Per conoscenza pubblichiamo questa traduzione fatta da Fabio per il Gruppo Anarchico Galatea. Originale: “Movilizaciones frenan intento de golpe de Estado “técnico” en Guatemala”.
Lo scenario politico in Guatemala, dopo i sorprendenti risultati della prima tornata delle elezioni presidenziali del 25 Giugno scorso, ha acquisito derive autoritarie. Come risposta, diversi settori della popolazione e associazioni sono scesi in strada per fermare quello che viene etichettato come un colpo di Stato “tecnico”. La mattina di giovedì (13 Luglio), agenti del Ministerio Publico (MP), accompagnati da elementi incappucciati e armati della “Division de Informacion Policial”, hanno saccheggiato gli uffici del Tribunal Supremo Electoral (TSE).
L’azione è stata giustificata come un tentativo di raccogliere prove per procedere legalmente contro il partito “Movimiento Semilla” (MS), accusato di riciclaggio di denaro e di aver falsificato le firme per iscrivere i membri alla propria organizzazione politica.
Tutto ciò è successo ore dopo che il TSE ha ufficializzato il risultato della prima tornata elettorale – dalla quale sono stati confermati i candidati che si disputeranno la presidenza del Guatemala il prossimo 20 Agosto: Bernardo Arévalo del MS, e Sandra Torres, della Union Nacional de la Esperanza (UNE).
L’ingerenza del MP nel tribunale accade in un contesto di grave tensione politica. Il 30 Giugno, nove partiti politici hanno segnalato frodi elettorali e chiesto la revisione dei voti e dei verbali della prima tornata. Il 1 Luglio, la Corte de Constitucionalidad, per raccogliere i dati dei seggi elettorali, ha ordinato alle giunte elettorali di ripetere il conteggio dei voti. Il 6 Luglio la revisione a livello nazionale si è conclusa senza che venissero provati dei brogli.
Le organizzazioni sociali considerano l’irruzione del MP al tribunale elettorale come un’azione di interferenza nelle elezioni. Così la pensa José Luis Caal, membro della “Coordinacion de ONG y Cooperativas” (Congcoop), organizzazione presente nel nord del paese centroamericano.
“Il Guatemala sta vivendo in questi momenti un colpo di Stato “técnico”; non avviene con l’uso della forza militare ma attraverso la magistratura che è al servizio dei gruppi criminali”, afferma Caal in un’intervista con Avispa Midia nel suo ufficio di Raxruha, Alta Verapaz.
Per Caal, la recente azione dei pubblici ministeri punta ad [estromettere] il candidato del Movimiento Semilla dalle elezioni presidenziali. “Siamo molto preoccupati perché vediamo che siamo sotto una dittatura (…), non stanno rispettando il voto dei cittadini”, ha dichiarato l’attivista durante la giornata di giovedì, mentre l’organizzazione del quale fa parte si univa alla chiamata di altri gruppi che criticavano quanto accaduto.
Caal, difensore dei diritti umani, condivide con noi il fatto che il livello di incertezza è alto di fronte agli ultimi avvenimenti della disputa elettorale. “Per noi la posta in gioco non è il Movimento Semilla: è la mancanza delle istituzioni e la debolezza della democrazia in Guatemala“.
È in questo quadro, dice Caal, che i movimenti e le organizzazioni popolari si trovano in uno stato d’allerta. “Siamo in contatto con differenti organizzazioni a livello nazionale perché non permetteremo che il partito di Alejandro Giammattei (il presidente del Guatemala) imponga un governo che non è scelto dal popolo.”
Le dichiarazioni di Caal e della sua organizzazione sono una piccola dimostrazione delle reazioni di malcontento che non smettono di moltiplicarsi in diversi luoghi del paese centroamericano.
Dal centro della capitale del Guatemala, davanti alle azioni del MP, passando per Quetzaltenango, San Marcos, Antigua e la città di Coban, tra le altre, centinaia di manifestanti sono scesi in strada per ripudiare il tentativo di golpe.
Dopo la pubblicazione di questo articolo, la Corte de Constitucionalidad ha concesso al MS un’ingiunzione che lo protegge dalla sospensione della sua personalità giuridica – fino alla risoluzione definitiva dell’ordinanza emessa dal MP.
Da parte sua, il TSE ha dichiarato che non terrà conto dell’ordine di giudizio del MP, ribadendo la partecipazione del Movimiento Semilla alla seconda tornata delle elezioni.
Patto tra corrotti
Per comprendere la situazione attuale, Caal spiega che, grazie al lavoro svolto dalle Nazioni Unite e per dare seguito agli accordi di pace firmati nel 1996, nel 2006 il governo guatemalteco ha accettato la creazione e il funzionamento della “Comisión Internacional contra la Impunidad en Guatemala” (CICIG), un organismo che aveva come obiettivo il rafforzamento del sistema giudiziario. [Il CICIG] portò avanti delle indagini per punire i reati delle forze di sicurezza e degli apparati di sicurezza clandestini che commettevano crimini contro l’umanità.
A tal fine, è stata creata la Procura speciale contro l’impunità (Fiscalía Especial contra la Impunidad, (FECI)) per assistere la CICIG e la Procura guatemalteca nelle indagini sui casi di grande impatto.
“La FECI indagava sui gruppi che avevano beneficiato del denaro del popolo, gruppi che influenzavano i governi. Grazie al lavoro della procura, iniziammo a scoprire come il potere economico finanziasse illegalmente i partiti politici di destra”, spiega Caal.
Tuttavia, secondo il difensore dei diritti umani, è stato durante il governo di Jimmy Morales (2016-2020) che i gruppi criminali collusi con lo Stato, “si sono riarticolati e sono riusciti a espellere questa commissione dal Guatemala. [Questo] perché [la CICIG] ha iniziato a toccare gli interessi delle aziende, del potere economico, e come questi influenzassero un modello governativo che non beneficiava la popolazione.”
“Iniziarono a cooptare tutte le istituzioni di giustizia (…). La FECI è ora nelle mani di queste mafie e stanno iniziando a vendicarsi dei procuratori che indagavano sui casi di corruzione e impunità”, denuncia Caal, che sottolinea come molti giudici siano ora in esilio.
Ancora più grave è la persecuzione che si estende contro i movimenti e le organizzazioni sociali, oltre che contro i giornalisti – come nel caso dell’arresto e della condanna per reati finanziari di José Rubén Zamora, direttore del media nazionale “El Periódico”, attualmente chiuso.
“Sosterremo questa decisione coraggiosa (del TSE) che, sicuramente, è sotto pressione da parte del governo centrale”, denuncia Caal. “Non permetteremo che continui l’aggressione contro questo sistema democratico debole che abbiamo. Esigeremo che si rispetti questa debole democrazia che abbiamo in Guatemala”, conclude.