Una risposta all’articolo “Elezioni: che l’astensione diventi diserzione”

Disegno di John Olday e pubblicato nell’opuscolo “The March of Death”, Freedom Press, 1943

Leggendo l’articolo “Elezioni: che l’astensione diventi diserzione”, a firma Dario Antonelli ed uscito sul numero 21 di Umanità Nova del 02/10/2022, non abbiamo potuto fare a meno di notare come diversi passaggi dello scritto in questione suggeriscano, a nostro avviso, una visione distorta e/o incompleta delle elezioni appena passate e, soprattutto, quello che potrebbe prospettarci il governo futuro.

Invitiamo prima a leggere l’articolo per intero, che è possibile reperire sul sito internet di Umanità Nova (clicca qui)

-La questione astensionista, capitalistica e statale. Un tuffo negli ultimi anni
Nell’ultima tornata elettorale,sia nazionale che regionale siciliana, la coalizione di centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) è riuscita ad imporsi ottenendo la maggioranza dei voti nonostante un’astensione sempre più marcata: a livello nazionale l’astensione è stata di quasi il 36%, mentre a livello regionale siciliano quasi il 52%.

Questi dati ci confermano come i partiti istituzionali non riescano più ad attrarre una popolazione sempre più impoverita a livello economico ed apatica e indolente di fronte a determinate dichiarazioni politiche.

Per analizzare la realtà corrente è necessario, dal nostro punto di vista, concentrarsi sui dati astensionistici ed economici – specie quelli inflazionistici e i guadagni ottenuti da determinate aziende che offrono servizi e prodotti indispensabili (energetici e distribuzione organizzata, per capirci).

I partiti istituzionali, come abbiamo scritto nella seconda parte de “La catena elettorale”, rappresentano determinate dinamiche borghesi o gruppi economici (piccoli, medi o grossi che siano) all’interno dell’alveo democratico, ovverosia “un modello vantaggioso rispetto ai precedenti regimi dittatoriali (fascisti, militari, comunisti) in quanto i tre poteri fondamentali dello Stato democratico (legislativo, esecutivo e giudiziario) sono i garanti di questo sistema economico che, in nome del progresso, della civiltà e della libertà, uccide e devasta per il profitto.” [1]

Questo fa capire come un governo ed un parlamento (di qualsiasi colore esso sia) non sarà mai dalla parte delle classi sfruttate o marginalizzate. Anzi, userà queste ultime per attirarle con diritti e doveri e non mettendo, quindi, in discussione la religione dello Stato, della Democrazia e del Capitale. Con tale mossa, un sistema del genere giustificherà qualsiasi atto violento e nefando nei confronti dell’individuo – specie quello che ricade nell’ultima ruota del carro sociale ed economico.

In un contesto del genere, lo Stato e il Capitale, attraverso il pieno monopolio della violenza, fanno credere come il loro agire sia una conquista di civiltà e progresso; in realtà è il modo per garantire la produzione economica attraverso relazioni sociali di sfruttamento e oppressione.

Criteri come “dominio” e “potere politico”, all’interno del contesto statale-capitalistico, sono fondamentali nel creare una relazione asimmetrica (e quindi verticistica e diseguale), in cui un gruppo di soggetti ha la capacità effettiva e potenziale di imporre la propria volontà sugli altri, configurando in un territorio delimitato ed escludente un rapporto di supremazia tramite il controllo dei mezzi di coercizione fisica. Questo è ciò che i sociologi borghesi nel tempo hanno chiamato “monopolio della violenza legittima”.

La costruzione del consenso mediatico e l’utilizzo della macchina giuridica consentono di mascherare questi aspetti della macchina statale-capitalista. La “neutralità” statale che viene costruita in questo modo separa il potere politico da quello capitalistico.

Una costruzione di questo genere, come spiegato da Michael Heinrich, docente universitario e profondo conoscitore delle opere di Marx, permette allo Stato di “assicurare le basi delle relazioni capitalistiche di dominio e sfruttamento. La difesa della proprietà implica che coloro che non possiedono alcuna proprietà rilevante oltre alla propria forza-lavoro devono vendere la propria forza-lavoro. Per potersi appropriare dei propri mezzi di sussistenza, devono sottomettersi al Capitale. Ciò rende possibile il processo di produzione capitalistico e riproduce a sua volta i rapporti di classe che ne sono il presupposto. Il singolo lavoratore esce dal processo di produzione esattamente come vi è entrato. Il salario del lavoratore è essenzialmente sufficiente per la sua riproduzione (o per quella della sua famiglia). Per riprodursi nuovamente, deve vendere di nuovo la sua forza-lavoro. Anche il capitalista esce dal processo di produzione di nuovo come capitalista: il suo capitale anticipato gli ritorna insieme a un profitto, in modo da poterlo anticipare di nuovo in una quantità maggiore. Il processo di produzione capitalistico non produce solo merci, ma riproduce anche il rapporto di capitale stesso.” [2]

Nel caso italiano, il regime democratico e repubblicano, fin dalla sua esistenza, si è prodigato nell’utilizzare questa violenza e nell’accettare e far accettare la medesima, avvantaggiando non solo una borghesia (attraverso gli aiuti di Stato) ma anche una cosiddetta casta militare (o per meglio dire gruppi o compagini militari).

Affermare, come scritto da Antonelli, che “la casta militare, la produzione bellica e in particolare aerospaziale, Confindustria e la Chiesa avranno al governo il primo alfiere dei loro privilegi” è un errore a nostro avviso grossolano, e ignora l’aspetto storico e violento di base dello Stato e del capitalismo.

I governi politici del periodo del lockdown nazionale e delle zone a colori, sono stati particolarmente attenti nella salvaguardia dei profitti e dei sostenitori finanziari di determinate compagini politiche. [3]

La produzione capitalista tanto voluta da Confindustria e altre associazioni di categoria durante le fasi acute della pandemia (2020-2021) è stata avvallata dai governi politici del Conte I e II – i quali non erano “governi di unità nazionale” come erroneamente riportato nell’articolo poiché questi si formano in circostanze particolari di emergenza.

A livello industriale militarista, Leonardo, controllata a quota maggioritaria (30%) dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha visto la sua produzione aumentare proprio nel periodo più acuto e difficile della pandemia. [4]

Le chiese escluse dai DPCM sono diventate dei cluster. Il motivo dell’esclusione è da ricercarsi negli accordi tra i partiti che sostenevano il governo Conte II e le associazioni e i gruppi cattolici (legati o meno a “Comunione e Liberazione”).

Se andiamo ancora indietro nel tempo potremmo ricordare tutto quello che fece l’allora ministro degli Interni Marco Minniti (Partito Democratico) insieme ai suoi compagni e alleati vari al governo: dagli infami accordi con il capo della cosiddetta Guardia Costiera Libica – noti scafisti o trafficanti di schiavi che dir si voglia –, al decreto Minniti-Orlando contro l’immigrazione, passando alla Sicurezza Urbana (difesa del decoro e “Daspo Urbano”).

Appare chiaro, alla luce di questi esempi e dei dati astensionistici e, soprattutto, economici espressi nella prima parte de “La catena elettorale”, come un’eventuale conflitto sociale – che si potrà manifestare già da quest’autunno-,non verràgovernato dalla sinistra istituzionale e dai vari soggetti che la rappresentano (come partiti e sindacati).

Questa nostra affermazione è rafforzata dal fatto che i soggetti in questione sono stati proni al governo Draghi nel corso dell’ultimo anno e mezzo, per cui non sono visti di buon occhio dalla maggior parte dell’elettorato.

Da qui si spiega come la vittoria di Fratelli d’Italia, all’opposizione all’ultimo governo, fosse un dato di fatto.

Il risultato delle elezioni e i possibili sviluppi
La vittoria di un partito che viene fuori dal solco del neo-fascismo missino è, dal nostro punto di vista, significativamente simbolica.

Tuttavia la coalizione del cosiddetto centro destra non è stabile; il suo compattamento è nato per fare fronte comune e reggere la botta di queste elezioni. Vista la composizione del parlamento grazie all’attuale legge elettorale, il governo che si verrà a formare sarà instabile come quelli succedutisi negli ultimi dieci anni.

Inoltre, a dispetto della “bella faccia” mostrata alle telecamere, il tonfo elettorale del partito di Matteo Salvini ha creato non pochi malumori all’interno della dirigenza leghista – e non è detto che i leghisti non possano tentare un “colpo di mano” parlamentare facendo cadere il governo se si dovesse presentare l’occasione. [5]

I fortissimi malumori delle forze politiche della coalizione del centro-destra sono verificabili anche da piccoli ma importanti segnali, quali un Silvio Berlusconi che, senza sapere di essere ripreso, esprime la speranza che il suo partito possa fare meglio della Lega. [6]

Al problema dell’instabilità ormai cronica del sistema politico italiano, vanno aggiunte tutte le difficoltà materializzatesi negli ultimi due anni: una pandemia ancora in corso che Meloni e soci, al di là delle loro dichiarazioni critiche sulle “restrizioni cinesi”, dovranno tenere a freno se non si vogliono saturare gli ospedali con eventuali nuove ondate di contagi; l’inflazione galoppante e la possibilità che buona parte della popolazione italiana passi l’inverno al freddo (soprattutto dopo il sabotaggio del gasdotto Nord Stream)

In ogni caso non si deve tener conto solo del piano nazionale.
L’Italia, insieme ad altri Stati dell’Europa Occidentale, ha creato progressivamente dei progetti di unioni economiche sovranazionali che si sono evolute nell’attuale Unione Europea (UE).

Il potere che detiene effettivamente questa entità sovranazionale è di carattere economico-finanziario. Attraverso questo, l’UE può “riportare alla ragione” quegli Stati che non rispettano alcuni principi democratici capitalistici.

Il caso dell’Ungheria è emblematico: secondo il Parlamento Europeo, il paese governato da Orban “non può più essere considerata pienamente una democrazia”. [7]

Di conseguenza sono stati congelati i fondi del Recovery Fund finché il paese magiaro non seguirà i parametri politici del Trattato di Maastricht, sistemando ciò che di sbagliato si trova nel suo sistema politico.

Risulta chiaro come la “mancanza di democrazia” in Ungheria sia un tentativo di minaccia del Parlamento Europeo verso il governo di Orban e i cosiddetti “paesi di Visegrad” (in cui ricade il paese magiaro) colpevoli di aver stilato e difeso gli accordi economici con la Cina e la Russia.

Noi non crediamo che Giorgia Meloni (o chi per lei) sia tanto scema da voler replicare una situazione simile in Italia nonostante la vicinanza al governo di Orban.

Dichiarando di essere vicina alla NATO e condannando i referendum imposti da Putin il 30 Settembre nei territori ucraini occupati (in cui ricadono la Repubblica Popolare di Luhansk e Repubblica Popolare di Donetsk), la leader di Fratelli d’Italia, così come i suoi alleati, non sarà disposta a giocarsi il tutto per tutto in un paese sul filo del collasso economico e bisognoso di fondi finanziari europei e materiali e prodotti energetici.

-Confondere i piani: una comparazione errata
Troviamo dubbio, se non completamente errato, inserire le fughe e diserzioni di massa nella Federazione Russa degli ultimi giorni in un articolo in cui si dovrebbero commentare i risultati delle elezioni italiane.

In ambito anarchico, la parola “diserzione” ha un suo significato politico ben specifico che si inserisce nell’ottica antimilitarista.

Secondo gli estensori dell’ “Enciclopedia Anarchica” (1925-1934), la diserzione viene “determinata da ragioni sociali, presuppone un’energia e un coraggio innegabili, perché il disertore si espone a una vita di sofferenza e miseria. L’esilio è tutt’altro che una fonte di gioia e l’uomo che accetta questa fine si mette nei guai. Oggi le varie nazioni del mondo sono perfettamente d’accordo sulla questione dei disertori, che alla minima infrazione vengono espulsi e consegnati alla polizia del loro paese. Ci sono però giovani che preferirebbero affrontare i rischi e le difficoltà della diserzione piuttosto che piegarsi per un po’ alla ridicola volontà del militarismo. C’è un solo rimedio, uno solo, per liberarsi da tutti questi vincoli che avvelenano l’esistenza umana. Ci saranno disertori finché ci saranno eserciti ed eserciti finché il capitalismo non sarà abolito. È la causa del male che deve essere attaccata se vogliamo distruggere i suoi effetti.

Il significato politico del termine “diserzione” che veniva riportato in articoli, analisi e testimonianze in pubblicazioni come “Rompete le righe” e “Il disertore” è via via scomparso complice la “fine” della leva in Italia e l’uso a sproposito che ne hanno fatto i mass media italiani (tipo “le urne vengono disertate” e via dicendo)

Usare un termine del genere con cui si vuole unire la diserzione alle urne con quella degli uomini russi (e aggiungiamo anche ucraini), può rivelarsi un boomerang e rischia di affibbiare ad una parte del movimento anarchico di lingua italiana la nomea di “parolaia ed esagerato.”

La Federazione Russa e la Repubblica Italiana non stanno vivendo assolutamente lo stesso tipo di situazione in questo momento. Seppur ovviamente interconnesse – e possiamo anche dire in stato di co-causalità -, non ci sembra che l’Italia sia in una situazione di guerra guerreggiata (perlomeno in questo momento) come la Russia, tanto meno che vi siano state minacce di imposizione della legge marziale o di qualunque altra misura che gli Stati adottano in tempo di guerra.

Nel caso russo, troviamo una federazione che presenta al suo interno diversi problemi, in primis quello che ha visto primeggiare i russi tra le varie popolazioni con annessa russificazione. Inoltre, il territorio russo è molto più povero [8] di quello italiano, ed il gioco politico in quella parte di mondo, anche tra le frazioni stesse della borghesia, si muove in un modo molto più sporco e cruento di quanto non avvenga in Italia – come la lunga serie di apparenti suicidi (o omicidi politici commissionati dal Cremlino) tra gli oligarchi russi che vanno avanti ininterrottamente dall’inizio dell’anno corrente. [9]

Non ci sembra che il gioco politico in Italia abbia raggiunto queste vette negli ultimi anni, limitandosi, semmai, alla reciproca demonizzazione tramite media di proprietà di questo o quel padrone e dell’utilizzo ad hoc degli strumenti e linguaggi da social network.

Le fughe e le diserzioni di massa degli ultimi giorni in Russia, così come le proteste, sono sintomatiche di un fronte interno che comincia ad incrinarsi – una situazione molto lontana da ciò che avviene in Italia, nel bene e nel male.

La questione del personale militare in Italia
Chi si occupa di antimilitarismo in modo serio e senza avere derive democratiche liberali, dovrebbe quanto meno sapere che in Italia il rischio di una mobilitazione di massa è praticamente basso considerando i seguenti aspetti:

1) l’articolo 11 della Costituzione Italiana dice: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Ciò significa che lo Stato Italiano può entrare in guerra qualora questa sia uno strumento di difesa sia verso i propri confini che verso altri paesi attaccati e che fanno parte della NATO e/o dell’ONU.
Per fare ciò lo Stato italiano deve utilizzare in primis i volontari all’interno delle forze armate e avere il benestare delle camere e del governo;

2) la leva obbligatoria è stata sospesa da quasi vent’anni con la “Legge Martino” o “Legge 23 agosto 2004 n. 226: “Sospensione anticipata del servizio obbligatorio di leva e disciplina dei volontari di truppa in ferma prefissata, nonche` delega al Governo per il conseguente coordinamento con la normativa di settore.””
Tolta la leva obbligatoria si è creata la figura del “volontario in ferma prefissata” (VFP), inaugurando in tal modo, a distanza di quasi un decennio dal “volontario in servizio permanente” (VSP), la versione professionalizzata del militare non graduato;

3) la questione della mobilitazione generale si pone solo se le forze volontarie già in uso da parte dell’apparato militare sono insufficienti, ragion per cui ci sarebbe bisogno di colmare le carenze facendo ricorso alla coscrizione obbligatoria. Ciò viene riportato:
a) negli articoli della Costituzione Italiana quali:
–Articolo 78: “Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari”;
–Articolo 87 comma 9. [Il presidente della Repubblica] ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere”;

b) nell’articolo 1929 del “Codice dell’ordinamento militare”
–“Sospensione del servizio obbligatorio di leva e ipotesi di ripristino”
1. Le chiamate per lo svolgimento del servizio obbligatorio di leva sono sospese a decorrere dal 1° gennaio 2005.
2. Il servizio di leva è ripristinato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, se il personale volontario in servizio è insufficiente e
non è possibile colmare le vacanze di organico, in funzione delle predisposizioni di
mobilitazione, mediante il richiamo in servizio di personale militare volontario cessato dal servizio da non più di cinque anni, nei seguenti casi:
a) se è deliberato lo stato di guerra ai sensi dell’articolo 78 della Costituzione;
b) se una grave crisi internazionale nella quale l’Italia è coinvolta direttamente o in ragione della sua appartenenza ad una organizzazione internazionale giustifica un aumento della consistenza numerica delle Forze armate.
[…]”

A livello pratico, una parte della generazione nata dal 1986 in poi si è arruolata volontariamente nell’Esercito Italiano. Tutto il resto, però, non saprebbe maneggiare una o più armi.
Per addestrare, in caso di mobilitazione generale, delle persone che hanno zero basi di disciplina militare e/o utilizzo di armi ci vuole tempo (da settimane a un paio di mesi) e soldi (sotto forma di salari) da destinare al personale militare e a quello da disciplinare.

Nel “Documento Programmatico Pluriennale della Difesa del triennio 2022-2024”, emanato dal Ministero della Difesa, le spese alla voce “Personale” (che corrisponde ai salari da destinare ai militari e civili che lavorano nelle basi) si aggirano intorno ai 10,6 miliardi. [10]

Il dato delle spese del personale, secondo gli analisti della Difesa, è in forte crescita dal 2001; nonostante i governi precedenti abbiano voluto portare il personale a “quota 150.000 entro il 2024” per contenere i costi, nell’Agosto di quest’anno si è prorogato il tutto entro il 2033. [11]

Una scelta del genere ha un duplice aspetto: il primo è mantenere la professionalizzazione militare attraverso il reclutamento volontario e il ricambio generazionale; il secondo è come gli alti ufficiali italiani possano giocare la carta dell’aumento degli stanziamenti qualora vi siano delle minacce esterne o chiamate alle armi da parte della NATO.

Se dovesse essere chiamata, in questo momento di crisi socio-culturale-economica, una mobilitazione generale dovuta alle minacce o chiamate citate, per i partiti e il governo che vi sarà in carica significherà letteralmente suicidarsi.
Per il movimento anarchico, una mossa politica del genere sarebbe oro colato, in quanto lo Stato e la borghesia vedrebbero venir meno i loro difensori armati.
Come detto prima, però, siamo in una crisi a tutto spiano; ciò vuol dire che le persone non politicizzate sono incuranti e apatiche a livello politico in quanto abituate alla religione dello Stato e del capitalismo.

In questa fase per noi è fondamentale avere la quadra della situazione, analizzando e criticando scientificamente ciò che accade e lasciando perdere certe modalità comunicative tipicamente mass-mediatiche (come l’utilizzo a sproposito del termine “diserzione”).
Solo così possono partire proposte pratiche comunicative e di vita quotidiana atte a cambiare lo stato di cose.

Note
[1] Link: https://gruppoanarchicogalatea.noblogs.org/post/2022/09/11/la-catena-elettorale-seconda-parte/

[2] Paragrafo “Form-Determinations of the Bourgeois State: Rule of Law, Welfare State, Democracy”, capitolo11 “State and Capital” del libro “An Introduction to the Three Volumes of Karl Marx’s Capital”, Monthly Review Press, 2004

[3] Giuseppe Conte, prima di essere “defenestrato” da presidente del consiglio, era stato accusato per la mancata imposizione delle zone rosse a Nembro e Alzano con cui si poteva circoscrivere il contagio nei primissimi giorni di diffusione del Covid-19.
“Zone rosse a Bergamo: il verbale segreto smentisce la versione di Conte”, 27 Marzo 2021, “Domani”.
Link: https://web.archive.org/web/20221002150658/https://www.editorialedomani.it/politica/italia/zone-rosse-bergamo-covid-verbale-segreto-smentisce-versione-conte-cjigpe03

[4] “Leonardo: positiva risposta alla pandemia anche grazie al peso del business militare/governativo. Buona performance nel primo semestre 2020, con Ordini pari a € 6,1 miliardi. Nuova Guidance 2020 e piena fiducia nei fondamentali di medio-lungo periodo.”, 30 giugno 2020, leonardo.com.
Link: https://web.archive.org/web/20221002140752/https://www.leonardo.com/it/press-release-detail/-/detail/30-07-2020-leonardo-responding-robustly-to-the-pandemic-also-benefitting-from-military-governmental-business

[5] “Tensioni nella Lega, dopo il risultato non positivo delle elezioni politiche (la forza politica si è fermata al 9%). «Risultato insoddisfacente, ma saremo protagonisti. Resto finchè vorranno i militanti», ha detto il segretario Matteo Salvini. Il governatore del Veneto Zaia ha parlato di dati «deludenti» e ha invitato a riflettere. Salvini ha convocato per oggi, martedì 27 settembre, il Consiglio federale. «Ascolteremo tutti – ha spiegato -. E da domani (mercoledì 28 settembre, ndr) farò un giro ascolto provincia per provincia di tutta la Lega». Intanto continua la trattativa nel centrodestra in vista della formazione del nuovo esecutivo.”
“Tensioni nella Lega, oggi Consiglio federale”, 27 settembre 2022, Il Sole 24 Ore
Link: https://web.archive.org/web/20220927162106/https://www.ilsole24ore.com/art/elezioni-ultime-notizie-lega-tensione-lega-oggi-consiglio-federale-salvini-ascoltero-tutti-AETUof3B?utm_medium=FBSole24Ore&utm_source=Facebook#U401736374499CwD

[6] “Berlusconi ai simpatizzanti: “Voglio più voti della Lega. Salvini è bravo ma non ha mai lavorato””, 25 settembre 2022, La Repubblica
Link: https://web.archive.org/web/20220925144737/https://video.repubblica.it/politica/berlusconi-ai-simpatizzanti-voglio-piu-voti-della-lega-salvini-e-bravo-ma-non-ha-mai-lavorato/427083/428034

[7] “Parlamento: l’Ungheria non può più essere considerata pienamente una democrazia”, 15 Settembre 2022.
Link: https://web.archive.org/web/20220925183252/https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20220909IPR40137/parlamento-l-ungheria-non-puo-piu-essere-considerata-pienamente-una-democrazia

[8] Nell’articolo “Stringere la cinghia” pubblicato nel giornale di “Zhenskaya pravda”, n. 9, 22 Agosto 2022, viene fatta una sintesi sui dati pubblicati dall’agenzia di statistica nazionale russa “Rosstat”. La tragicità dei dati conferma come l’economia russa sia letteralmente al collasso, spiegando in tal modo come vi sia stata una risposta violenta e determinata da parte della popolazione delle grandi città russe all’indomani della mobilitazione militare parziale voluta da Putin e soci.
Link all’articolo “Stringere la cinghia”: https://gruppoanarchicogalatea.noblogs.org/post/2022/08/26/stringere-la-cinghia/

[9] “2022 Russian businessmen mystery deaths”, Wikipedia in lingua inglese
Link: https://en.wikipedia.org/wiki/2022_Russian_businessmen_mystery_deaths

[10] “Il Documento Programmatico Pluriennale 2022-24 della Difesa”, 19 Settembre 2022, analisidifesa.it
Link: https://web.archive.org/web/20221002160653/https://www.analisidifesa.it/2022/09/il-documento-programmatico-pluriennale-2022-24-della-difesa/

[11] “Approvata la riforma delle Forze armate. Niente tagli fino al 2033”, 3 Agosto 2022, formiche.net.
Link: https://web.archive.org/web/20221002160756/https://formiche.net/2022/08/riforma-forze-armate-niente-tagli-2033/

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