Introduzione
Fin dal Primo Regno di Grecia (1832-1924), la Gendarmeria Ellenica si distinse per essere una forza conservatrice e fortemente repressiva. Questo stato di cose si accentuò dopo la fine della guerra civile greca (1949) e con i governi reazionari, conservatori e dittatoriali che si costituirono in Grecia per quasi un quarto di secolo (1950-1974); la Gendarmeria Ellenica divenne sempre più militarizzata e con funzioni di controllo e repressione sociale.
Nel 1984, dieci anni dopo la fine della Dittatura dei Colonnelli, la Gendarmeria e la Polizia Cittadina vennero fuse in un’unica forza di polizia, diventando la Polizia Ellenica.
Nonostante la fusione, la natura repressiva, conservatrice e di contenimento delle proteste tipiche delle forze dell’ordine non sono venute meno; gli agenti e gli ufficiali della Polizia Ellenica vengono, ancor oggi, plasmati con un’ideologia fortemente militarista, razzista, nazionalista e machista.
Il risultato di queste influenze si manifestano nelle strade in cui gli appartenenti alla Polizia indossano sulle proprie uniformi dei simboli che rimandano ad ideologie neofasciste e neonaziste e utilizzano una violenza brutale contro le proteste e le persone marginalizzate.
Nell’articolo che presentiamo, pubblicato da “The Manifold” – un gruppo investigativo giornalistico greco -, viene relazionata questa problematica dei simboli e come ogni Codice comportamentale o “inclusivo” della Polizia Ellenica sia mera carta straccia o paravento ideologico politico.
Nota
Per rendere scorrevoli determinate frasi e termini, abbiamo fatto qualche lieve modifica, aggiungendo dove ritenevamo opportuno delle parentesi quadre. Siamo consapevoli, e ce ne scusiamo in anticipo, se la traduzione dell’articolo non è precisa.
Pur non essendo madrelingua, abbiamo utilizzato come materiali di studio:
-“Dizionario Greco Moderno-Italiano, Italiano-Greco Moderno” curato da Alexìou Vassilikì, Kolonia Amalìa e Migardu Anna, De Agostini, 2011;
-“Grammatica del greco moderno. Volume Primo: Fonetica e Morfologia” di Filippo Maria Pontani, 2000;
-Wiktionary versioni inglese e greca
Traduzione dall’originale “Τιμωροί και τσοπανόσκυλα: Τα σύγχρονα ακροδεξιά σύμβολα στις στολές της ΕΛ.ΑΣ.”
Elencando una serie di simboli che molti agenti di polizia greci portano sulle loro uniformi, [troviamo] i “tradizionali” simboli dell’estrema destra e neo-nazisti [e anche quelli] che provengono da varie sottoculture, legate principalmente all’estrema destra americana, all’anti-islamismo dell’esercito americano e alla reazione della polizia americana [contro] il movimento Black Lives Matter.
La polizia in Grecia si è sistematicamente – e spesso programmaticamente – identificata con le ideologie reazionarie sia prima che dopo la “Metapolitefsi”1, mentre la ricerca storica e giornalistica ha evidenziato una serie di prove sui forti e duraturi legami della polizia con l’estrema destra. Questi legami ufficiali della polizia sono stati evidenziati molte volte attraverso i simboli sulle loro uniformi, dimostrando come costoro siano associati alle varie idee di estrema destra.
Tuttavia, negli ultimi anni, lo sviluppo dei social media ha portato a due fenomeni paralleli: da un lato, sempre più cittadini [fotografano e filmano] le forze di polizia in ogni occasione che esercitano le loro funzioni [ – in particolare] sui casi di arbitrarietà della polizia -, dall’altro gli stessi agenti di polizia utilizzano i social network per condividere un grande volume di materiale audiovisivo della loro vita quotidiana in servizio.
Pertanto, raccogliendo fotografie da Internet, siamo in grado di elencare una grande varietà di simboli ideologici che gli agenti di polizia portano nelle loro uniformi; il che ci porta a due osservazioni: in primo luogo, questa pratica, vale a dire l’ostentazione delle ideologie intolleranti da parte degli agenti di polizia, sembra essere molto generale e dimostra che [essi] non si sentono di dover obbedire al regolamento del proprio corpo o di temere che saranno controllati dai loro superiori.
In secondo luogo, vicino ai più “tradizionali” simboli di estrema destra e/o neonazisti, ora appaiono nelle uniformi della polizia greca altri simboli provenienti da varie sottoculture, associate principalmente all’estrema destra americana, all’anti-islamismo dell’esercito americano e alla reazione della polizia americana [contro] il movimento Black Lives Matter (BLM).
Il Punitore e altre leggende metropolitane
“Io non ho infranto la legge, io sono la legge” esclamava Sylvester Stallone nei panni del giudice Dredd, nell’omonimo film sull’eroe degli anni ‘70 creato da John Wagner. Ma anche se Dredd è entrato nel pantheon della cultura del [personaggio] buono insieme ad altri eroi che sono spesso figure di copaganda 2 – come Terminator e RoboCop -, i poliziotti “vigilanti” di tutto il mondo sembrano aver scelto un antieroe come loro simbolo.
Nella sua autobiografia, “American Sniper” (2012), il marine statunitense Chris Kyle descrive la sua missione e le sue azioni in Iraq utilizzando il simbolo del Punitore, eroe della nota casa editrice di fumetti Marvel.
Nei fumetti, il Punitore utilizzava come simbolo un teschio e delle ossa incrociate appositamente progettati per terrorizzare i membri dei cartelli della droga, i cittadini privati che collaboravano con le agenzie di intelligence americane e le forze armate statunitensi, e i paramilitari americani che avevano ucciso la sua famiglia poco dopo il suo ritorno dall’Afghanistan – dove aveva prestato servizio. Sebbene il Punitore, in quanto eroe dei fumetti, non avesse alcuna simpatia per la retorica di estrema destra o neonazista e fosse frustrato dalla polizia statunitense, il fatto che prendesse “la legge nelle proprie mani” rendeva il suo teschio e le sue ossa incrociate un simbolo ideale per gli ufficiali di polizia e militari che volevano trasmettere lo stesso messaggio.
Il simbolo è diventato così un sinonimo dell’estrema destra, tanto che nel 2020 uno dei suoi creatori, Gerry Conway, ha chiesto al mondo di riappropriarsene come simbolo dei movimenti e ha lavorato con gli attivisti del BLM negli Stati Uniti. Nel 2022 la Marvel ha ridisegnato e sostituito il simbolo nei suoi fumetti [- proprio] a causa del suo utilizzo da parte dei gruppi dell’estrema destra.
Ecco un esempio del materiale che abbiamo identificato con variazioni di questo simbolo nelle uniformi della polizia greca e in una pattuglia della polizia del Pronto Intervento.3
Altri soldati americani, più reali del Punitore, tornati negli Stati Uniti hanno portato con loro una pletora di simboli di odio sulle uniformi – trovate [successivamente] sulle uniformi della Polizia Ellenica.
Due dei [simboli] più caratteristici che abbiamo trovato appartengono alla categoria dei “crociati”. Entrambi recano la parola “infedele”, mentre il secondo è accompagnato dal simbolo del Punitore, insieme alla frase “Sono l’infedele di cui siete stati avvertiti, non vengo a portare la pace, ma la spada”. Entrambe le versioni del simbolo sono detenute dal Ku Klux Klan e sono state ampiamente utilizzate durante le operazioni dell’esercito statunitense in Afghanistan.
Un altro simbolo che abbiamo trovato sull’uniforme di un agente di polizia greco riporta la scritta “se hai sentito lo sparo, allora non stavo mirando a te”, una frase che è spesso associata al personale militare statunitense, canadese e britannico, e che spesso compare insieme al simbolo del Punitore.
Dagli Stati Uniti è arrivato anche un adesivo in velcro indossato da un poliziotto greco, con la scritta “SHEEPDOG”, che si riferisce alla frase “o pecora o cane da pastore”. Altri adesivi che abbiamo trovato recitavano “se vuoi la pace, preparati alla guerra” e “preferisco essere giudicato da dodici che essere portato da sei”. Quest’ultima frase, comune nelle culture della polizia “al di sopra della legge”, significa che [una persona] preferirebbe affrontare l’accusa di aver infranto la legge piuttosto che essere ucciso.6
La sottile linea blu
“Una linea sottile che separa l’ordine dal caos” sembra essere la motivazione alla base di uno dei simboli di estrema destra più noti ed utilizzati negli ultimi anni dagli agenti di polizia di tutto il mondo. Conosciuta come “thin blue line” o “sottile linea blu”, [il simbolo] viene indossato come distintivo dagli agenti di polizia; si riferisce alla convinzione che sono loro, in quanto rappresentanti della legge, a permettere alla società di funzionare legalmente.
Non sono pochi i casi in cui troviamo questo simbolo sulle uniformi degli agenti di polizia greci [ – come] in una foto degli agenti di polizia della Squadra d’Azione insieme agli ex membri del partito “Nuova Democrazia”, Konstantinos Bogdanos e Afroditi Latinoupoulou.
Ci sono persino casi in cui la “sottile linea blu” è direttamente collegata all’opposizione verso movimenti antirazzisti come “Black Lives Matter” e al [sostegno della] sua controparte “poliziesca”, “Blue Lives Matter”, mentre in altri casi simboleggia l’omertà 9 che i membri delle forze di sicurezza osservano nel caso in cui un collega venga accusato di aver agito al di fuori delle sue funzioni.
A causa del significato della “sottile linea blu”, negli Stati Uniti alcuni dipartimenti di polizia ne hanno vietato l’uso sulle uniformi del personale.
Rimaniamo in Europa
Tuttavia abbiamo anche individuato delle influenze provenienti dall’Europa sui simboli dell’odio e dell’arbitrio della polizia – in particolare dalla tradizione nazista e “ariana”. [Gli esempi sono] un tatuaggio con una croce rossa dell’Ordine dei Cavalieri Templari tatuata [sul braccio di] un poliziotto della Squadra Antisommossa e le lettere “S.S.” sul casco di un agente di polizia.
Nel Dicembre 2020 ha fatto scalpore il simbolo del tirapugni con la scritta XXXI [sui caschi] degli uomini della Squadra d’Azione a Exarchia; ma non possiamo confermare che i numeri latini (31 in arabo) siano un riferimento al Korps Ems 10, uno dei battaglioni della Wehrmacht.
In un’estetica simile, anche se meno fantasiosa, compaiono diverse varianti di simboli raffiguranti elmi e caschi greci antichi, il più comune dei quali è la variante accompagnata dall’iscrizione “Molon Labe”.
Atene, Salonicco e al confine
I dati e il materiale che abbiamo estratto sono disponibili sui profili social degli agenti di polizia e sulle pagine delle loro comunità digitali. Occasionalmente identifichiamo anche il materiale contenuto nelle foto pubblicate dai fotoreporter sulle loro pagine e quello pubblicato dai media.
Sebbene la stragrande maggioranza degli agenti di polizia presti servizio ad Atene e Salonicco, è interessante notare che questi simboli compaiono anche sulle [uniformi delle] guardie di frontiera, deegli agenti di polizia in servizio nei centri di detenzione o di accoglienza dei rifugiati, nonché su [quelle] dei membri della guardia costiera che hanno prestato servizio come ufficiali di collegamento FRONTEX.
Legge e realtàNegli ultimi anni, il quadro giuridico relativo alle uniformi degli agenti di polizia e in quali circostanze potessero [e possono] indossare i simboli citati è abbastanza confuso. Tuttavia, non c’è stato finora alcun tentativo di impedire agli agenti di polizia di indossare simboli di odio sulle loro uniformi, e non sono stati presi provvedimenti disciplinari quando ciò è stato scoperto.Con la modifica della Decisione n. 7012/6/103/5-7-2009 “Uniforme del personale di polizia” dell’Aprile 2021 e la relativa trasmissione inviata dalla sede centrale della Polizia Ellenica, si chiarisce che “qualsiasi collocazione di emblemi, insegne, accessori, distintivi […] non prescritti, al di là di quanto specificato, è contrario al presente quadro normativo e costituisce un illecito disciplinare, punibile ai sensi della legge 120/2008 “Diritto disciplinare del personale di polizia”.”
A parte non essere previsti, molti di questi simboli – specie quei simboli di odio – sono anche soggetti alle disposizioni della legislazione antirazzista, in quanto possono stimolare o incitare atti o azioni che possono causare discriminazione, odio o violenza. Allo stesso tempo, contraddicono il Codice di condotta per gli agenti di polizia, che afferma che “evitare i pregiudizi basati sul colore della pelle, sul sesso, sull’origine nazionale, sull’ideologia e sulla religione, sull’orientamento sessuale, sull’età, sulla disabilità, sullo stato civile, sulla condizione economica e sociale o su qualsiasi altra caratteristica distintiva dell’individuo è un aspetto essenziale della condotta di un agente di polizia.” 12
Durante la stesura di questa relazione abbiamo rivolto le seguenti domande all’Ufficio Stampa della Polizia Ellenica:
1 – La dirigenza della Polizia Ellenica è consapevole della pratica generalizzata degli agenti di polizia nell’esibire simboli di estrema destra sulle loro uniformi?
2 – La dirigenza della Polizia Ellenica è preoccupata che questa pratica indichi l’esistenza di atteggiamenti violenti illegali ed altri tipi di arbitrio nei ranghi della polizia?
3 – La dirigenza della Polizia Ellenica intende adottare misure per eliminare questa pratica?
Al momento della pubblicazione, non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
L’uso di questi simboli non va solo al di là del quadro istituzionale della Polizia Ellenica. Si afferma inoltre che gli agenti di polizia, nell’esercizio delle loro funzioni, rappresentino le loro identificazioni ideologiche di estrema destra, che non solo non considerano una questione privata, ma percepiscono come parte integrante della loro identità di agenti di polizia.
Se inoltre si considera l’origine dei simboli più recenti (polizia ed esercito americano, supereroi) e la loro mitizzazione cinematografica, televisiva e ludica, ci si chiede come questi agenti di polizia percepiscano esattamente la realtà della loro missione.
Note del Gruppo Anarchico Galatea
1 Traduzione “Cambio di regime”. Ci si riferisce a quel periodo della storia greca moderna che va dalla caduta della giunta militare di Papadopoulos al periodo di transizione poco dopo le elezioni parlamentari del 1974.
2 Unione delle parole “cop” e “propaganda”; il termine descrive la produzione e la promozione nei media, nei film cinematografici, serie tv, articoli e reportage che mira a creare un’impressione positiva del lavoro della polizia e degli agenti di polizia.
3 È un’unità della polizia greca. La sua missione è la prevenzione e la repressione del crimine, il pattugliamento continuo per mantenere la sicurezza e l’ordine.
4 Il Sole di Verghina (noto anche come Stella di Vergina ) è un antico simbolo greco raffigurato su vari reperti archeologici come vasi e monete. Divenne noto grazie alla sua raffigurazione su un’urna d’oro trovata nel 1977 in una tomba reale attribuita alla dinastia reale macedone di Filippo II e Alessandro Magno. Negli anni passati il Sole di Verghina ha causato numerosi scontri diplomatici tra la cosiddetta Macedonia del Nord e la Grecia in quanto i primi avevano utilizzato questo simbolo nella loro bandiera nazionale. Seppur il problema diplomatico sia stato risolto, i fascisti e nazisti greci si rivendicano oggi giorrno il Sole di Verghina in quanto appartenente al glorioso passato nazionale.
5 In greco Oμάδες Δίκυκλης Αστυνόμευσης (ΔΙΑΣ); traduzione di “Squadra di Polizia a Due Ruote”. Reparto creato nel Marzo 2010 per prevenire, controllare, reprimere azioni violente e criminali come omicidi, rapine, ecc.
6 Come spiegato da “Urban Dictionary”, “essere giudicati da 12 persone significa andare in tribunale ed essere giudicati da una giuria di 12 persone, come avviene in tutti i processi. Essere trasportati da 6 persone significa essere morti. È comune che 6 persone portino una bara (3 per lato) da e verso il carro funebre.” Link: https://www.urbandictionary.com/define.php?term=I%27d%20rather%20be%20judged%20by%2012%20than%20carried%20by%206
7 Traduzione in italiano “Vieni a prenderle”. Secondo Plutarco, questa frase venne pronunciata dal re di Sparta Leonida I in risposta alla richiesta di consegnare le armi avanzata dal re persiano Serse durante la battaglia delle Termopili. La traduzione dell’intero verso, inserito negli “Apoftegmi spartani” dei “Moralia” di Plutarco, è la seguente: “Quando Serse gli mandò un’altra lettera, intimandogli di consegnare le armi, gli rispose: Vieni a prenderle!” (in greco antico: “πάλιν δὲ τοῦ Ξέρξου γράψαντος ‘πέμψον τὰ ὅπλα,’ ἀντέγραψε ‘μολὼν λαβέ.’”). La frase “Molon Labe” è stata spesso utilizzata in campo militare, precisamente nelle due guerre mondiali, nella guerra greco-turca del 1919-1922 e nella guerra d’indipendenza cipriota (1955-1959)
8 È un’unità della polizia greca istituita nel Novembre 2019. È una squadra di prevenzione e soppressione del crimine a risposta rapida. Inizialmente pattugliava il quartiere di Exarchia ad Atene; in seguito il loro campo di azione si è esteso per tutta la città di Atene e a Salonicco. L’unità è stata pesantemente criticata per la brutalità e l’arbitrarietà delle loro azioni.
9 Il “Muro Blu del Silenzio” è il processo o la pratica con cui gli agenti di polizia sostengono i colleghi che hanno commesso una violazione. Una delle manifestazioni più tipiche di questa pratica è il silenzio mantenuto durante le indagini interne sulle azioni dei loro colleghi.
10 Conosciuto come “XXXI Armee-korps z.b.V.”. Venne costituito nel Marzo del 1945; operò nella regione tedesca di Weser-Ems (al confine con l’Olanda) contro le truppe britanniche fino alla capitolazione della Germania. Secondo la mitologia nazifascista odierna, questo corpo d’armata tedesco si distinse nella lotta contro gli Alleati e, di conseguenza, come simbolo di resistenza alle “potenze plutocratiche ed ebraiche”.
11 Sono una divisione speciale della polizia greca il cui ruolo principale è quello dell’antisommossa.
12 “Codice di condotta dell’agente di polizia”, Articolo 5 “Servire i cittadini”, comma 3. Link: https://www.astynomia.gr/images/stories/Attachment14238_KOD_FEK_238A_031204.pdf