dal canale Telegram di “No Borders Team”
— La memoria è potere (23 Maggio)
“La memoria è potere!” Queste parole sono risuonate con forza nel [tredicesimo] anniversario dell’omicidio di Maxwell Itoia. Max era stato colpito alla coscia da un poliziotto allo [“Stadio del decimo anniversario del manifesto di luglio” (ora conosciuto come “Stadio Nazionale” di Varsavia, ndt), dove esisteva] il più grande mercato dell’Europa orientale di quegli anni. I poliziotti non fecero nulla per salvare la vita di Maxwell. Non gli prestarono soccorso, non permisero a nessuno di aiutarlo a fermare l’emorragia e non chiamarono un’ambulanza. Maxwell Itoia morì dissanguato tra le bancarelle. [L’uomo] voleva aiutare i suoi colleghi facendo da interprete tra questi e la polizia – impegnata ad eseguire l’ennesimo controllo dei migranti che lavoravano quotidianamente [vicino] allo stadio. Nessuno venne condannato per l’omicidio di Maxwell e sua moglie e i suoi due figli non avevano mai ricevuto un risarcimento o delle scuse. Alla fine, si sono trasferiti fuori dalla Polonia. La vedova era stanca della discriminazione istituzionale e degli atteggiamenti razzisti verso lei e i suoi figli. Sono passati 13 anni. Da allora, le persone ricordano e non condividono la cancellazione della storia dei migranti, delle donne migranti e della brutalità della polizia; si sono incontrate nello stesso luogo. Quest’anno vi sono state numerose riflessioni collettive sul problema del razzismo e della brutalità della polizia; oltre i discorsi di un attivista nigeriano edi un rappresentante dell’Unione dei polacchi di origine africana, vi è stato l’intervento di una persona che, da quasi due anni, sostiene le persone migranti che attraversano il confine tra Polonia e Bielorussia. Le sue parole:
“La realtà del confine: un percorso pericoloso, la violenza sistemica e il ruolo del potere.”
Finora sono state documentate 44 vittime della crisi umanitaria:
1. Ahmed Hamid al-Zabhawi, anni 29, Iraq,
2. Sconosciuto
3. Mustafa Mohammed Murshed Al-Raimi, anni 37, Yemen,
4. Wafaa Kamal, anni 38, Iraq,
5. Sconosciuto, Iraq,
6. Sconosciuto, anni 16, Iraq,
7. Sconosciuto,
8. Sconosciuto,
9. Issa Jerjos, anni 24, Siria,
10. Farhad Nabo, anni 33, Siria,
11. Sconosciuto, anni 33, Siria,
12. Ahmed Al Hasan, anni 19, Siria,
13. Sconosciuto,
14. Sconosciuto, anni 30, Sri Lanka,
15. Gaylan Dier , anni 25, Kurdistan iracheno,
16. Kurdo Khalid, anni 35, Kurdistan iracheno,
17. Radża Hasan, anni 44, Palestina,
18. Sconosciuto, anni 20, Siria,
19. Halikari Dhaker, bambino non nato, 24 settimane, Kurdistan iracheno,
20. Avin Irfan Zahir, anni 38, Kurdistan iracheno,
21. Kawa Anwar Mahmood al-Jaf, anni 25, Iraq,
22. Sconosciuto, Nigeria,
23. Sconosciuto, anni 26, Yemen,
24. Sconosciuto,
25. Sconosciuto, anni 26, Yemen,
26. Sconosciuto, anni 50, Siria,
27. Siddig Musa Hamid Eisa, anni 21, Sudan,
28. Sconosciuto,
29. Jaber Al Jawabra, Siria,
30. Sconosciuto, anni 28, Etiopia,
31. Ibrahim Jaber Ahmed, anni 33, Yemen,
32. Sconosciuto, Etiopia
33. Tawfik Ali Omar Ahmed Al-Hashiri, anni 31, Yemen
34. Sconosciuto, anni 20-30, Etiopia,
35. Njenguoue Livine, anni 28, Camerun,
36. Sconosciuto,
37. Sconosciuto
38. Yasar Suliuomokhil, anni 23 , Afghanistan (12 Marzo 2023)
39. Mohammad Noor Jan Gurbaz, anni 27, Afghanistan (21 Marzo 2023)
40. Sconosciuto, uomo, (24 Marzo 2023)
41. Sconosciuto, uomo, (18 Aprile 2023)
42. Sconosciuto, uomo, (22 Aprile 2023)
43. M., anni 58, uomo, Siria (23 Aprile 2023) – morto in ospedale
44. Sconosciuto
Si tratta di un elenco di 44 persone morte al confine tra Polonia e Bielorussia, assassinate da un sistema di Paesi chiusi (la fortezza Europa), dalla politica razzista delle autorità e dei servizi. La polizia è un’istituzione razzista e fascista che difende i ricchi contro i poveri.
Le persone elencate sono morte principalmente sul territorio polacco; non sappiamo quante morti ci siano state sul lato bielorusso. Queste persone cercavano un posto sicuro in Europa, una casa e un rifugio.
Le situazioni economiche, le guerre e i disastri climatici costringono le persone a fuggire dai loro Paesi – in quanto non possono più vivere in sicurezza. Siccità, inondazioni, incendi, tornado, temperature elevate, carenza di cibo, guerre, mancanza di accesso all’acqua – un quadro del disastro globale. Nell’arco di sei mesi (Settembre 2020 – Marzo 2021), circa 10,3 milioni di persone hanno dovuto lasciare le loro case a causa di questi eventi estremi.
La rotta polacco-bielorusso è stata aperta nell’estate del 2021. I servizi e le autorità polacche e bielorusse hanno commesso svariati crimini. I servizi polacchi, le guardie di frontiera, l’esercito e la polizia non accettano le domande di asilo e le richieste ai valichi di frontiera. A loro volta, costringono le persone ad attraversare il confine in modo irregolare. Nell’Agosto 2021, i servizi hanno trattenuto illegalmente le persone afgane a Usnarz. Successivamente, il governo polacco ha approvato una legge illegale per creare una zona, la “Zona della vergogna”, limitando l’accesso umanitario e rendendo più facile il lavoro dei servizi nel trovare le persone nella foresta e trattenerle e respingerle in Bielorussia.
I respingimenti sono illegali; ma in Polonia la legge sui respingimenti è stata approvata, consentendo alle guardie di frontiera di rigettare le persone oltre la recinzione, minacciandole di morte. Hanno tolto loro i telefoni, il cibo, l’acqua, le medicine e i vestiti; li hanno picchiati e li hanno costretti a nuotare nei fiumi. E non è tutto. Nel Luglio 2022 [le autorità polacche] hanno terminato la costruzione di un muro alto 5,5 metri lungo il confine.
Pensavano, forse, che il muro avrebbe fermato le persone e sarebbe stato disgustosamente efficace, e non avrebbe causato che ferite, gambe rotte e perdita di coscienza? E guardando oltre questo, in Polonia vi sono centri sorvegliati per stranieri – vere e proprie prigioni dove non si può accedere a cure mediche e legali decenti, non si hanno contatti con il mondo esterno e non vi è nessuna informazione sul tempo di permanenza e cosa succederà dopo alla persona imprigionata. VERGOGNA.
Non possiamo permettere che ci mettano a tacere e ci offendano!
Non possiamo permettere che vincano e continuino a commettere questi crimini.
Dobbiamo andare avanti, spalla a spalla, con solidarietà, forza e memoria.
—Addenda (24 Maggio)
Proprio ieri abbiamo pubblicato un elenco di 44 persone morte al confine negli ultimi 20 mesi. Oggi, purtroppo, abbiamo ricevuto un informazione sulla 45esima vittima del regime di frontiera. La vittima è stata ritrovata nel fiume Svisloch – che percorre il confine. Non conosciamo ancora il sesso, gli anni o la nazionalità di questa persona.
— Persone migranti intrappolate al confine polacco-bielorusso (29 Maggio)
Da diversi giorni, un gruppo di oltre venti persone, provenienti dalla Siria e dall’Iraq, è intrappolato nella barriera al confine tra Polonia e Bielorussia. Undici di loro sono bambini, alcuni di appena 2 anni.
Chiedono di poter attraversare la Polonia e domandano asilo.
I servizi polacchi li osservano senza intervenire.
I soldati bielorussi minacciano le persone migranti con i cani – specie se queste non riescono a passare dal lato polacco. Per spaventarli ancora di più, i soldati bielorussi hanno rilasciato una donna congolese morsa dai cani. Quest’ultima, intanto, si è unita ieri al gruppo.
L’area dietro la barriera è territorio polacco. Ma il governo polacco, insieme a quello bielorusso, sta condannando queste persone alla sofferenza e alla morte.
— Supporta le persone migranti (10 Giugno)
Ci sono ancora persone nelle foreste e hanno ancora bisogno del nostro aiuto per i beni di prima necessità come cibo, vestiti asciutti e acqua – che ora vale come l’oro. Il nostro gruppo raggiunge gli angoli più profondi (con gli zaini pieni) in modo che nessuno sia lasciato solo.
Gli ultimi giorni sono stati molto intensi; le condizioni naturali si sono ulteriormente aggravate a causa delle centinaia di zanzare e zecche, del caldo e della siccità.
Le persone provenienti dagli angoli più remoti del mondo si presentano sulla nostra strada, ancora convinte di riuscire a raggiungere la loro destinazione nell’Unione Europea.
Purtroppo, nonostante stiano molto attente, ci sono volte in cui vengono catturate, come il gruppo ritratto in foto.
Non avevano alcuna possibilità; probabilmente sono stati respinti subito.
La vista di queste persone, i cui sogni sono stati infranti e che stanno affrontando un altro calvario nella foresta, ci motiva ancora di più a lavorare qui, nell’area di Podlaskie, e a non arrenderci. La fortificazione dell’Europa deve essere fermata e le persone migranti devono potersi muovere secondo il loro piano.
Una volta aperto, il sentiero non scomparirà mai.
— Estate e repressione al confine (5 Agosto)
Continua l’estate al confine tra Polonia e Bielorussia.
Migliaia di turisti, come ogni anno, scelgono questa regione come luogo di riposo. Allo stesso tempo, nelle foreste ci sono delle persone che devono lottare per la propria vita: inseguite dai soldati bielorussi e braccate dalle guardie di frontiera polacche. Sebbene questi due mondi siano geograficamente così vicini, in realtà sono separati da un abisso: il prezzo della vita umana è estremamente differente.
Negli ultimi giorni abbiamo incontrato persone provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente.
Non ricorderanno la Foresta di Białowieża come una meravigliosa area primordiale che nasconde incommensurabili tesori della natura.
Per loro, le cavità della foresta sono degli ostacoli dove si rompono le gambe.
Le dense boscaglie vergini sono spine paralizzanti per i loro corpi.
Le paludi della foresta, habitat di innumerevoli specie vegetali e animali, sono una trappola insidiosa in cui annegano.
Ogni persona che incontrano è una minaccia. Minaccia di percosse, molestie, imprigionamento, respingimento.
Spesso dimentichiamo cosa succede a queste persone. Non dimentichiamolo.
Ricordiamo la storia di due persone incontrate recentemente nella foresta:
“In Bielorussia, vicino al confine con la Polonia, un numero enorme di persone è imprigionato. La maggior parte sono donne con bambini. Noi, insieme ad altri uomini, durante il giorno eravamo tenuti in una stanza angusta. Eravamo una dozzina. [Rinchiusi] tutto il giorno. Molte persone volevano tornare a Minsk; ma le guardie di frontiera bielorusse non lo permettevano. Ci hanno aizzato i cani; ho visto persone con ferite da morso sul viso. Quando ci siamo ritrovati sul lato polacco, le guardie di frontiera polacche ci hanno rintracciato. I bielorussi, a volte, distruggono i nostri telefoni. I soldati polacchi danneggiano le prese USB – impedendoci la ricarica dei telefoni. Dopo aver danneggiato i nostri telefoni, ci hanno detto di spogliarci, di toglierci i pantaloni e la biancheria intima. Poi hanno spruzzato dello spray al peperoncino sui nostri ani e genitali.”
Possiamo far finta di niente. Dopo tutto, nella storia del mondo qualcuno ha sempre fatto del male al più debole. È facile per noi condannare il passato e le persone indifferenti al male.
Come affronteremo il presente?
— Sciopero della fame nel campo di Przemysl – 1 (6 Settembre)
Nel campo di detenzione di Przemysl è in corso un grande sciopero della fame. Quasi tutte le persone detenutesono in sciopero; hanno inviato una lettera aperta con annesse richieste.
Il campo di Przemysl è conosciuto come il peggiore della Polonia. Ci sono stati diversi casi di violenza da parte delle guardie.
Vi aggiorneremo sulla situazione
— Sciopero della fame nel campo di Przemysl – 2 (8 Settembre)
Sciopero della fame nel campo di detenzione di Przemysl.
Oggi, 8 Settembre, le persone detenute hanno riferito che intorno alle 12:30 un gruppo di uomini mascherati è entrato nelle celle della prigione e ha iniziato a picchiarle con dei manganelli; alcune sono ferite e sanguinano.
Nello stesso momento, le guardie hanno iniziato a fotografare un piccolo gruppo di migranti che mangiavano e non avevano iniziato lo sciopero della fame. Probabilmente questo fa parte della campagna contro la protesta in atto.
— Solidarietà agli scioperanti del campo di Przemysl (10 Settembre)
La manifestazione di solidarietà davanti al campo di detenzione di Przemysl è in corso!
Solidarietà con tutti i detenuti in sciopero della fame e con tutte le persone migranti!
Contro la fortezza Europa!
Siamo in contatto con le persone detenute.
Stanno cantando “LIBERTÀ” e chiedono canzoni che passiamo, subito dopo, dagli altoparlanti.
La polizia è arrivata; finora non ha fatto nulla.
— Altri due morti al confine (24 Ottobre)
Due persone sono state trovate morte al confine polacco-bielorusso. Uno di loro era un giovane siriano, scoperto nel distretto di Hajnówka.
La polizia di Podlasie lo ha annunciato ufficialmente sul proprio sito web.
I media dell’area di Podlasie riferiscono della seconda persona. Secondo le notizie, domenica scorsa i servizi di frontiera polacchi hanno individuato un gruppo di persone nei boschi. Mentre cercavano di fuggire, uno degli uomini è caduto nella palude. Hanno cercato di tirarlo fuori ma era così infreddolito ed esausto che è morto prima dell’arrivo dell’ambulanza.
Al confine tra Polonia e Bielorussia la gente muore e perde la salute. Questo è il risultato diretto delle attuali decisioni politiche. Dobbiamo continuare a fare pressione per cambiarle!
— Spari contro le persone migranti (4 Novembre)
Un rifugiato, proveniente dalla Siria, è stato trovato morto oggi al confine tra Polonia e Bielorussia, precisamente nella riserva della Foresta di Białowieża.
Nelle prime ore del mattino, i dipendenti del parco hanno avvisato la polizia del ritrovamento di una persona deceduta.
Per diversi giorni, lu attivistu hanno cercato un ragazzo siriano scomparso.
L’ufficio del procuratore non conferma ufficialmente che si tratti di lui. Ma probabilmente si tratterà del ragazzo scomparso.
Sempre oggi, i media locali di Podlasie hanno riportato delle informazioni su un’altra persona della Siria colpita alle spalle. Il colpo deve essere stato sparato da un soldato perché il caso è stato deferito alla polizia militare. Secondo le ultime informazioni l’uomo ferito è in ospedale.
La violenza al confine continua, assumendo forme diverse. Oggi è passata ad un altro livello: sono state usate munizioni vere.
Spintoni, percosse, umiliazioni e rapine sono diventate una routine; qualcuno ha pensato che sparare ad una persona non sia niente di eccezionale.
Tutto quello che accade da oltre 2 anni è il risultato delle decisioni delle autorità e delle politiche anti-migratorie.
Non lo dimenticheremo mai e non lo perdoneremo mai!
— Spari contro le persone migranti e lu attivistu (13 Novembre)
dal profilo instagram di “No Borders Team”
Aumento della tensione al confine tra Polonia e Bielorussia. Sono state utilizzate delle munizioni vere contro le persone migranti e lu attivistu. Di recente si sono susseguiti diversi incidenti al confine.
Avevamo appena seppellito due uomini uccisi dalla politica di frontiera UE-Russia – un uomo di 26 anni proveniente dallo Yemen e un uomo siriano di 21 anni -, quando ci è giunta la notizia di un’altra vittima – un uomo di 23 anni proveniente dalla Siria.
Il giorno prima, un uomo siriano di 22 anni era stato portato in ospedale a Hajnówka con una ferita da arma da fuoco alla schiena. Si è scoperto che un soldato gli aveva sparato durante il giorno, senza alcun preavviso. Il proiettile si è conficcato nella spina dorsale. Per il momento non è in pericolo di vita. Ma c’è ancora il rischio di paralisi.
I militari hanno dichiarato che il colpo sparato dal soldato è stato accidentale (causato da un inciampo) e non di proposito…
Poco dopo, un ufficiale della guardia di frontiera ha sparato un colpo in direzione di un gruppo di attivistu che trasportavano aiuti nella foresta. Questo è stato registrato su dei filmati; ma la guardia di frontiera sostiene che il colpo non è stato sparato e la polizia ha confermato questa versione, affermando che nel caricatore dell’ufficiale non mancava alcun proiettile…
Un altro inverno al confine orientale dell’UE è iniziato.