Alle ore 4 di stamattina in Italia, la Russia inizia l’operazione militare che dovrebbe, secondo le dichiarazioni di Putin, denazificare e demilitarizzare l’Ucraina e proteggere l’indipendenza delle repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk.
La guerra vera e propria diventa inevitabile tra i due paesi del fu blocco sovietico.
Zelensky, attuale presidente dell’Ucraina, cerca di mantenere la calma nel paese tramite legge marziale e messaggi televisivi dove dichiara come “l’intero settore della sicurezza e della difesa dell’Ucraina sta lavorando. Io, il Consiglio nazionale di sicurezza e difesa, il Il Gabinetto dei Ministri dell’Ucraina sarà in costante contatto con voi. Presto mi metterò in contatto di nuovo. Niente panico.”
L’Unione Europea e la NATO non si sono fatte trovare impreparate: dal sorrisetto di Biden in diretta televisiva che preannunciava le durissime sanzioni economiche all’entourage borghese ed istituzionale russo, passando alla condanna dell’aggressione russa da parte del segretario generale della NATO Stoltenberg, fino alle dichiarazioni dei vari leader europei contro questa violazione russa nei confronti dell’Ucraina.
Le rassicurazioni di Putin sui bombardamenti chirurgici in territorio ucraino ci rimanda agli scopi teorizzati dai Douhet, Fuller e Mitchell: demoralizzare e distruggere psicologicamente la popolazione colpita.
Gli intenti europei e statunitensi, così come quelli russi, sono quelli di mantenere il ruolo strategico economico-militare dell’Ucraina; non a caso, fin dai tempi dell’EuroMaiden nel 2013 e 2014, si sono creati e mantenuti due schieramenti fortemente polarizzati. La NATO ha, al momento, paventato una protezione e difesa dei suoi alleati (nonostante l’Ucraina non faccia parte dell’organizzazione atlantica).
L’ “Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva” (OTSC), un’alleanza militare al cui interno vi sono Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan, al momento non è intervenuta in quanto l’Ucraina non fa parte di tale struttura.
L’OTSC, come la NATO, ha una forte influenza politica e di controllo militare nei territori in cui è presente. La funzione di questa organizzazione è quella di mantenere il ruolo dominante della Russia in tali zone (Caucaso e Asia Centrale soprattutto), in modo da poter egemonizzare e contrastare possibili influenze americane ed europee.
La Cina, invece, sta a guardare facendo dichiarazioni pubbliche tiepide sulla fine del conflitto e di richiesta di interventi diplomatici. L’intento cinese è abbastanza chiaro: l’Ucraina è un hub importante e fondamentale per l’ambizioso progetto noto come “Belt and Road Initiative”. Quindi per la borghesia cinese non importa se vi è un europeista o un pro-russo come presidente del paese ucraino: l’importante è mantenere in vita tale progetto.
Di fronte a tutta questa serie di cose, l’Italia all’interno dello spazio geo-strategico mediterraneo è vitale per la movenza di truppe e mezzi militari della NATO. La regione italiana che gioca un ruolo fondamentale in tutto questo è la Sicilia con la base Aereo-Navale di Sigonella, il MUOS di Niscemi e i radar e poligoni di tiro sparsi per tutto il suo territorio.
Le strette collaborazioni tra le varie amministrazioni regionali siciliane, le aziende (per esempio SIRTI e Selex Es) e l’entourage militare americano, dimostrano che la pace per questi signori passa dalla canna di un fucile e sopra migliaia di morti e distruzioni di edifici.
Contro tali visioni di morte e giochi speculativi borghesi, noi ci opponiamo.
Chiamiamo ad una solidarietà tra le persone sfruttate per poter uscire fuori da logiche guerresche e tossiche.
Contro la guerra, contro il tanfo di morte che ci opprime, per la vita!
Gruppo Anarchico Galatea-FAI Catania