“Dura nel mondo l’incubo della bomba atomica. È un pensiero allucinante che si ripresenta periodicamente in termini che dovrebbero scuotere l’opinione pubblica mondiale nel più profondo. Non è purtroppo così. Molti pensano che se ci dovesse essere guerra, essa non sarà inevitabilmente combattuta con le armi atomiche; che potrebbero intervenire delle convenzioni speciali — come è avvenuto nelle guerre recenti con l’interdizione dell’impiego dei gas e della guerra batteriologica che gli uomini in guerra morranno come per il passato di un colpo di fucile, di una scheggia di obice o sotto le macerie di un edificio bombardato. Illusi!”
(Umberto Marzocchi, “L’orrendo pericolo delle armi atomiche”, “Umanità Nova”, 10 Marzo 1957)
Durante un incontro con gli alleati europei della NATO, l’attuale presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha rilasciato una dichiarazione in merito all’utilizzo dell’arsenale nucleare: il “ruolo fondamentale” della deterrenza atomica statunitense, ha detto Biden, sarà quello di scoraggiare gli attacchi (nucleari, convenzionali, biologici, chimici ed eventualmente informatici) attraverso l’utilizzo di tali armi in “circostanze estreme.”
Da un certo punto di vista mass-mediatico, questa dichiarazione di Biden sconfessa ciò che egli disse il 12 Gennaio 2017:
“Date le nostre capacità non-nucleari e la natura delle minacce di oggi – è difficile immaginare uno scenario plausibile in cui il primo uso di armi nucleari da parte degli Stati Uniti sarebbe necessario. O abbia senso. Il presidente Obama ed io siamo fiduciosi che possiamo dissuadere e difendere noi stessi e i nostri alleati dalle minacce non-nucleari con altri mezzi. La prossima amministrazione proporrà le proprie politiche. Ma, sette anni dopo l’incarico della Nuclear Posture Review (NPR), io e il presidente crediamo fermamente che abbiamo fatto abbastanza progressi che la deterrenza – e, se necessario, la ritorsione contro un attacco nucleare -, dovrebbe essere l’unico scopo dell’arsenale nucleare degli Stati Uniti”. [1]
E ancora, nel Marzo/Aprile 2020 su “Foreign Affairs” dichiarò:
“Perseguirò anche un’estensione del trattato “New START”, un’ancora di stabilità strategica tra gli Stati Uniti e la Russia, e lo userò come base per nuovi accordi sul controllo delle armi. E farò altri passi per dimostrare il nostro impegno a ridurre il ruolo delle armi nucleari. Come ho detto nel 2017, credo che l’unico scopo dell’arsenale nucleare degli Stati Uniti dovrebbe essere la deterrenza – e, se necessario, la ritorsione contro un attacco nucleare. Come presidente, lavorerò per mettere in pratica questa convinzione, in consultazione con l’esercito americano e gli alleati degli Stati Uniti.” [2]
Se vediamo queste dichiarazioni di Biden (2017 e 2020), si può notare come egli inizialmente volesse usare la deterrenza atomica come extrema ratio nel prevenire delle minacce contro gli Stati Uniti e i suoi alleati. Ciò non significa, però, che le armi nucleari non possano essere utilizzate. L’incubo di una guerra atomica – e tutto ciò che concerne -, è sempre dietro l’angolo con i suoi morti e distruzioni. E di sicuro non saranno finzioni come i film quali “The Day After” del 1983 o “Lettere di un uomo morto” del 1987.
Oggi giorno, vista la situazione in Ucraina, la dichiarazione di Biden rientra in un contesto di ripresa del controllo di questa parte del mondo (Europa e Mediterraneo).
La minaccia dell’uso delle armi nucleari di fronte a minacce atomiche e non, è una delle soluzioni per rassicurare gli alleati europei della NATO – preoccupati dall’ammorbidimento di Obama prima e dal presunto isolazionismo di Trump dopo -, ma, soprattutto, per avvertire Putin e altri Stati ostili agli USA.
Per tenere fede a simili impegni è necessario mantenere attiva e moderna l’infrastruttura di produzione e stoccaggio del materiale atomico.
L’8 Marzo di quest’anno, l’ammiraglio Charles Richard, capo dello “United States Strategic Command” (USSTRATCOM) aveva rilasciato la seguente dichiarazione alla “Commissione per i servizi armati del Senato degli Stati Uniti” in merito alla produzione di noccioli di plutonio:
“Il Dipartimento dell’Energia, la National Nuclear Security Administration (NNSA) [3] e il Dipartimento della Difesa lavorano a stretto contatto per garantire che il complesso di infrastrutture per le armi nucleari sia posizionato in modo da assicurare che lo stock rimanga sicuro, protetto e militarmente efficace. Tuttavia, l’attuale infrastruttura dell’era del Progetto Manhattan è in cattive condizioni, sfidando la capacità della NNSA di soddisfare con successo le esigenze di supporto di base. Gli investimenti infrastrutturali differiti a lungo termine hanno un impatto significativo, e ci sono preoccupazioni maggiori per ogni sito principale che fornisce capacità di stoccaggio critiche – tra cui uranio, trizio, alti esplosivi, litio, elettronica resistente alle radiazioni. test, sperimentazione e assemblaggio/disassemblaggio di armi. La modernizzazione dell’infrastruttura deve essere realizzata per evitare ritardi nella messa in campo delle capacità richieste. Dare priorità ai programmi cruciali di modernizzazione delle infrastrutture della NNSA è la migliore e unica opzione per tenere il passo con le minacce previste e sostenere la deterrenza strategica. Nel 2021, è diventato chiaro che il complesso di produzione non avrebbe soddisfatto i requisiti nazionali di produzione dei noccioli di plutonio, rendendo necessario il perseguimento di approcci meno ottimali per soddisfare i programmi di modernizzazione delle scorte nel 2030. Il deficit di produzione dei noccioli [di plutonio] è un indicatore principale di come la nostra infrastruttura attuale non sia in grado di eseguire la necessaria e pianificata strategia di modernizzazione delle scorte. La condizione atrofizzata dell’infrastruttura, associata a ritardi nel rilevamento delle capacità necessarie allo stato dell’arte, aumenta significativamente il rischio operativo nel sostenere un deterrente nucleare sicuro ed efficace.” [4]
Per risolvere parte di questo problema e mantenere all’attivo la produzione annuale di 80 noccioli di plutonio per le testate nucleari, Jill Hruby, amministratrice della NNSA, ha richiesto 21,4 miliardi di dollari da inserire nel “Fiscal Year 2023” (FY23).
Per Hruby, la NNSA sta modernizzando l’arsenale e contemporaneamente ricapitalizzando le infrastrutture obsolete, ristabilendo così “le capacità critiche che si sono degradate dalla fine della guerra fredda. Inoltre, faremo avanzare i nostri sforzi nella sicurezza nucleare e nella non proliferazione per affrontare le sfide attuali e future. Il sostegno costante e bipartisan del Congresso e delle amministrazioni presidenziali, unito agli eccezionali sforzi della nostra forza lavoro di talento, ci ha permesso di fornire un deterrente nucleare sicuro, affidabile ed efficace e di iniziare a ripristinare le capacità chiave. La richiesta di budget del presidente dà alla NNSA le risorse per affrontare il lavoro che ci aspetta con l’urgenza richiesta.”
Attualmente sono stati stanziati, nell’ultimo aumento di budget del “Fiscal Year 2022” (FY22), 20,6 miliardi di dollari per la NNSA.
Di questa cifra:
-15,9 miliardi di dollari sono destinati alla voce “Weapons Activities” in cui ricade il numero di produzione di noccioli di plutonio all’anno fino al 2030 [5];
-1,6 miliardi di dollari sono destinati ai siti di produzione di noccioli di plutonio di Los Alamos e Savannah River [6].
Una spesa così abnorme in campo nucleare rientra nell’aumento vertiginoso – nell’arco di pochi mesi – della spesa militare statunitense: dai 770 miliardi di dollari approvati a Dicembre 2021, si è passati a 783 miliardi di inizio Marzo per arrivare, infine, a 813 miliardi di dollari.
Nonostante alcune voci “progressiste” all’interno del Partito Democratico – che hanno cercato di spingere per un taglio del budget della difesa -, l’aumento progressivo di tale spesa è utile per tre motivi:
-il primo è far sì che il Partito Democratico non perda le elezioni di Midterm a Novembre di quest’anno, mantenendo così una maggioranza in entrambe le camere;
-il secondo è di mantenere gli attuali appaltatori della difesa come “Lockheed Martin”, “Raytheon Technologies”, “Boeing Co.” e “Northrup Grumman e General Dynamics Corp.”;
-il terzo è far comprendere al mondo come gli Stati Uniti, dopo quattro anni di era Trump, vogliano ritornare in scena in modo fragoroso mostrando in pompa magna la sua potenza militare
Note
[1] “Remarks by the Vice President on Nuclear Security”. Link: https://obamawhitehouse.archives.gov/the-press-office/2017/01/12/remarks-vice-president-nuclear-security
[2] “Why America Must Lead AgainRescuing U.S. Foreign Policy After Trump”. Link: https://www.foreignaffairs.com/articles/united-states/2020-01-23/why-america-must-lead-again
“Foreign Affairs” è una rivista statunitense che si occupa di analisi geopolitiche, dibattiti sulla politica estera e gli affari globali.
[3] È un’agenzia semiautonoma del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti che mantiene e modernizza le scorte di testate nucleari
[4] “To receive testimony on United States Strategic Command and United States Space Command in review of the Defense Authorization Request for Fiscal Year 2023 and the Future Years Defense Program”, 8 Marzo.
Parte della dichiarazione tradotta di Richard è a pagina 21
Link: https://www.armed-services.senate.gov/imo/media/doc/2022%20USSTRATCOM%20Posture%20Statement%20-%20SASC%20Hrg%20FINAL.pdf
[5] Division D – Energy and Water development and related agencies Appropriations Act 2022, “Atomic energy defense activities National Nuclear Security, Administration”. Vedere la voce “Weapons Activities” e la sottovoce “Plutonium Pit Production Modernization”, pag. 121 del pdf
Link: https://docs.house.gov/billsthisweek/20220307/BILLS-117RCP35-JES-DIVISION-D.pdf
[6] Ibidem, “Department of energy (Amounts in thousands)”, pag. 149 del pdf