze in quanto il centro cittadino offre una serie di servizi (strutture di assistenza, supermercati e il mercato giornaliero, per esempio) che la periferia non dà.

Le strutture per ospitare queste persone latitano. Pur essendoci numerose case sequestrate ai clan mafiosi, la gestione di queste non è ottimale e, anzi, va molto a rilento.

In un simile contesto, chi vive in tali condizioni può avere fiducia verso un’istituzione comunale che sgombera e sanziona attraverso la Polizia Locale e, contemporaneamente, dà un misero aiuto e scarica il tutto ad enti assistenziali, palesando tra l’altro la propria incapacità gestionale del patrimonio immobiliare?
Una logica del genere applicata a queste soggettività che vivono senza un tetto è una cosa tipicamente e squisitamente repressiva e borghese: dimostra un preciso disegno criminoso e odioso che è quello di avvantaggiare dei gruppi di potere politico-economico.

Note
[1] L’associazione Arbor-Unione per gli Invisibili di Catania ha riportato, con un post su facebook, l’azione incendiaria fatta da un proprietario di un locale vicino Piazza della Repubblica su un materasso appartenuto ad una persona senzatetto.
Link: https://web.archive.org/web/20220317153433/https://newsicilia.it/catania/cronaca/avrebbe-dato-fuoco-agli-oggetti-dei-senza-tetto-incendio-nel-centro-storico-di-catania/753447
[2] Zona B6 “Centrale/C.so Sicilia, P.zza Repubblica, C.so Martiri, Sturzo, Teocrito, Di Prima, P.zza Giovanni XXIII, Stazione Centrale”
[3] Vedasi il grafico del prezzo medio d’affitto.
Link: https://www.immobiliare.it/mercato-immobiliare/sicilia/catania/liberta-stazione-fiera/
[4] “La baraccopoli di |Corso Martiri della Libertà”, LiveSicilia, 7 Febbraio 2013
Link: https://web.archive.org/web/20220318025402/https://livesicilia.it/la-baraccolpoli-di-corso-martiri-della-liberta/“Catania – Corso dei Martiri, i primi passi e l’ostacolo della baraccopoli”, QdS, 9 Febbraio 2013
Link: https://web.archive.org/web/20220318025427/https://qds.it/11902-catania-corso-dei-martiri-i-primi-passi-e-l-ostacolo-della-baraccopoli-htm/

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