Perché la gente crede nei giocattoli esplosivi, negli aghi avvelenati e nei sabotatori ucraini?

Trascrizione del video “Почему люди верят в заминированные игрушки, отравленные иглы и украинских диверсантов?

Nota
Per rendere scorrevoli determinate frasi e termini, abbiamo fatto qualche lieve modifica, aggiungendo, dove ritenevamo opportuno, delle parentesi quadre.
La trascrizione del testo è stata fatta attraverso il sito di downsub.com.
Pur non essendo madrelingua e tanto meno dei russist*, abbiamo utilizzato come materiali di studio:
-“Dizionario essenziale Russo-Italiano Italiano-Russo a cura di Edigeo”, Zanichelli, 1990; “Dizionario Russo-Italiano, Italiano-Russo”, edizioni “Perun”, 2002.
-“Grammatica russa. Manuale di teoria” di Claudia Cevese e Julia Dobrovolskaja del 2018
-Wiktionary versioni inglese e russa

Con l’invasione russa dell’Ucraina, sono stati diffusi su internet delle notizie inventate e false sui sabotaggi in Russia. I russi inviano dei messaggi in cui i sabotatori ucraini avvelenano l’acqua con i bacilli della tubercolosi e del colera e che nelle strade appaiono giocattoli per bambini e passaporti esplosivi. Abbiamo deciso di capire come nascono [le notizie inventate e false] sulla guerra e chi c’è dietro di esse.

Lenochka ciao! Ieri è arrivato il medico-epidemiologo da Mosca per l’acqua. Hanno trovato nell’acqua il bacillo del colera e della tubercolosi. Non si deve assolutamente bere l’acqua. Siate tutti vigili e attenti. Ditelo a tutti quelli che conoscete. Sabotaggio.

A Marzo di quest’anno, gli utenti di WhatsApp hanno iniziato ad inviarsi dei messaggi di questo tipo.

Sono apparsi per la prima volta nella regione di Bryansk. Poi il panico si è diffuso ulteriormente in altre regioni confinanti con l’Ucraina. Poi i messaggi si sono spinti in Russia e quindi in Kazakistan. Tutte queste storie, ovviamente, si sono rivelate false.

“Le autorità per il controllo sanitario ed epidemiologico hanno detto che si trattava di una notizia falsa.”

Da metà Marzo i russi si scambiano dei messaggi su ogni sorta di minaccia proveniente dall’Ucraina e più la guerra va avanti, più aumentano le storie di sabotatori ucraini che avvelenano il cibo e diffondono giocattoli e passaporti esplosivi per le città russe.

Gli antropologi chiamano queste storie “leggende metropolitane.”

Il termine “leggende urbane” compare per la prima volta in un articolo del folklorista americano Richard Dorson, “Legends and Tall Tales”, pubblicato nel 1968. Egli usa questo termine per dimostrare che le società moderne e urbanizzate hanno i loro miti e leggende e il loro folklore.

Ma da dove vengono queste leggende? Il mito dell’acqua avvelenata è presente nella letteratura fin dal XIV secolo. Nel 1321, l’inquisitore Bernardo Gui raccontò di aver torturato i lebbrosi durante i suoi interrogatori e di aver fatto loro confessare che avevano progettato di avvelenare tutte le persone sane in Francia mettendo del veleno nei pozzi e nei fiumi. 1 Cominciarono i primi massacri. Poco dopo, uno dei lebbrosi indicò i cospiratori: si scoprì che gli ebrei locali stavano presumibilmente pagando i lebbrosi per infettare tutti i cristiani in Francia. Alla fine, tutto ciò si rivelò un’occasione per confiscare le proprietà degli ebrei arrestati. Voci simili sono circolate ripetutamente in diversi Paesi nel corso dei secoli; e ogni volta si sono verificati gravi disastri sociali come guerre, carestie ed epidemie.

Durante la Prima Guerra Mondiale, ad esempio, a Mosca girava voce che i tedeschi avvelenassero l’acqua potabile dei pozzi con i virus del colera.

 

Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, storie simili si sono diffuse in Russia. Già a metà Marzo è apparsa la prima leggenda metropolitana, lontanamente legata alla guerra: quella di un bambino avvelenato dal tarkhuna prodotto in Ucraina. Alla base di questo mito c’è la morte reale di un ragazzo di 13 anni della regione di Krasnoyarsk nel 2012. Pochi giorni prima della sua morte, aveva effettivamente bevuto una bibita, ma alla fine non è stato trovato alcun collegamento con l’avvelenamento.

La leggenda del ragazzo avvelenato con la tarkhuna

[Secondo l’antropologa Alexandra Arkhipova] “Questa storia del tarkhuna gira sui social media da diversi anni. L’ho visto nel 2015, nel 2014 e così via – cioè, è abbastanza vecchio e, come leggenda urbana, percorre ben tre Stati: Ucraina, Russia, Kazakistan. Ma in questa storia dell’orrore, il primo di questa serie, non c’è ancora un’immagine specifica del nemico. Solo prodotti ucraini avvelenati. Il passo successivo è rappresentato dai sabotatori ucraini, che di proposito, in primo luogo, contaminano l’acqua con il colera; in secondo luogo, lasciano per le strade esplosivi camuffati da iPhone, iPad e passaporti; in terzo luogo, cercano di nutrire i nostri bambini con torte Roshen 2 ripiene di ogni genere di sostanze nocive.”

La storia dei giocattoli esplosivi risale alle leggende metropolitane dell’Unione Sovietica. All’inizio degli anni ’80, nell’URSS cominciarono a diffondersi voci su giocattoli esplosivi che sarebbero stati portati nel Paese da stranieri. Poi la televisione ha iniziato a mostrare storie di “sabotaggi statunitensi” contro i sovietici in Afghanistan. Nelle storie, gli americani lasciavano sulle strade mine camuffate da giocattoli per distruggere i soldati sovietici. Alla fine queste voci cominciarono a diffondersi su tutti gli stranieri che arrivavano in URSS.

Come per altre storie dell’orrore, è difficile risalire a chi le ha inventate e a quale scopo. Ma spesso queste leggende riflettono eventi reali, che nell’immaginazione delle persone vengono modificati in modo irriconoscibile. La leggenda metropolitana dei giocattoli e dei passaporti esplosivi è apparsa a metà Maggio [di quest’anno]. Solo una settimana prima, lu attivistu contro la guerra avevano iniziato a diffondere la propaganda contro la guerra attraverso oggetti apparentemente dimenticati.

Questo potrebbe essere stato un ulteriore impulso per la rinascita di questo mito.

Dall’inizio della guerra, in tutta la Russia è circolata la leggenda di adesivi con lo stemma ucraino che, se staccati, provocavano tagli sulle dite [a causa delle lamette da barba sotto i fogli]. Ha avuto un grande impulso solo a Giugno, quando i media filo-governativi ne hanno parlato.

La storia degli adesivi è stata pubblicata dalla testata “Politika Segodnya”, [ ” dice Alexandra Arkhipova,] “che, a quanto mi risulta, è di proprietà di Prigozhin. 3 [Successivamente] queste informazioni vengono pubblicate ed indicate dai grandi media quali Interfax, TASS e tutti gli altri. Poi arriva agli utenti Telegram favorevoli alla guerra, e da lì si riversa nelle chat dei genitori, nelle chat di casa, nelle mani delicate e tremanti di una “Maria Ivanovna” – che prende queste notizie e le invia nella chat di famiglia.

Lu antropologu chiamano queste storie “leggenda da agitazione” (agit-legendas)4. Le “leggende da agitazione” non si diffondono da sole, ma vengono trasmesse dall’alto e con l’aiuto delle istituzioni di potere. Per ottenere la fiducia delle persone, gli e le “agit-legendas” sfruttano le paure preesistenti, confermando ciò che le persone temono. Così facendo, i creatori e le creatrici di “agit-legendas” spesso condividono convinzioni comuni sul pericolo e sono spaventati/e da queste storie tanto quanto le persone a cui le diffondono.

Il libro “Cose sovietiche pericolose” di Alexandra Arkhipova e Anna Kirzyuk racconta la storia degli insegnanti incaricati di spiegare ai bambini, prima delle Olimpiadi del 1980, che non dovevano mai accettare regali dagli stranieri perché avrebbero potuto dare a loro dei dolci avvelenati o della gomme da masticare con aghi avvelenati. Molti insegnanti credevano sinceramente a queste storie dell’orrore.

Allora perché la gente inventa e diffonde queste voci?

A tutti i miei iscritti che hanno iniziato a ricevere [tali voci]”, [dice Alexandra Arkhipova,] “ho chiesto alla persona che l’ha inviata alla chat “perché la stai diffondendo?” E la risposta è [sempre] la stessa: “Perché non importa quanto possa essere falsa; è meglio cercare un controllo [dal basso] che non mostrarlo”. Questo fattore sociale è chiamata controllo di base. Che cos’è il controllo di base? In una situazione in cui le persone non si fidano dei poteri istituzionali – non necessariamente il governo, ma la polizia, i tribunali, la medicina ufficiale – tendono a cooperare con i loro vicini per salvarsi a vicenda dal “pericolo”.

È diffusa la convinzione che la maggior parte dei russi creda ciecamente nella propaganda televisiva e quindi sostenga l’attuale governo – o la guerra in Ucraina. Ma spesso è vero il contrario. I ricercatori del “Public Sociology Laboratory” (PS-Lab) 5 sostengono che nei regimi autoritari la gente comune è generalmente più propensa a non fidarsi delle istituzioni e dei media al potere.

Pensavamo che la gente fosse così odiosa da farsi fare il lavaggio del cervello con la propaganda,” [dice il sociologo Maxim Alyukov], “ma in realtà, molte persone in fondo capiscono che non ci si può fidare della propaganda russa. Anche tra i sostenitori del regime, se si avvicina qualcuno per strada e gli si chiede: “Si fida dei media?” vi guarderanno come se foste uno stupido. Perché viene addirittura percepito come una sorta di colpo all’autostima. “Sono così stupido/a da fidarmi di un’autorità?” Di recente ho avuto dei dati dal “Levada Center”6 che mostravano che solo un terzo dei russi dice di fidarsi pienamente delle informazioni ufficiali sulla guerra.

Tutto questo porta le persone a vedere la propaganda ovunque. L’unica fonte di informazioni che ascoltano in un ambiente del genere sono le persone che conoscono e di cui si fidano. Così, con la guerra in corso, sono le chat room su WhatsApp e altre app di messaggistica a diventare il principale canale di diffusione delle notizie.

La domanda può sorgere spontanea: perché inventare altre leggende sui sabotatori ucraini quando esistono già dei falsi diffusi dalla propaganda televisiva?

Ad esempio, la storia dello sviluppo di armi biologiche in Ucraina – che Sergey Lavrov ha descritto come orientata etnicamente contro la Russia. Ma queste minacce globali non aiutano a spiegare alle persone perché dovrebbero sostenere la guerra: dopo tutto, un tale nemico è molto lontano dalla loro realtà e non li minaccia direttamente. La gente pensa ad un altro nemico: il sabotatore ucraino che si sta avvicinando e minaccia la sicurezza dei propri figli [e delle proprie case].

In autunno, la frequenza delle leggende metropolitane è aumentata a tal punto che, in media, ogni settimana compaiono due nuove storie dell’orrore.

E più la guerra andrà avanti, più avrà senso raccontare queste storie dell’orrore,” [dice Alexandra Arkhipova,] “perché serviranno a sollevare il morale della gente e a spiegare perché tutta questa storia sia necessaria.

Note del Gruppo Anarchico Galatea

1 Nel libro “Vitae paparum avenionensium : hoc est Historia pontificum romanorum qui in Gallia sederunt ab anno Christi MCCCV usque ad annum MCCCXCIV” – curato dallo storico e prelato Etienne Baluze nel 1693 e ri-editato da un altro prelato, Guillaume Mollat, nel 1914 -, vengono riportate le parole dell’inquisitore francese nel capitolo “Vita Joannis XXII”: “Anno Domini 1321 – fu scoperto e impedito un piano diabolico dei lebbrosi contro le persone sane nel regno di Francia. Infatti, tramando contro la sicurezza del popolo, queste persone, malsane di corpo e folli di mente, avevano organizzato di infettare le acque dei fiumi, delle fontane e dei pozzi dappertutto, mettendovi veleno e materia infetta e mescolando (nell’acqua) polveri preparate, in modo che gli uomini sani che ne bevevano o usavano l’acqua così infetta, diventassero lebbrosi, o morissero, o quasi morissero, e così il numero dei lebbrosi sarebbe aumentato e i sani diminuiti. E, cosa che sembra incredibile a dirsi, aspiravano alla signoria di città e castelli, e avevano già diviso tra di loro la signoria dei luoghi, e si erano dati il nome di potentato, conte o barone in varie terre, se ciò che avevano progettato si fosse realizzato.” (pagine 164-165)

2 Ci si riferisce alla Torta Kyivskiy (o di Kiev), famosa in Unione Sovietica e prodotta attualmente dalla società dolciaria ucraina Roshen.

3 Un imprenditore e oligarca russo con stretti legami con il presidente russo Vladimir Putin

 4 In russo “Агитлегенда”; è l’unione delle parole “Агит” (agit-) e “легенды” (leggenda). Il termine viene utilizzato dalle autrici Anna Kirzyuk e Alexandra Arkhipova nel loro libro “Cose sovietiche pericolose: leggende metropolitane e paure in URSS”, New Literary Review, Mosca, 2020, Capitolo 3 “Come la leggenda divenne un’arma ideologica”, pagg. 163-164

5 Fondato nel 2011 in seguito alle proteste di massa in Russia di quell’anno, il PS-Lab è un gruppo di ricerca autonomo che si occupa di politica e società in Russia e nelle regioni post-sovietiche in una prospettiva di coniugare lo studio accademico con l’impegno politico.

6 È un’organizzazione russa indipendente e non governativa, che compie sondaggi e ricerche sociologiche, riconosciuta dalla Federazione Russa come agente straniero ai sensi della legge sugli agenti stranieri del 2012.

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