[Volantini] 8 Marzo


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La società in cui viviamo è strutturata in tanti anelli che compongono una catena di oppressione.
L’etero-patriarcato è uno di questi anelli: esso consiste nella violenza e nella subordinazione nei confronti delle donne e delle soggettività non etero-normate.
Pensiamo che occorra mettere in discussione le forme e i comportamenti maschilisti interiorizzati che ci vengono propinati da questa società.
Allo stesso tempo, critichiamo le posizioni egemoniche di un femminismo liberale, bianco e borghese che emargina ed esclude le sessualità e i corpi cosiddetti “non regolamentati”, sostenendo apertamente un razzismo e un classismo tipico dell’attuale status quo.
Visto che i generi sono costruzioni sociali imposti spingiamo per la completa decostruzione dei nostri modi di vederci e di relazionarci con le altre persone, senza regole e norme calate dall’alto su ciò che vogliamo essere.
La lotta contro l’etero-patriarcato non può essere scissa da quella antispecista. L’esercizio del dominio coinvolge tutte le specie: la liberazione deve essere totale.
Siamo anarchicu e prendiamo le distanze da qualsiasi gruppo, collettivo o coordinamento di petizione che sostenga la riforma dell’attuale sistema di dominio; non pretendiamo nulla da nessun tipo di istituzione e rigettiamo un capitalismo dal volto umano (ma feroce e competitivo nelle vite di tuttu noi)
Il nostro supporto e la nostra solidarietà vanno a chi si muove verso una società autogestita e orizzontale, libera da una cultura machista e autoritaria.

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L’elezione della coalizione guidata da Giorgia Meloni ha fatto sì che, all’indomani delle elezioni, si alzasse nuovamente l’asticella degli attacchi dei movimenti di destra e neoconservatori nei confronti delle persone non eterosessuali e non maschili.
Così, ad una settimana dall’8 Marzo, Meloni rilascia un’intervista, a cui fanno eco le parole di Cristina Gramolini di ArciLesbica, secondo cui “l’ideologia gender danneggia le donne”. Senza dimenticare l’appoggio dato dalla Società Psicoanalitica a Meloni riguardo il parere negativo sull’assunzione di farmaci bloccanti della pubertà.Su altri piani, si è assistito alla presentazione di svariate proposte di legge che, senza mettere in discussione direttamente la legge 194, di fatto andrebbero a puntellare e minare l’accesso all’Interruzione Volontaria di Gravidanza, proponendo di riconoscere soggettività giuridica all’embrione. Una pratica già vista in altri paesi.
Cosa lega, ad esempio, una sparatoria ad un club queer, come successo più volte negli Stati Uniti, all’attacco all’accesso all’IVG? O la lotta contro “l’ideologia gender” e gli attacchi transqueerlesboomofobi nelle strade italiane durante i Pride?
L’attacco anti-abortista fa il paio con l’aggressione verso le persone trans binary e non binary e verso la comunità queer, favorendo una concezione del rapporto tra sessi e generi strettamente binaria e legata, sostanzialmente, all’immaginario del padre di famiglia cisgender etero, bianco e borghese. Un mondo “ordinato”, mai esistito – se non nelle fantasie storiche e scientifiche di determinati soggetti politici – e che spesso ha nascosto le violenze domestiche istituzionalizzate e socialmente accettate.
Per questo motivo, abbiamo deciso di tradurre materiali riguardanti la lotta per l’accesso all’aborto in varie parti del mondo: dagli Stati Uniti a San Marino, dalla Russia all’America Latina, passando per Polonia, Ungheria ecc.

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L’attuale conflitto russo-ucraino ha portato la Russia ad un baratro sociale, culturale ed economico non indifferente.
Approfittando del conflitto,la Duma ha approvato una serie di norme ai danni delle donne e delle persone non eteronormate, il tutto con la benedizione della borghesia e della Chiesa Ortodossa russa.
Affrontare la giustizia sociale e riproduttiva attraverso una lente transfemminista potrebbe diventare un mezzo per affrontare il regime di Putin e sfidare l’establishment russo. Il “genere” nell’attuale sfera politica russa sta assumendo sempre più importanza come questione di sicurezza nazionale: dal divieto totale di rappresentazione delle persone LGBTQ+ nell’arte e nei media all’osannamento della donna-madre.
La difesa dei “valori tradizionali” da parte del governo russo pone questo come il principale custode dell’eteronormatività e procreazione della nazione. La crociata contro i diritti LGBTQ+, l’Interruzione Volontaria di Gravidanza e l’ “ideologia di genere” unisce Putin con quei movimenti conservatori di tutto il mondo che utilizzano le campagne anti-gender come “collante ideologico” contro l’egemonia occidentale e in difesa della borghesia e delle spese militariste.
Questo è ciò che sta avvenendo dove, da un lato, molti uomini sono stati mobilitati, arruolati o sono fuggiti dal Paese e, dall’altro, il budget per le prestazioni sociali si è ridotto (o addirittura esaurito) in alcune aree del paese – a favore di quello militare e della propaganda.
La “Resistenza femminista contro la guerra” è uno dei movimenti anti-bellici più significativi della Russia che si impegna attivamente contro i tentativi del Cremlino di reprimere quei gruppi impegnati nella difesa della riproduzione/giustizia sociale. Le azioni e le attività di questo movimento resistente sono il supporto psicologico, legale ed economico, oltre a consigli su come difendersi nelle reti internet ed espatriare dal paese (specie se lo richiedono persone mobilitate e/o in procinto di essere chiamate alle armi).
Come Gruppo Anarchico Galatea, ci siamo impegnatu nella scrittura di testi riguardanti il conflitto russo-ucraino e nella traduzione di articoli provenienti dal giornale femminista antimilitarista russo “Zhenskaya Pravda” (legato a “Resistenza Femminista contro la Guerra”).
Invitiamo tuttu lu compagnu a supportare questa realtà che si oppone alla guerra e opera, tra mille difficoltà, a livello di azioni ed attività di mutuo aiuto e contro-informazione.

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