Traduzioni:
1) “Как разрушение Каховской ГЭС и разлив Днепра изменят ситуацию на фронте”;
2) articoli:
a) estratto dell’articolo «Мы готовились, лодки купили и прятали их от русских. А они потом на них убегали из Херсона»
==============================================================
1) Come la distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovska e l’inondazione del Dnepr cambieranno la situazione del fronte
L’alluvione è vantaggiosa per l’esercito russo, ma non impedirà il contrattacco delle Forze armate dell’Ucraina (AFU)
Nella notte del 6 Giugno, la diga sul fiume Dnepr è stata distrutta. Al di sotto di questa, il fiume divide le posizioni degli eserciti russo e ucraino: la riva destra è occupata dalle forze armate ucraine e la sinistra dai russi. “Istories” ha raccolto le opinioni degli esperti militari in merito ai benefici che possono trarre i due contendentidall’alluvione e come questapossa influenzare la controffensiva degli ucraini.
C’è stata un’esplosione alla centrale idroelettrica
Le prime notizie sulla distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovskaya sono apparse sui canali Z russi intorno alle 3 del mattino, ora di Mosca. Ad esempio, il canale Telegram Z-War Turned ha scritto: “Alle 02:35, dopo l’arrivo presso la Kakhovskaya HPP, un’ala è stata distrutta; [a causa della] pressione dell’acqua, è iniziato il crollo a cascata della Kakhovskaya HPP. Alle 03.10 Kakhovskaya HPP ha cessato di esistere”. Secondo il canale WarGonzo, fondato dal “corrispondente di guerra” Semyon Pegov, la diga idroelettrica è stata distrutta intorno alle 2:00 ora di Mosca.
L’Ucraina e la Russia si sono accusate a vicenda della distruzione dell’impianto.
Nataliya Gumenyuk, portavoce del Comando operativo meridionale delle forze armate ucraine, ha dichiarato che la centrale idroelettrica è stata fatta esplodere dall’interno. Secondo la portavoce, ciò è dimostrato dalla natura dei danni. Volodymyr Kovalenko, sindaco ucraino della città occupata di Novaya Kakhovka, ha affermato che la sala macchine dell’impianto è stata fatta saltare in aria. “I terroristi russi, distruggendo la diga della centrale idroelettrica di Kakhovska, confermano al mondo intero che bisogna cacciarli da ogni angolo della terra ucraina”, ha scritto il presidente dell’Ucraina Vladimir Zelensky.
Volodymyr Leontyev, capo dell’amministrazione civile-militare della città occupata di Novaya Kakhovka, ha dichiarato: “Ci sono stati diversi colpi alle due del mattino nella parte superiore della centrale idroelettrica, dove si trovano le saracinesche [travi progettate per chiudere il canale di scolo], dove si trovano direttamente le valvole di chiusura, e questa [la parte superiore] è stata spazzata via. La diga non è stata distrutta, il che è una grande fortuna”.
“Ukrhydroenerho” ha dichiarato che l’impianto era irrecuperabile. Intorno alle 10:45 ora di Mosca, i canali telegram ucraini hanno riferito che la centrale idroelettrica di Kakhovka era completamente sott’acqua.
Diversi analisti OSINT hanno scritto che l’impianto potrebbe non essere stato fatto esplodere e che è crollato a causa di danni precedenti. Ruslan Leviev, fondatore del Conflict Intelligence Team, ha pubblicato delle foto scattate il 28 Maggio e il 5 Giugno: entrambe mostrano lo scarico dell’acqua e nel secondo [l’acqua passa su] un “pezzo di strada crollato”. Aric Toler del gruppo Bellingcat ritiene che la diga possa essere stata distrutta da “madre natura”. Il giornalista Mark Krutov dubita che i russi abbiano minato la diga: “In realtà, nessuno ne trae vantaggio”.
Il fatto che la diga stesse scaricando acqua il giorno prima di crollare, non dà motivo di affermare che non sia stata fatta saltare in aria martedì, ha dichiarato l’esperto militare Yury Fedorov a “Istories”. “Sì, uno scudo di chiusura, che interrompe la possibilità di scaricare l’acqua, è stato danneggiato – è abbastanza possibile. Ma non è chiaro perché 11 campate siano crollate per questo motivo. Il crollo di [una] sola campata non esclude che ci sia stata un’esplosione nella sala macchine”, dice Fedorov.
“Per ora, sembra più un’esplosione che un crollo spontaneo”, ha scritto l’esperto militare Ian Matveev.
“Forzare il Dnepr sta diventando impossibile”
Da un punto di vista militare, la distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovskaya è più vantaggiosa per l’esercito russo, ha detto l’esperto militare Fedorov. Secondo lui, la regione di Kherson non è mai stata considerata un’area importante per un contrattacco dell’AFU – ma l’esercito russo potrebbe aspettarsi un attacco anche lì. In primo luogo, i russi temevano un possibile attraversamento forzato del fiume Dnepr e, in secondo luogo, la cattura della diga di Kakhovska avrebbe permesso agli ucraini di ridispiegare ulteriori forze, comprese le attrezzature pesanti, sulla riva sinistra.
“Dopo che la diga è stata fatta esplodere, la riva sinistra è diventata in gran parte una palude, e questa palude persisterà per molto tempo. Quindi attraversare il Dnepr diventa semplicemente impossibile”, afferma Fedorov. L’analista aggiunge che la distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovka non potrà influire sulle operazioni offensive delle forze armate ucraine in altre aree.
“Questo non influirà in alcun modo sulle nostre azioni offensive. Perché bisogna capire, in base alla situazione, la configurazione della linea del fronte, dove nessuno aveva intenzione di condurre azioni offensive forzando, ad esempio, il Dnepr”, afferma l’analista militare ucraino Serhiy Grabsky. Anche l’esperto militare russo Kirill Mikhailov ritiene che l’offensiva delle Forze armate ucraine nella regione di Donetsk e Zaporizhzhya non sarà influenzata dall’esplosione della diga.
Mykhaylo Podolyak, consigliere del capo dell’ufficio del Presidente dell’Ucraina, ha affermato che la distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovka potrebbe “aggiustare” i piani della controffensiva, ma strategicamente non cambierà nulla. Il tenente generale Serhiy Naev, comandante delle Forze congiunte dell’AFU, ha dichiarato che il comando aveva previsto la possibilità che la centrale idroelettrica venisse fatta esplodere: “Esistono calcoli rilevanti, noti al comando militare, sui danni che potrebbero derivare dalla fuoriuscita di acqua”.
La distruzione della diga non sembra aver avuto un impatto diretto significativo sulle forze russe e ucraine.
Le postazioni militari russe e ucraine risultano essere allagate. Il blogger militare filo-russo Vladimir Romanov ha scritto che i combattenti russi sulle isole del Dnepr si trovano in una situazione critica: “Sono letteralmente seduti sugli alberi”. In seguito ha dichiarato che i militari sono stati evacuati. Il consigliere del Ministro degli Interni ucraino Anton Herashchenko ha pubblicato un video in cui i militari russi sarebbero stati portati via dagli alberi. Il canale russo Z “Nuclei Militari della Primavera Russa” ha scritto che i militari ucraini sono stati evacuati dalle isole sotto il fuoco dell’artiglieria e dei droni russi.
L’analista militare Mikhailov osserva che le posizioni russe sulla riva sinistra del Dnepr sono maggiormente minacciate rispetto a quelle ucraine perché in quella parte di fiume [i militari russi sono più esposti]. Secondo l’analista, le trincee russe sono state allagate anche prima dell’esplosione della diga.
A causa delle inondazioni, l’acqua ha iniziato a spazzare via i campi minati e le mine stanno esplodendo. Il Ministero della Difesa ucraino ha avvertito i residenti del pericolo, osservando che le mine russe sommerse dall’acqua potrebbero essere spazzate via dalla corrente.
2a) Estratto “Ci stavamo preparando, abbiamo comprato delle barche e le abbiamo nascoste dai russi. E poi le hanno usate per scappare da Kherson”
[…]
“Un brusco rilascio porta con sé un insieme di conseguenze ambientali”
[Domande poste a] Yevgeny Simonov, attivista ambientale, giornalista e ricercatore, attualmente impegnato nel gruppo di lavoro sulle conseguenze ambientali della guerra in Ucraina.
La principale minaccia ambientala a seguito del cedimento della diga
R: A monte della diga il fondale sarà esposto. La “Ukrhydroenerho” afferma che la centrale elettrica di Kakhovskaya non sarà ripristinata. Da un lato è un bene, perché per diversi anni gli ambientalisti ucraini hanno protestato contro questo bacino. Si tratta del bacino idrico più brutto della cascata del Dnepr, che ha causato [diversi problemi] ambientali. Il problema è che dopo 50 anni di esistenza dell’impianto [idroelettrico], un rilascio così drastico porta con sé un insieme di conseguenze ambientali. Il problema maggiore sarà la neutralizzazione degli accumuli di fango. Il fiume non trasporta solo acqua ma anche materiale solido, i cosiddetti sedimenti. Il bacino crea delle condizioni in cui la velocità del fiume scende al minimo e sul fondo si accumulano enormi quantità di sedimenti. Quando l’acqua scompare, il fondo si asciuga, lasciando dietro di sé la polvere. Questa può essere trasportata dal vento su una vasta area (l’area del bacino di Kakhovka è di 2155 km2 , quasi la superficie di Mosca, ndr). Inoltre la polvere contiene molte sostanze tossiche – in quanto i sedimenti scaricati [e/o arrivati] nel bacino sono anche di origine industriale. Sarà necessario prelevare dei campioni e pensare immediatamente quali specie vegetali vi saranno in queste enormi aree contaminate.
A valle, i problemi sono più banali. Molti animali sono morti prima che potessero fuggire. Tutti i rifiuti che giacciono sugli argini si riverseranno nel fiume e raggiungeranno la parte costiera, disseminandosi nell’estuario. Si verificherà una forte erosione, e in particolare molto terreno verrà portato via, specie dove c’erano le trincee. Se dei potenti agenti inquinanti entrano nell’acqua, l’effetto negativo aumenterà. In condizioni di guerra, un grande pericolo è rappresentato dai depositi militari, dalle riserve di carburante (secondo l’Ufficio del Presidente dell’Ucraina, 150 tonnellate di olio per macchinari sono già fluite nel Dnepr, ndr). L’unica cosa un po’ “confortante” (virgolettato nostro, ndt) sono gli enormi volumi d’acqua. Qualsiasi cosa venga riversata nelle acque sarà molto diluita. Tra le aree protette, il Parco Nazionale del Dnepr sarà il più colpito. Ma in che misura gli effetti differiranno da un’alluvione naturale è difficile da dire.
La Crimea e altri insediamenti rimarranno senz’acqua?
R: Dopo l’annessione della Crimea, l’acqua del bacino di Kakhovka è stata bloccata. Le autorità russe hanno dovuto risolvere questo problema. C’è stato un passaggio di gestione meno intensiva dell’acqua, usando altre fonti acquifere. Il consumo domestico si è ridotto. L’acqua riforniva, in quantità necessarie, gli insediamenti della penisola di Crimea. Sulla terraferma, pochi insediamenti prelevano l’acqua potabile dal bacino, che non è molto pulita. A Kryvorizhzhya ci si lamenta del fatto che gli toglieranno l’acqua, e si dice che la gente stia facendo scorte d’acqua. Credo che questo problema sia stato risolto più facilmente rispetto all’approvvigionamento idrico agricolo. È stato risolto da un anno e mezzo in tutta l’Ucraina. In tutti i distretti in cui si combatte, l’approvvigionamento idrico viene regolarmente interrotto. Viene limitata l’erogazione dell’acqua per uso domestico.
C’è una minaccia per la centrale nucleare di Zaporizhzhia?
R: Per raffreddare in modo affidabile la centrale nucleare di Zaporizhzhia, è stato creato un bacino di raffreddamento – un circuito chiuso dove ci sono circa 42 milioni di metri cubi di acqua. Quest’acqua viene utilizzata per tutte le esigenze di raffreddamento dell’impianto. Quando il livello dell’acqua del bacino di raffreddamento si abbassa, viene reintegrato dall’acqua della diga. Adesso la centrale nucleare consuma meno acqua per il raffreddamento rispetto a quando era attiva. Pertanto, il bacino di raffreddamento durerà a lungo. Se il bacino di raffreddamento non viene fatto saltare in aria, probabilmente non ci saranno situazioni di emergenza nel prossimo futuro. “Energoatom” ha già comunicato che il livello dell’acqua nel bacino è normale.
2b) «Ci sarà un grande deserto artificiale, ci saranno tempeste di polvere contenenti particelle nocive». Le conseguenze ambientali sulla distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovka
Cosa si può fare per mitigare le conseguenze del disastro e perché non vale la pena ricostruire la centrale idroelettrica, spiega l’ambientalista e coordinatore degli esperti del gruppo di lavoro sulle conseguenze ambientali della guerra in Ucraina Yevgeny Simonov.
Non sappiamo ancora quantificare i danni causati alla diga, quanto è profondo il buco creato dall’esplosione, quanta acqua passi attraverso la diga in un determinato lasso di tempo e quanta ne può fuoriuscire. Cominciano ad arrivare le informazioni dettagliate da parte ucraina e presto potremo valutare l’entità dei danni, il numero delle vittime e l’impatto sull’ambiente.
Il problema è che sappiamo molto meno dal lato opposto del Dnepr, più popolato e più vulnerabile, controllato dall’esercito russo. È difficile dire fino a che punto riescano ad evacuare la popolazione e se questo compito è stato fissato.
Che sta succedendo
L’acqua sta inondando le zone costiere e gli animali che non sono riusciti a fuggire stanno morendo in massa, non solo negli zoo, ma anche in natura, dove sono molto più numerosi. L’area più a rischio è quella intorno ad Olešky e Hola Prystan’, dove le coste sono basse e vi sono molti insediamenti abitativi. Ora si tratta di capire come le persone si sono preparate a questa situazione e fino a quanto si innalzerà l’acqua.
L’inondazione continuerà, ed è chiaro che allagherà un gran numero di aree naturali – che un tempo erano abituate a questo. Una volta c’era una pianura alluvionale o delle aree che, in caso di inondazioni catastrofiche del Dnepr, dovevano essere inondate. Negli ultimi decenni, però, le dighe hanno impedito che ciò avvenisse completamente: hanno regolato il flusso e “tagliato fuori” le inondazioni. Così gli ecosistemi sono stati in parte ricostruiti – e al cui interno vi sono specie animali e vegetali non adatti alle inondazioni regolari. Enon è noto [il danno causato] da questa alluvione.
Per quanto riguarda la vita animale, un gran numero di esseri viventi verrà ucciso dalla rapida avanzata dell’acqua. Non importa quanto sia profondo il livello: non serve molto [per ucciderli]. Tutti hanno visto il video dei castori a Kherson. Inizialmente i castori non erano minacciati dalla situazione creatasi – ma un qualsiasi scoiattolo di terra, invece, lo è.
Anche il grado di adattamento delle piante alle inondazioni naturali è sconosciuto. In 70 anni di dighe, si è sviluppata una comunità [vegetale] diversa, più tollerante alla siccità. Teniamo d’occhio il Parco nazionale di Nizhnedniprovsky, che si estende lungo il Dnepr, e vediamo se l’onda raggiungerà il Kinburn Spit. Sembra che non ci arriverà, ma è molto difficile fare previsioni.
L’onda spazza via molte sostanze inquinanti di origine militari, industriali e domestiche. Tutti questi rifiuti vengono trasportati dall’acqua e inquinano il corso inferiore del fiume e l’estuario. È vero che c’è molta acqua e che tutto risulta molto diluito. Quanto siano concentrati e quanto siano pericolosi non possiamo saperlo con esattezza – è improbabile che ci sia adesso qualcuno disposto ad andare a prendere le misure. È un problema di tutto il territorio colpito dalla guerra. Non abbiamo dati strumentali sull’inquinamento e quelli che abbiamo, probabilmente, sono molto inaffidabili. La contaminazione di quest’acqua dovrà essere giudicata dalle conseguenze, ovvero dai pesci emersi in superficie. [Sempre] se qualcuno se ne accorge.
Cosa accadrà in futuro
La conseguenza più problematica sarà la presenza di sedimenti sul fondo del bacino – sostanze e detriti portati dall’acqua. Perché i sedimenti, soprattutto quelli che arrivano dalle zone industrializzate a monte, conterranno elementi inquinanti di origine industriale. Nel caso della centrale idroelettrica di Kakhovka, possiamo aspettarci che il loro contenuto sia significativo: gran parte dell’industria ucraina si trova a monte del Dnepr.
Il sedimento è un fango composto da piccole particelle che, una volta asciutto, diventa polvere. In caso di forti venti, specie in una valle con un grande spazio vuoto e dove prima c’era l’acqua, ci saranno tempeste di polvere contenenti queste particelle.
È probabile il prosciugamento di tutte le acque poco profonde e dei bacini associati alla diga – che sono importanti zone di riproduzione per la maggior parte delle 40 specie di pesci che vivevano nel Mare di Kakhovka. Molti organismi acquatici scompariranno o si ridurranno e le catene alimentari degli ecosistemi acquatici cambieranno in modo significativo.
Dove c’era un bacino idrico, lungo le sponde del fiume, apparirà un grande terreno incolto costruito dall’uomo, attorno al quale vivranno i poveri abitanti della zona – come un tempo vivevano lungo il corso del fiume -, senza le loro fonti di pesce, di svago e così via dicendo. Visto che è in corso una guerra, è improbabile che questo sia il loro problema principale.
I campi agricoli che “vivevano” grazie alla diga – circa un quarto di milione di ettari di terreno – cesseranno di essere irrigati perché le reti di approvvigionamento idrico diventeranno poco profonde.
Come ridurre i danni
Al posto dell’invaso dismesso sarà necessario un programma di riabilitazione ampio e completo – ma con un paesaggio molto diverso. È possibile, è necessario e dovrebbe essere positivo nel lungo periodo. La qualità dell’acqua migliorerà, la migrazione dei pesci naturali di questo fiume sarà ripristinata, le perdite d’acqua causa evaporazione saranno radicalmente ridotte e così via dicendo. Sarà più naturale per il Dnepr. Gli scienziati dicono da decine di anni che la centrale idroelettrica – di dubbia utilità riguardante la produzione di energia -, dovrebbe essere chiusa e che il bacino dovrebbe essere gradualmente svuotato. E ora non ha senso ripristinare questo bacino di evaporazione sovietico: “è morto morto”.1 Spero che coloro che si accingono a ricostruire l’Ucraina lo capiscano.
Ma a medio termine è un terribile mal di testa. Dobbiamo pensare a come lavorare meglio e in modo più efficiente, ripristinando così i paesaggi fluviali sostenibili e socialmente accettabili. Per parlare di questa pianificazione nel dettaglio, bisognerebbe trattare altri tre argomenti; vi farò solo un esempio.
Al fine di evitare che i sedimenti diventino “polverosi”, occorre seminare, fin da quest’anno, delle erbe selvatiche autoctone – frenando così l’erosione eolica. Si tratterebbe di seminare centinaia di chilometri quadrati; per un operazione del genere si potrebbero usare dei droni. Gli ambientalisti locali considerano il compito urgente perché si teme che questi sedimenti diventino un terreno fertile per piante non autoctone.
Nota del Gruppo Anarchico Galatea
1Originale “умерла так умерла”. La traduzione letterale è “morto così morto”; indica che non si può riportare nulla indietro e, quindi, bisogna accettare ciò che è successo.