La Megaminiera ha dimostrato il fallimento in tutta l’Argentina

Originale: “La megaminería ha demostrado el fracaso en toda la Argentina”. Tradotto da Fabio per il Gruppo Anarchico Galatea

Andalgala è il caso esemplare delle megaminiera in Argentina. La “Minera Alumbrer”era stata costruita, in pieno menemismo (riferito a Carlos Saul Menem, ex presidente dell’Argentina, ndt). È stata sfruttata per più di 25 anni, senza mai mantenere le promesse di lavoro, sviluppo locale e cura dell’ambiente. Andalgalà è anche un epicentro della resistenza: da più di 20 anni si mobilitano contro l’estrattivismo. Sono ormai 696 manifestazioni (ogni sabato) che vengono effettuate in difesa dell’acqua e della vita. E sono in allerta per l’arrivo della multinazionale “Pan American Silver” (PAS) che vuole ingrandire il dubbioso progetto MARA (Minera Agua Rica-Alumbrera), a soli 17 chilometri della città – dove nascono i corsi fluviali che portano acqua alla regione.

Il cartello è enorme, bianco, con lettere nere e situato in un luogo strategico, all’angolo della plaza “9 de Julio”, in pieno centro di Andalgala: “A difesa dell’acqua e della vita. Andalgala libera dalla megaminiera.” E sotto ad una bandiera dell’Argentina, un’altra frase: “Più mortale del Covid-19 è la corruzione dei governi e delle miniere”. Ciò riassume il clima che si respira in città, la seconda in quanto a popolazione (dopo il capoluogo di provincia). Il messaggio riporta il sentimento di buona parte della popolazione che, dall’inizio dell’attività estrattiva, ha subito una decina di repressioni, processi e la modifica radicale del suo stile di vita tradizionale.

In questo contesto si è saputo che la multinazionale canadese “Pan American Silver” (la più grande impresa di argento del mondo) ha acquisito la società mineraria “Yamana Gold”, principale azionista del progetto MARA. Il comunicato aziendale informa: “Si è completata l’acquisizione della “Yamana Gold”. Ci si aspetta un aumento significativo nella produzione di argento e oro e migliori margini operativi”. Il progetto MARA (prima chiamato solo Agua Rica) era nelle mani del consorzio di “Yamana Gold”, “Glencore e Newmon”. L’incorporazione da parte della PAS proverà a darle una spinta.

Sergio Martinez, della “Asamblea El Algarrobo” – storico spazio di lotta per la difesa dell’acqua- ricorda che il progetto minerario MARA è “illegale” perché si trova in una zona protetta dalla Ley Nacional de Glaciares (n. 26.639) e specifica la validità dell’ordinanza 029 che protegge i fiumi di Andalgala. “Abbiamo sempre detto a queste imprese, che fossero PAS o Yamana, che non permetteremo lo sfruttamento di questi progetti in quanto violano i diritti umani ed è in gioco la nostra acqua e la vita delle persone,” afferma.

L’organizzazione canadese “Mining Watch” ha seguito da vicino le azioni dell’impresa e ha pubblicato un comunicato in occasione della riunione annuale degli azionisti della PAS: “Pan American Silver acquisisce attività tossiche dalla fusione con Yamana. L’impresa ha dichiarato di impegnarsi per i diritti umani. Ma questo discorso è in contrasto col suo modello di acquisizione delle attività [in quanto, a livello storico, si basa su] una serie di violazioni di diritti indigeni, violenze e forti opposizioni locali”.

Il malessere contro la megaminiera ad Andalgala raggiunse l’apice nell’Aprile del 2021, quando venne incendiata la sede di “Yamana Gold”. Ne seguì una forte repressione: una decina di residenti (per lo più membri della “Asamblea El Algarrobo”) vennero arrestati in due settimane, senza alcuna prova che li incolpasse dell’incendio. Nel Maggio 2022 ci sono state due operazioni repressive nella vicina località di Choya, dove la compagnia mineraria era stata bloccata. Il potere giudiziario ha criminalizzato i residenti: ci sono state decine di condanne. Non è un caso che [nel territorio di] Andalgalá, a causa del mancato rispetto dei diritti umani, si parli di “dittatura mineraria”.

Rosa Farias, nonna e membro dell’ “Asamblea El Algarrobo”, sottolinea che continuerà la lotta contro la megaminiera perché sanno che il progetto MARA mette a rischio tutta la popolazione di Andalgala. “L’arrivo della PAS non è una buona notizia. Sappiamo che è un’impresa enorme e che ha l’appoggio del Governo. Entrambi si comportano come se non esistessimo, non ci ascoltano, ma faremo rispettare i nostri diritti e quelli dei nostri figli e nipoti”, avverte.

“Fuori, fuori, fuori le miniere” (“Fuera, fuera, fuera las mineras”), è il grido che risuona ogni sabato pomeriggio ad Andalgalà.

Da più di 10 anni, le manifestazioni sono un rituale intorno a Plaza “9 de Julio”, con decine di striscioni e bandiere che esprimono il rifiuto dell’estrattivismo. Sergio Martínez riassume il passato e il presente: “La megaminería ha dimostrato il suo fallimento in tutta l’Argentina, non solo con Alumbrera in Andalgalá. Non possono dimostrare che non distruggano, che non inquinino e che non ci depredano. È un sistema di distruzione, inquinamento e saccheggio che non può essere considerato un modello di sviluppo per l’Andalgalá e/o per qualsiasi altro paese.”

Martínez aggiunge un’altra informazione sulle “bugie” delle aziende e dei governi, basandosi sul bilancio ufficiale: le royalties delle megaminería rappresentano solo l’1,68% del bilancio provinciale. Ricorda che il 1 Luglio, [da quando sono scoppiate le proteste], si sono compiute in tutto 700 passeggiate in Andalgalá. Sono stati sventolati ancora una volta due storici striscioni: “L’acqua vale più dell’oro” e “Andalgalá non è in vendita. L’Aconquija non è in vendita”.

“Pan American Silver” è un’azienda molto conosciuta in Argentina e in America Latina. Per 15 anni ha cercato di sfruttare nel Chubut il progetto piombo-argento chiamato “Navidad”. Ha avuto il sostegno di tutti i governi (provinciale e nazionale), ma non è riuscito ad andare avanti a causa del diffuso rifiuto della popolazione. Un evento storico si è verificato nel Dicembre 2021: dopo una mobilitazione popolare nota come “el chubutazo” e durata più di sette giorni (con tanto di incendio parziale del Palazzo del Governo), il governatore Mariano Arcioni ha dovuto fare marcia indietro e ripristinare le restrizioni alla megaminería.

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