Traduzione dall’originale “Podemos bemoans crackdown in Peru, but arms Peru’s regime against the workers”
Nota del Gruppo Anarchico Galatea
Nella traduzione che presentiamo, nella parte iniziale si parla di “colpo di Stato” attuato da Boluarte ai danni di Castillo.
Qualcunu potrà dire e/o pensare che la piattaforma “wsw” sostenga in modo indiretto ed implicito il precedente regime di Castillo; in realtà, il sito si è sempre posto in termini critici contro il precedente presidente peruviano, presentandolo come sostenitore della “santità della proprietà privata e degli interessi delle multinazionali minerarie, le [le cui] politiche saranno dettate dalla borghesia peruviana e dai mercati internazionali, mentre la destra peruviana e i militari preparano un colpo di Stato.”
Chi porta avanti queste logiche borghesi, oggi giorno, è Boluarte a suon di arresti, incarceramenti e morti.
La specifica che facciamo è fondamentale per chiarire come non vi siano sostegni indiretti a determinati regimi e, soprattutto, per affermare che la differenze tra dittatura e democrazia, specie nella cosiddetta America Latina, riguarda l’utilizzo più o meno esplicito della violenza statale (in prevalenza militare e poliziesca) e del Capitale ai danni delle persone marginalizzate e sfruttate (popolazioni native, persone lavoratrici, donne, persone non eterosessuali).
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La sanguinosa repressione poliziesca scatenata contro le persone giovani e lavoratrici peruviane dal regime di Dina Boluarte, insediatosi con un “colpo di Stato” sostenuto dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, sta mettendo nuovamente a nudo il partito di pseudo-sinistra spagnolo Podemos.
Le proteste sono proseguite per sette settimane dall’insediamento del regime di Boluarte, che ha risposto con una sanguinosa repressione. Sono in corso arresti di massa. Più di 60 persone sono state uccise, compresi i minorenni, e quasi 1.000 sono rimaste ferite quando il regime peruviano ha scatenato la polizia armata di gas lacrimogeni, proiettili di gomma e veicoli blindati contro le persone manifestanti.
La coalizione di governo spagnolo tra Partito Socialista (PSOE) e Podemos è fermamente schierata dalla parte del golpe contro le persone lavoratrici peruviane.
La scorsa settimana, il deputato di Podemos e primo segretario del Parlamento, Gerardo Pisarello, ha pubblicamente ribadito che il suo governo era scioccato e costernato dalla violenza in Perù. Ha dichiarato: “Non posso iniziare il mio discorso sulla politica estera senza prima esprimere la nostra profonda preoccupazione per la violenza repressiva che si è scatenata contro la popolazione civile in Perù nelle ultime settimane”. Ha invitato “il governo di Dina Boluarte a porre fine alla repressione e alla persecuzione dei leader delle comunità e a garantire il legittimo diritto dei peruviani a protestare.”
Si è trattato di un esercizio di controllo cinico e bugiardo dei danni politici, dopo che Amnesty International ha pubblicato un rapporto in cui mostrava come il regime peruviano usasse attrezzature antisommossa vendutegli dal PSOE e da Podemos per reprimere le persone giovani e lavoratrici peruviane.
Amnesty International stima che tra il 2017 e il Giugno 2022 il governo PSOE-Podemos abbia esportato in Perù armi per milioni di euro, tra cui 4,7 milioni di euro in armi leggere, 2,4 milioni di euro in munizioni e quasi un milione di euro in armi antisommossa. Nello stesso periodo, ha rilasciato licenze che autorizzano l’esportazione di 184 milioni di euro di armi in Perù, di cui circa 40 milioni di euro di materiale antisommossa.
Ciò è avvenuto quando il PSOE e Podemos erano al potere, prima in un governo di minoranza guidato dal PSOE e sostenuto da Podemos dal 2018 al Gennaio 2020 e, successivamente, in un governo di coalizione.
Il WSWS ha riferito nel 2021 che il governo Podemos-PSOE è “leader nell’esportare gli equipaggiamenti antisommossa per la polizia, mentre l’aristocrazia finanziaria globale affronta l’opposizione sociale di massa alle sue politiche di austerità, militarismo e negligenza maligna di fronte alla pandemia da COVID-19”. Queste armi vengono ora usate contro le persone lavoratrici in Perù.
Amnesty International ha chiesto la sospensione di queste esportazioni in una lettera indirizzata al Segretario di Stato spagnolo per il Commercio, Xiana Margarida Méndez. Chiede, in conformità con il Trattato sul commercio delle armi, che obbliga a non autorizzare le esportazioni quando esiste un rischio sostanziale di gravi violazioni dei diritti umani, che il governo PSOE-Podemos revochi l’autorizzazione all’esportazione di materiale letale e anti-sommossa. Questa lettera è stata ignorata.
L’esportazione di materiale antisommossa sotto Podemos non è stata una svista o un errore passeggero di questo partito di pseudo-sinistra. Infatti, Podemos ha posto al centro delle sue politiche economiche le richieste di esportazione di massa delle armi letali verso le dittature militari e i regimi di destra.
Nell’Ottobre 2020, il portavoce di Podemos per la Difesa, Roberto Uriarte, è intervenuto al Forum dell’Informazione sulla Difesa in Parlamento per chiedere la diversificazione delle esportazioni e una maggiore ricerca nell’industria degli armamenti. L’industria non dovrebbe “mettere tutte le uova in un solo paniere”, ha detto. Al contrario, ha aggiunto, “l’industria della difesa deve basare la sua crescita sulla diversificazione delle soluzioni e sulla ricerca di nuovi mercati all’estero, in modo che il Ministero della Difesa non sia l’unico cliente dell’industria bellica”.
Uriarte ha invitato la Spagna a esportare armi ai regimi di tutto il mondo. “Non dovremmo vendere [armi] in modo mono-culturale solo alle monarchie del Golfo Persico”, ha detto. La Spagna, ha insistito, deve “attuare politiche pubbliche e facilitare l’internazionalizzazione” delle vendite di armi. Ha chiesto di investire nella ricerca e nello sviluppo, che richiede “politiche a lungo termine, poca demagogia e molto sacrificio e dedizione”.
Podemos ha dato seguito alla sua richiesta di espandere, in modo massiccio, le esportazioni di armi in Spagna.
Sotto Podemos, la Spagna è passata dall’undicesimo esportatore di armi al mondo nel 2016 al settimo nel 2020, posizione che detiene ancora oggi. È solo in ritardo rispetto ai principali Paesi imperialisti come Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Francia e a potenze mondiali come Russia e Cina.
Il complesso militare-industriale spagnolo è un pilastro della sua economia, con 21.000 dipendenti e un fatturato annuo di 6,2 miliardi di euro.
Nel 2020, mentre la pandemia COVID-19 uccideva centinaia di migliaia di persone in Spagna e in Europa, il governo PSOE-Podemos ha autorizzato vendite di armi per un valore record di 22,5 miliardi di euro.
In un contesto di rapida escalation della guerra della NATO con la Russia in Ucraina, Podemos sta lavorando per aumentare le vendite di armi.
L’industria degli armamenti spagnola è destinata a registrare profitti record dopo che il governo PSOE-Podemos ha approvato il bilancio 2023, con il più grande aumento della spesa militare nella storia della Spagna. La spesa ammonterà a oltre 12,8 miliardi di euro il prossimo anno, rispetto ai circa 10 miliardi di euro del 2022. Ciò è in linea con l’impegno assunto da Madrid nei confronti della NATO nell’aumentare il bilancio della difesa al 2% del PIL entro il 2029.
Secondo i dati del Centro Delàs per gli Studi sulla Pace, la spesa militare reale di Madrid – che include, oltre al bilancio del Ministero della Difesa, altri articoli di natura militare acquistati dal governo spagnolo – sarà di 27 miliardi di euro, pari a 75,7 milioni di euro al giorno. Gran parte di questa spesa, 4,9 miliardi di euro, è destinata a “programmi speciali di ammodernamento”, che vanno per lo più alle aziende spagnole produttrici di armi.
Il quotidiano La Vanguardia, con sede a Barcellona, ha pubblicato di recente un articolo intitolato “Una spinta storica all’industria della difesa”, in cui si salutava [favorevolmente] l’escalation militare lanciata da Podemos. Produttori di armi come Airbus, Navantia, GDELS-Santa Bárbara e Indra sono quelli che il governo PSOE-Podemos “vuole trasformare nella punta di diamante di un’operazione nazionale a lungo termine per rafforzare il settore”. Per loro ci sarà una pioggia di milioni di euro.
Ha salutato l’aumento delle elargizioni statali ai produttori di armi lanciato da Podemos, aggiungendo: “L’opportunità è senza precedenti. Mai prima d’ora l’industria spagnola della difesa, della sicurezza, dell’aeronautica e dello spazio ha affrontato la sfida di crescere e modernizzarsi con un contributo di denaro statale così potente”.
L’ansia di Podemos di esportare armi per la repressione di Stato a livello internazionale era chiaramente legata alla sua ormai consolidata esperienza nell’uso di tali armi contro le persone scioperanti della stessa Spagna.
Nel Novembre 2021, il governo PSOE-Podemos ha inviato la polizia a sparare spray al peperoncino, gas lacrimogeni e proiettili di gomma contro i metalmeccanici in sciopero a Cadice, schierando persino autoblindo nelle aree operaie per terrorizzare la popolazione.
Ha lanciato un dispiegamento senza precedenti di 23.000 poliziotti per interrompere lo sciopero dei camionisti dell’Aprile 2022 e di 20.000 agenti di polizia armati di 6.000 cartucce taser per reprimere le proteste contro il vertice NATO dello scorso Giugno.
All’estero, appoggiando Boluarte a Lima, Podemos mira a salvaguardare la prosecuzione dell’estrazione delle ricchezze minerarie strategiche del Perù – in particolare rame, zinco e gas naturale liquefatto – e gli interessi aziendali delle banche spagnole BBVA e Banco Santander e di multinazionali come Telefónica e Zara.
È necessario trarre lezioni politiche fondamentali dal militarismo anti-operaio di partiti come Podemos – che le élite al potere promuovono falsamente come “[partito di] sinistra”. L’evoluzione di Podemos, dalla sua fondazione nel 2014, non è il risultato di un errore tattico o di errori della sua leadership di partito.
Parlando a nome di strati benestanti e filo-imperialisti della classe media, Podemos si è impegnato nel costruire un ampio movimento di sinistra e a realizzare un cambiamento democratico attraverso la macchina statale capitalista spagnola.
L’utilizzo di questa macchina ha comportato la difesa degli interessi finanziari e strategici del capitalismo spagnolo contro la classe operaia. La violenza della polizia all’estero e in patria è il risultato inevitabile di questa politica fallimentare.
Il sostegno di Podemos alla repressione poliziesca in Perù dimostra che la costruzione di una lotta internazionale e rivoluzionaria contro l’austerità, la guerra e la dittatura dipende dalla mobilitazione della classe operaia contro tutti i partiti capitalisti reazionari, in particolare le varianti “populiste di sinistra” come Podemos. [Dobbiamo assumere] questa lezione critica.