Traduzione dall’originale Hurricane Fiona exposes social inequality in Puerto Rico
Il 16 settembre, due giorni prima che l’uragano Fiona colpisse Porto Rico, è stato pubblicato su YouTube il video “El Apagón-Aquí vive gente”, con “Apagón” (Blackout), una canzone del cantante portoricano Bad Bunny che parla della crisi dei blackout sull’isola.
Il video, con il suo potente messaggio denuncia la crescente disuguaglianza sull’isola e, a seguito della privatizzazione del servizio pubblico dopo l’uragano Maria e alla ristrutturazione fallimentare dell’isola, smaschera l’attuale crisi energetica. All’epoca LUMA Energy aveva promesso un servizio affidabile, migliore e meno costoso. Quando è stato pubblicato il video documentario, tutte e tre le promesse [della società] erano già state bollate da tempo come bugie.
Due giorni prima che si abbattesse l’uragano [a Porto Rico], era stato pubblicato “Apagón” che ritrae la rabbia popolare [dell’isola caraibica]. Cinque giorni dopo la sua pubblicazione, “Apagón” era stato condiviso 6,4 milioni di volte.
“Dio è stato buono con noi e ci ha tenuti al sicuro questa volta, quando le cose sarebbero potute andare molto peggio”, ha detto il vicegovernatore Anya Williams, minimizzando le disastrose inondazioni e gli smottamenti e la risposta del tutto inadeguata delle autorità federali e locali e della direzione della LUMA.
Nessun disastro è un evento puramente naturale; ha anche un contenuto politico e sociale. La frequenza e la gravità degli uragani sono legate al cambiamento climatico e al rifiuto dei governi capitalisti di adottare misure serie per affrontarlo. Inoltre, l’impatto catastrofico degli uragani Katrina (New Orleans, 2005), Maria, Fiona e tanti altri è condizionato dalla grande disuguaglianza socioeconomica che caratterizza Porto Rico, gli Stati Uniti e il resto del mondo.
Sia il governatore Pedro Pierluisi che il monopolio elettrico LUMA Energy hanno dovuto rimangiarsi la promessa che l’elettricità sarebbe stata ripristinata entro pochi giorni. Prevedibilmente, i quartieri ricchi di San Juan e i condomini sulla spiaggia erano in prima fila [nel ripristino elettrico].
Questa settimana (del 23 settembre, ndt) il Presidente Biden ha promesso “assistenza al 100%” per Porto Rico. In realtà è stata offerta una miseria in “aiuti di emergenza”. Deanne Criswell, a capo dell’Amministrazione federale per la gestione delle emergenze (FEMA) di Biden, ha detto al governatore Pedro Pierluisi che stava mettendo a disposizione un aiuto di 700 dollari per famiglia. Criswell ha sottolineato che si tratta di una cifra ben superiore ai 500 dollari offerti nel 2017 dopo l’arrivo dell’uragano Maria.
Questa è la versione di Biden dal famigerato lancio di rotoli di carta assorbente alle persone da parte del presidente Trump cinque anni fa. Nonostante tutte le rassicurazioni [fatte] nel 2017, cinque anni dopo, meno di un terzo delle ricostruzioni promesse hanno avuto luogo e la rete elettrica dell’isola è nelle mani di un’azienda privata orientata al profitto.
Il Presidente Biden nomina anche i membri votanti del Financial Control Board, che ha messo l’economia portoricana sotto torchio dopo la bancarotta del 2017.
Una settimana dopo l’uragano, il 62% delle famiglie è ancora senza corrente e devono fare i conti con la carenza di carburante per alimentare, se ne hanno, i generatori. Il 40% delle famiglie non hanno ancora acqua corrente. Mille persone sono bloccate nei rifugi pubblici. Le persone più colpite vivono nei comuni urbani e rurali della classe operaia.
Come per gli uragani Irma e Maria, il vero costo umano di questa tempesta viene nascosto. Cinque anni fa, erano morte tra le 3.000 e le 5.000 persone a causa dell’uragano Maria – che non ha inondato l’isola come ha fatto Fiona. In alcune zone dell’isola sono caduti più di 30 pollici (76 centimetri) d’acqua. La notizia di sole quattro vittime è stata accolta con scetticismo.
Man mano che le acque si ritirano, l’impatto devastante di questa tempesta diventa sempre più chiara. Secondo una stima preliminare del Dipartimento dell’Agricoltura di Porto Rico, i danni causati dal vento e dalle inondazioni superano i 100 milioni di dollari, compresa la perdita delle coltivazioni di banane, caffè e ortaggi di quest’anno. Inoltre, la tempesta ha praticamente spazzato via l’industria delle api. Il Dipartimento dell’Agricoltura ha avvertito che quando saranno disponibili i dati completi, i danni effettivi supereranno sicuramente il conto [effettuato] venerdì.
Il crollo di strade e ponti a causa delle inondazioni hanno lasciato isolate decine di famiglie in sei comuni. A corto di risorse, le autorità locali hanno riferito di dover fare affidamento su volontari, gruppi religiosi, ONG (organizzazioni non governative) e singoli cittadini per consegnare cibo e primi soccorsi in attesa dell’assistenza governativa e della FEMA nel liberare le strade e riparare i ponti.
La rivista di informazione El Proceso di Città del Messico ha intervistato Manuel Veguilla in una regione montuosa vicino a Caguas, a sud di San Juan. “Siamo tutti isolati”, ha dichiarato Veguilla, aggiungendo di essere preoccupato per i residenti anziani della municipalità, tra cui suo fratello, che non hanno la forza di camminare fino alla comunità più vicina. Veguilla dubita che gli operai comunali possano raggiungere l’area, perché ha parlato di grandi massi lasciati dalle acque che si ritirano. Nel frattempo i vicini condividono l’acqua e il cibo lasciato da un gruppo di volontari. La comunità è ancora priva di elettricità e deve fare affidamento sulle acque sorgive.
Il 1° settembre, due settimane prima dell’arrivo dell’uragano, si è svolta a San Juan una protesta di massa di lavoratori e studenti per denunciare il fallimento della LUMA Energy e la disuguaglianza sociale. Oltre a chiedere la revoca del contratto di 15 anni della LUMA, i manifestanti hanno portato dei cartelli dove chiedevano il ripristino dei servizi sociali, tra cui la riapertura di centinaia di scuole chiuse negli ultimi dieci anni.
Questa è stata l’ultima di una serie di proteste, marce e raduni contro le devastanti condizioni sociali del territorio statunitense. Diciotto giorni prima della comparsa dell’uragano Fiona, un manifestante, José Rodriguez di Río Piedras, ha detto di essere venuto alla manifestazione durante la stagione degli uragani perché temeva un blackout totale. “Come individuo, posso sopravvivere”, ha dichiarato Rodriguez, “ma devo pensare agli oltre 30.000 infermi. Devo pensare a quello che è successo dopo l’uragano Maria”.